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Black Lips
Live @ Monk Club, Roma 17 maggio 2018
di
Fabrizio Biffi
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L’atmosfera si fa subito rarefatta sotto il palco del Monk non appena i cinque diavoli di Atlanta fanno capolino sul palco per imbracciare e accordare (?) gli strumenti. Gettate di fumo artificiale creano una nuvola sul palco e avvicinano i fedelissimi (fortunati) a poca distanza dai redivivi Black Lips protagonisti di stagioni musicali selvagge sin dagli esordi, quando a inizio secolo vennero indicati tra i gruppi più incendiari della scena garage rock americana.
Della formazione originaria ritroviamo il chitarrista Cole Alexander, il bassista e vocalist Jared Swilley e la sassofonista Zumi Rosow. Alla batteria Oakley Munson ha sostituito Joe Bradley e Jack Hines è arrivato come secondo chitarrista al posto di Ian Saint Pé Brown.
L’inizio è incandescente con lanci di carta igienica e il suono inconfondibile della band di Atlanta che fa muovere e ondeggiare il selezionato pubblico romano innescato dalle note di Sea of Blasphemy.
Chi è nuovo a questo genere di esperienze live, intuisce subito l’aura di caos, suggestione e rock’n’roll che ha fatto dei Black Lips uno dei gruppi più selvaggi e credibili ancora in circolazione.
Anche se il loro ultimo album, Satan’s Graffiti Or God’s Art?, uscito nel 2017 è passato troppo inosservato, la grandezza dei monelli di Atlanta sta proprio nelle loro esibizioni dal vivo dove trasformano il repertorio in una grande cavalcata che passa dal garage rock più puro alla psichedelia, il blues e improvvise atmosfere country.
E allora bisogna ammettere che partecipare ad un concerto dei Black Lips è come andare ad una festa piena di amici e di parecchi imbucati dove la regola è quella di gettarsi nella mischia e fare caciara in mezzo ad un diluvio di ottimo rock’n’roll, senza pensieri
Setlist 1. Sea of Blasphemy 2. Modern Art 3. Family Tree 4. Dirty Hands 5. Satan 6. Cold Hands 7. O Katrina! 8. Georgia 9. Boomerang 10. Crystal Night 11. Time of Scab 12. O Delia 13. Can't Hold On 14. Stranger 15. Hippie, Hippie, Hoorah (Jacques Dutronc cover) 16. Raw Meat Encore 18. Gospel 19. M.I.A.
Articolo del
18/05/2018 -
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