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Balthazar
Live @ Fabrique, Milano - 08/05/2022
di
Paolo Castellano
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Se fischietti di prima mattina le canzoni che la sera precedente ti sei goduto a bordo palco vuol dire che sei stato a un bel concerto.
Così è andata con i Balthazar, quartetto belga alt-pop, apprezzato dalla critica e soprattutto dai fan milanesi - molti stranieri e francofoni - accorsi l'8 maggio al Fabrique, sempre più luogo di riferimento per gli amanti della musica dal vivo. Dopo il periodo di stop dettato dalla virulenza della pandemia Covid, i Balthazar imbracciano di nuovo gli strumenti in un tour europeo denso di tappe – pensate che soltanto il 5 maggio hanno suonato a Varsavia in Polonia - luogo non molto distante dal corrente scenario di guerra in Europa – registrando un sold out.
Il nuovo tour del quintetto belga si focalizza sull'ultima fatica discografica "Sand" pubblicata nel febbraio del 2021 dalla casa discografica Play again Sam, etichetta che richiama tra l'altro un capolavoro del cinema degli anni Quaranta, "Casablanca", che vi invito a recuperare.
Ma veniamo al concerto. A scaldare gli avventori del Fabrique ci pensa la giovane artista Sylvie Kreusch con i suoi movimenti sinuosi, impacchettati in uno stile glam da anni Novanta. Sylvie compie egregiamente il suo ruolo da capoclaque, introducendo il pubblico nel giusto mood per godere della performance della band per cui si è pagato il biglietto. Dopo di che il palco viene montato a dovere, compaiono dei faretti verticali, un telo neutro da sfondo e gli strumenti dei Balthazar – chi ha dieci decimi di vista nota anche un trombone, un violino e i sintetizzatori. Piccoli indizi per ricostruire la scaletta dell’evento.
Maarten Devoldere e Jinte Deprez sono i mattatori della serata impreziosita da frenetici giochi di luce. Maarten "l'afferra tutto" vuole il contatto visivo con gli spettatori: come un capo ultrà incita il pubblico a fare più casino brandendo la sua asta microfono. Jinte preferisce esprimersi con la sua chitarra elettrica, spingendosi a bordo palco per farsi ammirare durante gli assoli. Ultimi ma non ultimi, Simon Casier al basso, Michiel Balcaen alla batteria e il polistrumentista Tijs Delbeke alle tastiere, violino, chitarra e trombone.
Il live è incentrato principalmente sui nuovi brani. Il falsetto di On a Roll e il ritmo lascivo di Losers – in cui viene citato Paolo Conte – mettono in chiaro che i Balthazar hanno nuove cartucce da sparare per soddisfare i gusti dei fan ormai calibrati sui precedenti successi come l’intramontabile Bunker che arriva proprio sul finale. Una menzione speciale per Fever che ha stupito i partecipanti con un sound magnetico e ipnotico soprattutto nella sua parte strumentale.
In alcune interviste, i Balthazar hanno dichiarato di voler “andare oltre” alle melodie e ai temi affrontati nei dischi precedenti. Sand incarna questa volontà: un laboratorio di suoni e nuovi argomenti spalmati su un pop elettrizzante con punte elettroniche mediante l’utilizzo di sintetizzatori. La band ha infatti messo in musica – registrata in luoghi separati a causa del Coronavirus – l’attesa, l’irrequietezza, l’essere incapaci di vivere il momento e l’impossibilità di immaginarsi un futuro. Il disco è il disco. Il live ancora meglio. Fateci un pensierino la prossima volta che passeranno in Italia.
SET LIST
Hourglass
Grapefruit
Do Not Claim Them Anymore
Wrong Vibrations
The Boatman
Moment
On a Roll
I’ll Stay Here
You Won’t Come Around
Blood Like Wine
Linger On
I Want You
Fifteen Floors
Fever
Entertainment
Encore
Bunker
Losers
Articolo del
16/05/2022 -
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