(Foto di Viviana Di Leo)
A due anni esatti di distanza dalla data in programma prima della pandemia, torna finalmente ad esibirsi dal vivo a Roma, Cat Power, una delle migliori “vocalist” espresse dalla scena “alternative rock” americana degli anni Novanta. Il suo vero nome è Chan Marshall, viene da New York, non ama le luci della ribalta, ma il suo talento - come compositrice certo, ma soprattutto come interprete - è fuori discussione.
Solo posti in piedi alla Cavea dell’Auditorium questa sera, le tribune non sono neanche state messe in vendita. Meglio così: il pubblico si accalca sotto palco e si stringe verso di lei, artista umorale, ma molto sensibile e sempre pronta a cogliere l’affetto del suo pubblico. Le luci sono basse, ma nel corso della serata Cat Power chiederà di abbassarle ancora di più, per la disperazione dei fotografi che avevo accanto. La sua musicalità, molto intima e a tratti profondamente oscura, si nutre del “feedback” con la sua gente e lei dimostra subito di essere in serata di grazia. Lei è qui per dare tutto, per offrire la sua voce alla musica che ama e che la tiene viva. Sonorità scarne ed essenziali emergono da un approccio “heavy blues” che ha ben poco a che fare con il semplice intrattenimento.
Si presenta sul palco chiusa in un abito lungo, di colore scuro, con un bicchiere di vino rosso nella mano sinistra, e una tazza di tè nella destra. Gli occhi sono seminascosti dalla lunga frangetta con cui ha pettinato i suoi capelli, scelta voluta, operazione necessaria: non vuole e non deve concedere niente allo spettacolo. Solo un grande desiderio, quello di comunicare attraverso le sue canzoni, di provare il gusto delle sue stesse emozioni. Cat Power è forse la sola “vocalist” che conosco che sia in grado di fermare il tempo e di creare atmosfera ovunque possa dare spazio alla sua voce. Stasera presenta dal vivo brani tratti da “Cover”, il suo ultimo album, uscito a gennaio di quest’anno, ma trova spazio anche per regalarci vecchi brani del suo passato. Il concerto è un crescendo fatto di un blues stringente, di ingredienti folk e di musica “soul”.
Brani come “Great Expectations”, “Good Woman” e una bellissima versione, rallentata ad arte, di “Satisfaction”, dei Rolling Stones ci fanno capire che siamo al posto giusto, nella serata giusta. Chan comincia presto un suo personale dialogo con il pubblico, la cosa procede bene e - poco dopo la metà del concerto - dichiara di sentirsi come a casa. Bellissima e molto affascinante la “cover” di “A Pair Of Brown Eyes” dei Pogues, così come le esecuzioni di “Crossbone Style” e di “Nude As The News”, due ballate intense, eseguite in rapida successione. Il canto di Chan, in arte Cat Power, è liberatorio, è quello di una donna che ha sofferto, che non si è voluta bene, ma che non si vergogna per niente del suo passato, riscattato stasera da canzoni come “Shivers” o come la riproposta di “The Greatest”, una vera e propria orazione laica. La sua voce, così roca, impastata e anche molto sensuale, è un tributo al blues. Ben sostenuta dalla sua tour band che sa affrontare i diversi passaggi ritmici dello show, Chan dimostra che niente è cambiato rispetto ai suoi esordi, quasi venticinque anni fa.
Al contrario, il tempo l’ha fatta maturare come donna e ha conferito ancora più forza, più personalità al suo talento vocale. “These Days” per esempio, una ballata di Jackson Browne, ma portata al successo da Nico, trova una espressione così compiuta nella nuova esecuzione di Cat Power che la canzone sembra addirittura essere stata scritta da lei. Sul finale ascoltiamo entusiasti la riproposta di un vecchio blues come “He Was A Friend Of Mine” e un fantastico crescendo composto da “Wild Is The Wind”, il noto brano di Mathis, reso famoso poi sia da Nina Simone che da David Bowie, da “Me Voy” e da “Rockets”. Un lungo saluto in musica, fatto senza aggiungere altro, senza sprecare parole, ma che ci ha regalato l’incontro con un artista vera, capace di convogliare attraverso la musica tutto il suo mondo e di regalare vibrazioni buone.
SET LIST
Say / Great Expectations (I Can't Get No) Satisfaction (The Rolling Stones) Hit the Road , Jack Good Woman A Pair of Brown Eyes (The Pogues) Unhate Bad Religion (Frank Ocean) White Mustang (Lana Del Rey) These Days (Jackson Browne) Metal Heart Crossbones Style Nude As The News The Moon Great Waves New York Manhattan I'll Be Seeing You (Sammy Fain) He Was a Friend of Mine (traditional) Shivers The Greatest Wild Is The Wind (Johnny Mathis) Me Voy Rockets
Articolo del
23/06/2022 -
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