Sembra proprio che questo 2020 sia iniziato in modo scoppiettante. Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35), Alberto Ferrari (Verdena) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle) un anno fa esatto hanno messo in piedi il progetto musicale I Hate My Village.
Il 18 gennaio è stato pubblicato l’omonimo album “I Hate My Village” per La Tempesta International. I tour in giro per l’Italia sono stati copiosi registrando molti sold out. Gli I Hate My Village sono un treno, velocissimo, implacabile su cui almeno una volta bisogna salire. Il 5 gennaio questo convoglio, collaudato a puntino, è partito e ha fatto tappa a Roma per esibirsi al centro sociale Angelo Mai un luogo di ritrovo importante per la capitale che, nonostante diverse disavventure, continua a porsi obiettivi di socialità e cultura.
Lo show è iniziato poco dopo le 23 e, per un’ora e mezza abbondante, il pubblico romano ha potuto assistere ad una corposa e intensa performance scandita da una musica potente, dinamica e piena di groove. È stata una serata strepitosa. Il concerto ha superato le aspettative di chi era lì ad assisterli per la prima volta mentre, chi ormai è diventato un forte sostenitore di questa superband italiana, riusciva perfino a canticchiare insieme ad Alberto Ferrari qualche strofa in inglese. Osservando la band sul palco si ha l’impressione di vedere quattro amici che si divertono a suonare insieme.
È meraviglioso notare i sorrisi che si scambiano tra un pezzo e l’altro Adriano Viterbini e Alberto Ferrari, osservare Fabio Rondanini che non è mai sazio della sua batteria e continua a tenere chino il capo fino all’ultimo secondo e poi ancora ammirare la concentrazione di Marco Fasolo che, come gli altri suoi colleghi, è sereno su quel palco ma perché è lì per fare ciò che sa fare meglio suonare.
La band durante il live ha portato in scena l’intero album ad eccezione del pezzo Location 8. Ad incuriosire ancora di più l’attenzione del pubblico sono stati, oltre alla splendida cover di Don't stop 'til you get enough di Michael Jackson, due pezzi Elvis e Chennedi entrambi presenti nell’Ep, uscito il 10 maggio, dal titolo “I Hate My Bonus Tracks” . Infine con la canzone Tubi Innocenti, un estratto del secondo disco solista di Adriano Viterbini “Film O Sound”, uscito nel 2015, si è chiuso lo show in bellezza.
Il picco massimo della serata è stato raggiunto nel momento in cui questi quattro mostri da palcoscenico hanno iniziare a suonare Tony Hawk of Ghana, il primissimo singolo lanciato dal gruppo, e dopo pochi secondi hanno domandato al pubblico, ai più temerari, ai più disinibiti, di salire sul palco, per ballare tutti insieme.
In un mondo pieno di incertezze, salti nel buio e parole come macigni quello che è chiaro è che la musica sarà sempre un’ancora di salvezza, una fonte di ispirazione, una boccata di aria fresca o semplicemente un rifugio sicuro. L’augurio è che questo treno non si fermi più perché non si è mai veramente sazi di suoni nuovi.
Articolo del
08/01/2020 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|