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Radio Moscow
Live @ Roma, Evol Club, 12 maggio 2018
di
Giuseppe Celano
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A differenza di sei mesi fa il ritorno dei Radio Moscow nella Capitale va meglio del previsto, Griggs è molto più tranquillo del solito, non sbuffa né scende dal palco a meno di un’ora dall’inizio dello show. Con un giorno di distanza dal suo compleanno, festeggiato venerdì 11 maggio all’Ohibò di Milano, gli facciamo gli auguri poco prima del set. Il contenuto della bottiglietta che regge in mano è, udite udite, acqua che contrariamente al Jack Daniel’s della volta precedente gli permette di salire sul palco mantenendo calma e concentrazione. Il tutto succede velocemente mentre con un orecchio siamo sintonizzati sulle bordate dei Mr. Bison che sul palco stanno facendo la loro sporca figura.
Alle 23.30 il trio ha già preparato tutto il necessario per mettere a fuoco e fiamme l’Evol e, in un attimo, eccoli sul palco per sputare il nuovo materiale suonato d'un fiato. Si va da New Beginning a Death QueenThe Great Escape Of Leslie Magnafuzz e Brian Cycles, arricchita di bordate al wah-wah. Gli assoli sono così feroci che, l’utilizzo parossistico del bending e del vibrato, costringono Parker ad accordare la sua Fender Stratocaster ogni due per tre.
Fra i ganci in pieno volto non può mancare l’adrenalinica 250 Miles, con il suo irresistibile crescendo fino all’esplosione pirotecnica del segmento centrale. A seguire Before It Burns e Last To Know sono annunciate così velocemente, con la voce impastata dagli effetti e dall’acustica non proprio efficace, che il pubblico applaude sulla fiducia chiedendosi poi cosa abbia blaterato il buon Griggs. Stasera è più in forma del solito e si sta divertendo molto, mentre il bassista appare molto stanco in volto ma sempre efficace, forte di una distorsione mammuth che fa tremare anche il pancreas. Il “lavoro in pelle” (cit.) alla batteria colpisce con pattern circolari e ipnotici che permettono a Parker una digressione psicotropa in stile Third Stone From The Sun (Hendrix) che dal vivo ovviamente si trasforma in una suite ricca di accelerazioni, sciamanici incantesimi centrali e ottundenti flashback che si ricollegano al chorus iniziale.
In chiusura, e su esplicita richiesta avanzata nel momento degli auguri, Parker ci concede un solo bis, Broke Down con cui demolisce il resto del locale e i nostri residui dubbi
Articolo del
14/05/2018 -
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