Tempesta, assalto, fuoco e fiamme. Follia sonora riversata sulla scena, che urla e demolisce la realtà; la fa a brandelli, la prende a calci, la contorce tra vagiti che esplodono, la smantella nella psicosi dei suoni, corrosivi fino all'inverosimile. Tutto questo sono stati i Jesus Lizard sul palco del Monk: un flusso primordiale, potente e aggressivo che ha dominato tutta la durata del concerto.
David Yow è una macchina da guerra bukowskiana, che si butta in uno stage diving liberatorio, in penombra, alle prime note del live, per poi cantare in mezzo alla folla. Graffia le parole con la sua voce, le vomita con tutta la sua potenza salvifica.
Birra alla mano, ripetuti e iconici sputi d'ordinanza, danza e striscia a terra, sorride, ringrazia e si abbandona al pubblico nella spontaneità selvaggia di più abbracci, mentre Duane Denison macina riff taglienti e tensivi, la batteria di Mac McNeily è colpo serrato e impazzito e il basso di David Wm. Sims è magma incandescente che vibra nel sottosuolo.
La setlist dei Jesus Lizard parte con le note di “Seasick”, da “Goat”, e David Yow letteralmente accerchiato dai presenti e prosegue per più di un'ora e mezza incessante e martellante con brani tratti sia dall'ultimo “Rack” che dalla loro intera storia discografica, compresi gli schiaffi ritmici di “Gladiator” e di “Boilermaker”, da “Liar”. Su “Hide & Seek”, Yow è intento a “immergersi” tra il pubblico delle prime file, mentre un personaggio singolare dei presenti riesce a salire sul palco. Prima di “What If”, eseguita poi seduto su uno sgabello, Yow chiede invece al pubblico di urlare a gran voce “Fuck Trump” e verrà accontentato con un roboante coro all'unisono. “Mouth Breather” verrà dedicata a Steve Albini e la spirale di adrenalina del live continuerà poi per ben due encore.
Un cerimoniale collettivo di furia, sudore e rabbia, di musica brutale e schietta. Un rito che ha fatto ricordare ai più che si può, ancora e sempre, nuotare nel vorticoso mare sonoro dell'energia più schizofrenica e furente, nuotare come forma più potente e liberatoria della vita senza catene di alcun tipo.
“I can swim”.
Setlist Seasick Gladiator Boilermaker Then Comes Dudley Falling Down Nub Hide & Seek Puss Westside Blue Shot Grind What If? Monkey Trick Mouth Breather 7 vs. 8
Encore I Thumper Fly on the Wall Armistice Day Destroy Before Reading Chrome
Encore II My Own Urine Alexis Feels Sick
Articolo del
06/06/2025 -
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