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Duran Duran
Live @ Circo Massimo, Roma 16 giugno 2025
di
Fabrizio Biffi
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Un invito a tornare avanti e indietro nel tempo non si può rifiutare. E poi il vantaggio di andare a vedere i Duran Duran nel 2025 è quello di avere talmente le giuste aspettative che l’happening di questo lunedi sera al Circo Massimo è il modo migliore per dare l’avvio con un diluvio di paillettes e glitter alla ricca estate romana.
I Duran Duran sono da sempre un caleidoscopio di immagini e suoni intermittenti che con inspiegabile tenacia arrivano in Italia per un tour a quarant’anni dalla loro prima apparizione a Sanremo nel 1985 (celebrata con il loro ritorno sul palco dell’Ariston a febbraio) e con il favore dell’affetto di un pubblico italiano che li segue con un trasporto adolescenziale dai primi anni ottanta.
Senza tante premesse e per averli visti dal vivo altre volte, il tallone d’Achille del quartetto di Birmingham è stata sempre la voce di Simon Le Bon che dai disastri in mondovisione del Live Aid del 1985 in poi non ha mai dispensato granché.
Rivederli ancora tutti insieme sul palco è quindi un mezzo miracolo. Dall’ormai ex-sex symbol delle teenagers John Taylor, al provatissimo Nick Rhodes fino a Roger Taylor e al coloratissimo Simon, i Duran Duran sono un’installazione vivente di arte contemporanea che riceve subito l’omaggio del pubblico romano in una seconda serata al Circo Massimo condita di magliette hawaiane, gruppi di amiche di lunga data e qualche famiglia dal taglio intergenerazionale.
In un catino memorabile che ha visto le imprese delle bighe romane e non lascia mai nessun artista e spettatore indifferente, si muovono le onde sonore di un repertorio che è tenuto insieme egregiamente dal tappeto di synth di NicK Rhodes e dal succedersi di immagini che danno più colore al pop esausto della band inglese.
L’interpretazione dei grandi classici del primo credibile repertorio dei Duran Duran è quasi ovattata e a tratti rallentata con "Wild Boys" che da inno generazionale si trasforma in una ballata stanca. Come ogni rituale che si rispetti, le grandi hit dei primi anni ottanta che hanno garantito il successo mondiale al quartetto inglese, sono un tiepido album di polaroid che schiude il timido ricordo di quella che un tempo fu una vera e propria rivoluzione ormonale.
“Lonely in Your Nightmare”, tra le cose più pregevoli dell’album Rio, è una gemma che regala una piccola magia. Il cuore del live romano dei Duran Duran è tutto incardinato nella sequenza che alterna le cose migliori di album fondamentali: Careless Memories, Ordinary World, Come Undone, Planet Earth e The Reflex.
Ma Simon non ci poteva assolutamente deludere ed ecco che per omaggiare il suo lunedì romano decide di storpiare senza pietà “New Moon on Monday” condendolo con stonature strazianti e decretando il rientro nel sarcofago di questo concerto che ritrova un breve attimo di emozione tra i telefonini luccicanti che seguono le note di “Save a Prayer”.
Tutto il resto è rimasto circoscritto nella memoria di quei primi anni ottanta in cui i Duran Duran spargevano glitter e paillettes con grande leggerezza e una bella dose di edonistica incoscienza
SET LIST
Night Boat The Wild Boys Hungry Like the Wolf The James Bond Theme (John Barry song) A View to a Kill INVISIBLE Notorious Nite-Runner / All She Wants Is Lonely in Your Nightmare / Super Freak (aka SUPER LONELY FREAK) Evil Woman (Electric Light Orchestra cover) Friends of Mine Careless Memories Ordinary World Come Undone (Reach Up for the) Sunrise Planet Earth The Reflex New Moon on Monday (“NEW MOON DARK PHASE” version) Girls on Film / Psycho Killer
Encore: Save a Prayer Rio
Articolo del
17/06/2025 -
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