Un piovoso e freddo lunedì sera ha accolto i Dashboard Confessional a Londra, loro che vengono dall’assolata Florida, accordandosi forse alla loro musica introspettiva che è stata fra le prime ad aprir le porte a quello che sarebbe poi diventato il genere emo.
C’era molta attesa al Koko, in quanto i Dashboard Confessional non pubblicavano un disco dal 2009 (Alter the Ending); il nuovo album Croocked Shadows è uscito a marzo 2018, ed è passato, forse, un po’ in sordina. Ma la band è ritornata con il botto: in tour da maggio di quest’anno, hanno girato l’America, l’Australia e l’Europa, (nessuna data in Italia, purtroppo) e sono approdati il 19 Novembre al leggendario locale di Londra, per poi volare a Dublino e ritornare in America per le ultime date del tour, fissate per la prossima primavera.
Hanno aperto il concerto i Black Foxxes (da Exeter, UK), riscaldando l’atmosfera con il loro sound piacevole che ricorda il grunge anni ‘90, con influenze indie e qualche tocco “early emo” degli anni 2000, che rende le loro canzoni viscerali ed emotive. Una band perfetta per aprire il palco ai Dashboard Confessional. Se li volete ascoltare hanno pubblicato un EP, Pines, e in Inghilterra contato un considerevole numero di fan.
Il concerto dei Dashboard Confessional è iniziato in maniera inconsueta, ma anche perfettamente coerente al loro stile: il cantante Chris Carraba è salito sul palco con la sua chitarra acustica ed ha suonato “The best deceptions”. E’ stato un momento inaspettato ed emozionante, perché ogni persona ha da subito iniziato a cantare, e tutto il pubblico era a suo agio, una sorta di serena eccitazione. Il resto della band ha poi raggiunto il cantante e hanno proseguito con la più movimentata “Vindicated”, presente nella colonna sonora di Spider-Man, dando uno scossone al pubblico. La performance è proseguita seguendo la matrice iniziale, e cioè una serie di canzoni live, potenti, piene, alternate ad alcune sessioni acustiche, più introspettive.
I Dashboard Confessional sono stati definiti, principalmente, i precursori del pop-rock emo, e, anche se nel tempo hanno sperimentato diversi generi musicali, in tutta la setlist di stasera c'era una sorta di costante promemoria del loro passato, un ritorno agli anni 2000, quando erano al loro apice; ma naturalmente, hanno anche suonato alcune nuove canzoni, come “We Fight”, dall'ultimo album "Crooked Shadows".
Le loro canzoni pop, leggere ma intense, con tocchi di nostalgia, sono state davvero coinvolgenti, la band ha dimostrato di possedere una coesione e un potere evocativo tangibile; la loro musica arriva, emozionando. E anche se sono passati 18 anni dal loro primo live, il cantante Chris Carrabba suona e canta ancora bene come allora, con un timbro più sicuro, più maturo. Possiede un incredibile talento, che dimostra anche live, e rende chiaro il motivo per cui la band è tornata insieme e continua ad avere molto seguito, anche in Europa.
I Dashboard Confessional sono una di quelle band da vedere live, quando danno il loro meglio, che sia canzone rock, che una sessione acustica. Sanno perfettamente come aumentare l'energia e coinvolgere il pubblico con le canzoni più veloci e sanno come rallentare ed emozionare, senza mai scendere nel melenso. E credo che il loro coraggioso modo di aprire il concerto con una canzone acustica, sia stato in realtà un evidenziatore, un highlight, un dire “noi siamo questo”, dando un’atmosfera così intima all’intero concerto, unica, direi, facendoti sentire quasi a casa
(foto di Selena Ferro)
Scaletta
Solo The Best Deceptions
Tutta la band Vindicated The Sharp Hint of New Tears The Good Fight Saints and Sailors Get Me Right Don't Wait We Fight Remember to Breathe Rapid Hope Loss Again I Go Unnoticed
Solo This Ruined Puzzle Carry This Picture The Places You Have Come to Fear the Most Burning Heart
Tutta la band Screaming Infidelities
Encore Hands Down
Articolo del
18/12/2018 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|