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Stephen Malkmus
Live @ Santeria Toscana 31 - Milano - 27/09/2019
27/09/2019
di
Paolo Castellano
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Come il buon vino, ci sono certi performer che più invecchiano e più maturano artisticamente. È sicuramente il caso di Stephen Malkmus, storica voce dell’indie rock americano che ha vissuto i suoi fasti con il gruppo Pavement negli anni ’90. Malkmus è attualmente impegnato in un tour europeo per promuovere la sua ultima fatica discografica Groove Denied (Domino Records), che corona la sua trentennale attività nell’ambiente musicale indipendente.
Il cantante di Santa Monica ha da tempo intrapreso una carriera da solista. Infatti il 27 settembre si presenta all’auditorium del Santeria di Milano davanti a un intimo numero di spettatori con il minimo indispensabile: una chitarra, un computer e un synth a tastiera. Un look semplice sullo stage: camicia aperta e collanina da surfista. Ad aprire il suo live durato un’ora, il cantautore Martin Frawley.
Il concerto di Malkmus è qualcosa di insolito. La prima parte la dedica all’ultimo disco, smanettando sul suo Macbook. Il pubblico viene subito investito da un sound fuori dalle logiche discografiche, prettamente sperimentale. La performance dal vivo è stordente e affascinate.
Meraviglia infatti come Malkmus si diverta a mischiare sound synth-pop, dancefloor tecno e la sua voce distorta che declama testi criptici ed ermetici come nel caso della traccia Belziger Faceplant. Bit Wilder dà invece inizio al live con battiti rallentati e influenze derivate dal post-punk britannico. Oltre ai nuovi pezzi dell’ultimo album – la cui copertina è appesa alle spalle dell’artista – nella scaletta c’è anche posto per alcuni classici dei Silver Jews e dei Pavement. La malinconica Spit on a Stranager ne è un lampante esempio. Una menzione onorevole va anche alla cover Ocean dei Velvet Underground eseguita con dedizione e ossequio, da far venire la pelle d’oca.
Le movenze di Malkmus sono curiose e divertenti. Dai saltelli rock di Come Get Me ai balli lascivi da rave nella computer jam Assimilate High. Il cantante californiano interagisce più volte con il pubblico, scherzando con chi si trova in prima fila: «Ti danno fastidio le luci? Certe volte sono accecanti!». Il meglio però viene fuori quando Malkmus accontenta un suo fan che dalle retrovie gli chiede di suonare Fight This Generation. Nel finale ovviamente lo accontenta. In conclusione, il live di Stephen Malkmus è la quintessenza della sua creatività ormai indirizzata verso una sperimentazione nel campo dell’elettronica e della manipolazione del suono: effetti psichedelici in cui le voci rimbalzano e svaniscono. È palese che Malkmus si diverta a far quello fa, realizzando preziosi live che resteranno tali per la loro unicità.
Scaletta:
1. A Bit Wilder
2. Forget Your Place
3. Spit on a Stranger (canzone dei Pavement)
4. Viktor Borgia
5. Come Get Me
6. Ocean (cover dei Velvet Underground)
7. Belziger Faceplant
8. Front Wards (canzone dei Pavement)
9. Grown Nothing
10. Assimilate High (Computer Jam)
11. Ocean of Revenge
12. Rushing the Acid Frat
13. Trains Across the Sea (canzone dei Silver Jews)
14. Fight This Generation (canzone dei Pavement)
15. Black Out (canzone dei Pavement)
Articolo del
30/09/2019 -
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