Lo avevamo già detto tempo fa, ascoltandoli a lungo in giro per la rete, e lo ribadiamo oggi, dopo averli visti per la seconda volta dal vivo in pochi mesi, qui a Roma: Coma_Cose sono una delle più potenti realtà di questa Italian Renaissance che Spring Attitude ha fotografato nell'Italian Attitude Night al Lanificio di via Pietralata 159.
È circa l'una, quando Francesca e Fausto, in splendida forma e sempre più sicuri, salgono sul palco in una sala gremita e fomentata, coadiuvati dalla batteria live che ai più anziani seguaci di piste underground fa pensare al connubio rumorista dei D&V (Drum & Vocals), negli anni Ottanta europei persi tra sepolcrali concerti da spalla di Current 93 e Nurse With Wound, ma è solo una lontana e sfasata assonanza visiva.
Lo stesso il battito possente e preciso della batteria squarcia la sala e libera un pubblico di giovani e non solo che accompagna i suoni e le parole di questa nuova poesia metropolitana di Coma_Cose (grazie all'etichetta Asian Fake), nella versione più cupa e distorta di Cannibalismo, Deserto e Golgota, come nei cori ripetuti delle ultime, splendenti, uscite, dal perfetto terzetto di Inverno ticinese (Anima Lattina, Pakistan, French Fries, già recensito su questa rivista) a Post-concerto e Nudo integrale, passando, per Jugoslavia e il ritornello ripetuto a mille dal pubblico che salta: Vengo da niente/e voglio tutto. C'è tempo anche per una cover di un classico dell'hip hop italiano, Cani sciolti di Sangue Misto, che nella memoria rimane sempre un ricordo apicale della prima ondata del “rap italiano”, con la meravigliosa e forse inarrivabile triade Neffa, Deda & DJ Gruff.
Ma Coma_Cose si conferma come una sorta di magico scrigno musicale nel quale precipitano gli ultimi cinquant'anni di intuizioni musicali del Belpaese: da una certa poetica letteraria di una Milano che affonda negli anni del boom (da Piero Manzoni in giù), al successivo cantautorato che inventa immagini e imprevedibili combinazioni lessicali (certo l'evocato De Gregori, loro “artista rap preferito”, “dolce venere di rime”, quindi Battiato e Battisti, anche post-Mogol), fino alle sonorità ripescate dai primissimi novanta, ibridate con uno sfondo electro più che contemporaneo, fino a uno stile, un'aura, un'atmosfera, un mood complessivo che sembra davvero tirare i fili migliori di una storia a contropelo, popolare e raffinata, della poesia musicale italiana calata nell'attuale contesto europeo di sonorità tardo-elettroniche. Hip hop e spazi urbani; melodie pop e “rap poesia della strada”; cassa dritta e surreali giochi di parole. Il concerto scivola via, tra molti bis, invocati dalla sala, che “i pezzi li abbiamo finiti”!
Certo non nascondiamo un debole per Francesca/California e il suo perfetto mix di performance, invenzioni linguistiche, flow e voce che arrivano dritti a cuore, gambe e cervello, ma il gioco di coppia con Fausto Lama – con la sua creatività anche nei video – è davvero uno stato di grazia permanente che vogliamo continuare a goderci nel tour estivo e nel disco che verrà.
Tifiamo Coma_Cose!
Articolo del
06/06/2018 -
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