Seconda data, ma prima volta nei teatri, per il tour di supporto a Il Nuotatore, nuovo lavoro dei Massimo Volume, fresco di pubblicazione. È un live diverso stavolta, titubante, insofferente e pieno d'imprecisioni. È bene dirlo, i nostri non hanno di certo brillato per un'esecuzione impeccabile, anzi si sono fermati per tre volte, l’ultima per problemi di basso in spia.
La differenza senza Pilia si sente? Si abbastanza ma il risultato finale, anche se ampiamente inficiato da un’acustica che per ¼ ha massacrato voce e strumenti completamente slegati fra loro, è comunque piacevole e d’impatto. L’esibizione dura quasi due ore, con una scaletta non del tutto convincente, e pesca dall’ultima fatica in studio incentrando gran parte dello spettacolo sulla seconda vita artistica (Fred, Nostra signora del caso, Una voce a Orlando) dopo il gran ritorno del 2008.
Clementi non è di certo uno che si siede facilmente sul passato (Domani Vedremo) al massimo, se ne dovesse sentire il tanfo stantio di sangue rappreso preferirebbe starsene in disparte, in silenzio. Infatti, è solo verso la fine che i quattro vanno a ripescare composizioni di altra grana che riacciuffano uno show partito in modo zoppicante (La cena, Coney Island).
Chiudono con la seconda manciata di encore che comprendono Il primo dio, Qualcosa sulla vita, Fuoco fatuo, caldamente accolte con un boato del pubblico. Non del tutto a fuoco, ancora necessitanti di rodaggio e un maggiore affiatamento, i Massimo Volume passano la prova con qualche riserva e difficoltà che spariranno sicuramente da metà tour in poi. Insomma aspettiamo l’estate per un secondo contatto e un giudizio definitivo, per quel tempo loro si faranno trovare pronti “ne siamo quasi sicuri”
Articolo del
04/03/2019 -
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