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Paolo Zanardi
Paolo Zanardi canta Piero Ciampi @ Poppyficio – Roma 26 ottobre 2017
di
Maria Grazia Umbro
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Nel neonato circolo Arci più piccolo d’Italia, il Poppyficio, inizia una stagione di minilive tributo a grandi cantautori da parte di altrettanti talenti del nostro panorama. La prima puntata si è svolta giovedi 26 ottobre ed ha visto Paolo Zanardi interpretare Piero Ciampi.
L’atmosfera è quella calda e amichevole dell’osteria di quartiere, dove gli avventori che non hanno trovato posto a sedere si assiepano lungo le pareti come ad abbracciare il cantante di turno, Paolo Zanardi che dallo spigolo del suo tavolo imbraccia una chitarra e, senza alcuna amplificazione, una volta raggiunto un religioso silenzio inizia il suo piccolo viaggio alla riscoperta del repertorio di Ciampi.
Fra i tavoli ancora apparecchiati con piatti e bicchieri, si sparge subito un invisibile fluido di poesia che sgorga dalla voce di Zanardi. La serata scorre insieme alle note della chitarra, alla voce rotta di Zanardi sulle parole di Ciampi, e insieme al vino e alla gente che sottovoce canta tutte le canzoni, una sorta di riunione di amici intorno ad un falò. Una poesia piacevolmente spezzata ogni tanto da qualche battuta di Zanardi, che non risparmia nessuno fra aneddoti su Ciampi e freddure varie (“serra quella porta!” o “ma che parli? Perché parli mentre io canto?”). Ma questo ne altro tolgono la profonda passione e capacità interpretativa che trapela dalle movenze e dalle smorfie di Zanardi: lui non sta semplicemente cantando, lui sta rappresentando quei sentimenti, trasformando le note in emozioni, anche fisiche, e quando finisce sembra che tutti si sveglino da un torpore dei sensi, e si torna alla realtà. Come tavoli da sparecchiare con piatti e bicchieri vuoti.
Visto l’ultima volta due anni fa, quando presentava il suo disco “Viaggio di ritorno”, Zanardi non si smentisce. Sempre a metà tra Frank Zappa e un personaggio di Andrea Pazienza, è innegabilmente un intrattenitore di anime attraverso il suo modo ruvido di fare musica, come una passata di carta vetrata sulle sfumature superficiali per andare dritto alla forma, alla sostanza. In un luogo, questa volta, che proprio con la sua semplicità e col calore delle persone che lo animano, ha reso tutto più speciale
Setlist: Livorno Sporca Estate Ma che buffa sei E’ Natale il 24 Sul porto di Livorno Il merlo Tu no L’amore è tutto qui Il vino
C’è splendore in ogni cosa Arca di Noè
Articolo del
05/11/2017 -
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