Passare ben due ore e trenta minuti in compagnia di Declan McManus, in arte Elvis Costello, è un privilegio dell’anima, è come trovare perle rare in quell’ oceano di banalità e di cloni che popolano la scena musicale attuale. Da poco superati i cinquanta anni d’età Elvis ha voluto raccontarsi con la generesità e con la dedizione per il pubblico che hanno sempre contraddistinto una lunga, luminosa carriera, ormai quasi trentennale. Con lui gli Imposters, musici fantastici e amici fidati come Steve Neive, piano, tastiere e organo Hammond, Pete Thomas alla batteria, e l’ultimo arrivato Davey Faragher, al basso elettrico. Gli Impostori non si perdono in preamboli e sparano subito, tutti in fila, una sequela di rock and roll molesti, di blues avvolgenti e tirati, cose tipo “The Name Of This Thing Is Not Love”, “Nothing Clings Like Sky”, “Button My Lip”, “Heart Shaped Bruise” e la fantastica “ Country Darkness “, brani nuovi di zecca interamente tratti da “The Delivery Man” il nuovo album di Elvis Costello che segna il suo ritorno al rock. Musicalmente nato e cresciuto fra Irlanda ed Inghilterra in pieno periodo punk il prode McManus non si è mai sentito confinato ad uno stile particolare ed ha spaziato ben oltre i limiti del rock and roll. Ha catturato vibrazioni e suggestioni diverse che venivano dal patrimonio dei “crooners” americani anni ’50 e che si mescolavano con la vivacità dello “ska” e con i suoni morbidi ed avvolgenti del “reggae”. Non a caso infatti il suo primo tributo al passato è l’esecuzione di quella straordinaria “ Watching The Detectives” che racchiude in sé l’afflato del punk, l’energia del rock and roll e una base ritmica piacevolmente reggata. “Kinder Murder” poi, tratta da “Brutal Youth”, riscalda con i suoi riffs dinamici , tutta la platea della Sala Santa Cecilia, poco abituata a chitarre tanto devastanti e ribelli. C’è molta ironia, c’è tanto sarcasmo nelle melodie struggenti di Elvis(come Presley) Costello(come il Faccia d’Angelo, noto gangster) che non ha il fisico del ruolo per un rock and roller, che sembra più un impiegato delle poste, ma che invece sa come incendiare le folle oppure incantarle ricorrendo a melodie semplici e struggenti. E’ il momento di “Almost Blue”, una esecuzione vocale da brividi, è musica nuda, è incantesimo, è l’anima blues che viene fuori nel pezzo che fu reso celebre anche dall’interpretazione drammatica di Chet Baker, poco prima di morire. Si riparte con “ What’s So Funny About Peace, Love & Understanding” ed è ancora rock and roll, non c’è contraddizione, non c’è antitesi, è sempre lui, Elvis che “strombazza” (è la parola italiana che ama di più) le sue radici musicali in giro per il mondo e che su “ I Want You” ci regala una splendida canzone d’amore incastonata nella struttura armonica di un blues caldo ed elettrico, che scorre via per lunghi minuti come un fiume di lava in piena, con gli Imposters a dettare il ritmo e lui ad armeggiare disperato e selvaggio sul “pedal steel” della sua chitarra. Un vero miracolo! E ancora “New Amsterdam” una “slow ballad” bellissima e quella “ Toledo” scritta e composta insiema a Burt Bacharach, raccolta in quello scrigno di gioielli che è un album come “Painted From Memory”. Con “Monkey To Man” tratta dal nuovo disco, Elvis Costello torna ad un rock and roll altamente dinamico, eseguito a velocità un po’ folle. Invita il pubblico ad alzarsi e a ballare sotto il palco, ma forse la Sala di Santa Cecilia intimidisce i più e le adesioni non sono poi molte. Allora, dopo essersi guardato in giro, abbassa l’asta del microfono e al grido di “Se non vi alzate voi, allora mi siedo io!” ci regala una versione toccante di “My Aim Is True”, un brano in cui mette tutto se stesso, una piccola autobiografia in musica. Ancora altri rock blues e rock and roll che precedono i saluti finali, affidati ad una splendida esecuzione di “The Scarlet Tide”, ancora dal nuovo ultimo album. Thanks God for Elvis and His Marvellous Genius! Non esiste al mondo un compositore così prolifico e talmente ispirato da trasformare in melodie memorabili quelle che restano delle semplici canzoni.
Articolo del
07/02/2005 -
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