Un appuntamento irrinunciabile per gli amanti delle sonorità stoner/doom quello del 16 novembre 2018 all'Orion, dove i pionieri del genere, gli Electric Wizard, sono stati accompagnati dalle sonorità altrettanto lisergiche dei nostrani Caronte.
Immergersi in una serata di questo tipo significa abbandonare la coscienza di sè che si vive normalmente, significa entrare dalla porta principale in un mondo di misticismo avvolto in fumo greve, di vibrazioni sottopelle che arrivano fin dentro l'anima. L'Orion ha da poco cominciato a riempirsi di decine di accoliti che hanno risposto a questo atteso evento, e la sala già è pregna di un'alchimia estraniante, di uno strato d'altrove in cui il colore dell'aria si tinge di rosso, e poi verde, e poi nero, trasformando il luogo in un oscuro anfratto di perdizione sensoriale.
La scenografia dei Caronte, band di Parma, immerge ed è artefice di queste mutabili condizioni, con l'altare e la flebile luce delle candele che lentamente discernono le coscienze, in una diffusa ipnosi che si viene a percepire man mano che la loro setlist avanza, cinque tracce di doom-metal in cui lo sciamano Dorian, frontman del gruppo, guida e sostiene l'avanzare del rituale come fosse una funzione religiosa dove ogni sferzata è un inno, ogni grido una benedizione, esaltando l'esecuzione di pezzi come Abraxas o The Moonchild.
Giusto il tempo di riprendere fiato, di riallacciare per una mezz'ora il contatto con il mondo che lì fuori ancora scorre veloce, che ecco gli stregoni farsi strada verso la scena, in un'oscurità sfrondata di ogni appiglio e restia a concedersi agli astanti.
La lunga attesa che accompagna il ritorno degli Electric Wizard in Italia è palpabile tra gli astanti, quando ecco che due parole appaiono alle spalle del palco, decine di piccole lampadine ad illuminare il loro nome su di uno schermo, e, più in là nella scaletta, ad esaltare la funzione lisergica ed allucinogena della loro produzione in caleidoscopici frattali. Le tonalità di colore che si percepiscono mutano in continuazione in una fluttuazione di vibrazioni figlia di un bisogno primordiale, quello di comunicare, di trasmettere non solo attraverso le parole, ma agendo in modo subdolo sulla percezione della realtà.
Man mano che la notte avanza, i pezzi proposti scorrono attraverso le vene e divengono parte del rituale, See You In Hell, Incensce For The Damned, senza dimenticare classici come Funeralopolis e Dopethrone dall'omonimo album, brani che trasfigurano il concetto stesso di doom o stoner ed in sede live divengono droghe vive che arrivano a saturare completamente la mente.
Alla fine della serata sembra di riemergere da un'oscurità durata mille anni, con il fumo che ha progressivamente riempito la sala canalizzando lo sguardo assuefatto del popolo della notte sui quattro stregoni, e d'improvviso si realizza di aver assistito ad uno spettacolo unico e rigenerante mentre lentamente si ritrova contatto con il presente, perchè per combattere l'oscurità lì fuori bisogna anche averne ascoltato le odi, racchiuse in un concerto di chi grazie a lei ha scrutato l'abisso e l'ha raccontato, gli Electric Wizard.
Caronte Setlist:
1. Temple Of Eagles 2. Ode To Lucifer 3. Abraxas 4. The Moonchild 5. Black Gold
Line-up:
• Dorian Bones – vocals • Tony Bones – guitars • Henry Bones – bass • Mike De Chirico – drums
Electric Wizard Setlist:
1. Witchcult Today 2. Black Mass 3. Return Trip 4. See You In Hell 5. Incense For The Damned 6. Satanic Rites Of Drugula 7. Dopethrone 8. … A Chosen Few 9. Funeralopolis
Line-up:
• Justin Oborn – vocals & guitars • Liz Buckingham – guitar • Haz Wheaton – bass • Simon Poole – drums
Articolo del
23/11/2018 -
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