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Uno showcase di sessanta minuti, il tempo necessario per presentare se stesso attraverso le sue canzoni, scarne, essenziali, comunque belle. Stiamo parlando di Filippo Gatti, cantautore romano, noto per essere stato negli anni Novanta il vocalist e il compositore degli Elettrojoyce.
Dopo di allora ha pubblicato tre dischi come solista, ma si è dedicato molto anche alla sua attività di arrangiatore e di produttore insieme a - oppure per - Riccardo Sinigallia, ex Tiromancino, un suo amico fraterno. Da molto tempo ormai si è trasferito in Maremma da dove continua a guardare, senza frenesia o smania di successo, dal suo studio di registrazione chiamato Ortostudio, il mondo della canzone.
Dopo otto anni torna a pubblicare un album che si intitola Viaggio Sentimentale (dal libro di Laurence Sterne, il maestro di Joyce) che uscirà il prossimo 8 Dicembre per l’etichetta Folkificio/Nonsense.
Questa sera dal vivo a Roma al Teatro Basilica, Filippo è accompagnato solo dalla sua chitarra acustica e non ha una grande voglia di parlare: dice solo che presenterà canzoni scritte in un arco di tempo che va dal 2003 in poi. Inizia però con “Le Ragioni Personali”, il pezzo trainante del nuovo disco, scritta e arrangiata insieme a Riccardo Sinigallia, una canzone drammaticamente semplice, un piccolo crocevia fra poesia e musica.
Filippo evita volutamente toni alti per tutta la sera e prosegue nel suo percorso personale ed artistico che si compone di un minimalismo folk molto profondo ed intrigante. Abbiamo ascoltato diverse canzoni del suo passato, pezzi importanti, e ancora molto validi, come “Il Pilota e la Cameriera”, “Non sei nessuno”, “Un Vuoto d’Aria” e la bellissima “Il Re di Lampedusa”.
Filippo Gatti è da sempre un grande studioso di letteratura, in particolare ama quella inglese, e continua a cercare ogni volta, nelle sue composizioni, un qualcosa che possa costituire il punto d’incontro fra poesia e musica, le sue due grandi passioni. Anche questa sera c’è riuscito e ha catturato il pubblico presente in sala grazia alla sua affabilità e alla sua dolcezza.
Si è fatto strumento delle sue emozioni, ha raccontato di occasioni perdute, di vicinanza e di amore con un tono pacato ma mai dimesso. Ci ha dato il tempo per ascoltare, riflettere e pensare: una rarità assoluta nella scena musicale oggi dominante, che va veloce e che grida forte perché non ha niente da dire. Filippo ha chiuso il suo “set” con “1968”, un brano dedicato a Joni Mitchell, anche questo inserito nel nuovo disco e del quale esiste già un video veramente bello.
SET LIST Le Ragioni Personali Una Minima Bugia Uh la Rivoluzione Il Pilota e la Cameriera Perdersi La Memoria Libera Non sei nessuno Il Re di Lampedusa Grandeverde Un Vuoto d’Aria 1968
Articolo del
04/12/2025 -
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