Jerusalem In My Heart e gli Oiseaux-Tempête suonano questa sera all'FGO Barbara, a Parigi (data sold out, tra parentesi). L'accostamento non è casuale. Jerusaleem In My Heart è un progetto di Radwan Ghazi Moumneh, musicista libanese-canadese; gli Oiseaux-Tempête hanno concepito e in parte registrato il loro ultimo album, AL-'AN ! الآن, a Beirut, incontrando gli artisti della scena locale. Entrambi riservano una particolare attenzione al video – Jerusalem grazie all'apporto del filmmaker Charles-André Coderre, gli Oiseaux-Tempête grazie a quello degli As Human Pattern. Entrambi credono molto nelle collaborazioni, e non vivono il gruppo come un'entità stabile, ma come un progetto che si rinnova ad ogni album. Dopo tutte queste affinità, possiamo dire che per quanto riguarda le cose “serie”, ovvero la musica, abbiamo a che fare con due entità alquanto differenti.
Radwan Ghazi Moumneh aka Jerusalem In My Heart è da solo sul palco questa volta. La sua musica si nutre sostanzialmente di due fonti, che l'artista vuol mettere in comunicazione: da un lato la tradizione araba, che si concretizza nello stile canoro e nell'utilizzo del bouzouki (tipico strumento a corde, simile al mandolino); dall'altro l'elettronica, con basi assordanti mandate in loop. Il risultato è un mix ipnotico e caotico tra il vecchio e nuovo, Oriente e Occidente e chi più ne ha più ne metta. La direzione intrapresa è interessante e originale, ma Radwan sembra più coinvolgente quando l'elettronica è messa da parte e lui e il suo strumento si fanno cantori di un mondo lontano, sospeso, desiderato...parte importante della performance sono i video proiettati: immagini di quel mondo che vengono distorte, colorate, modificate con un'estetica che si rifà a Stan Brakhage.
Tocca agli Oiseaux-Tempête. La formula prevista questa sera è la seguente: oltre ai due membri fissi, i polistrumentisti Frédéric D. Oberland e Stéphane Pigneul, c'è un non ben identificato (ottimo) batterista e nientemeno che Mondkopf, giovane stella dell'elettronica francese, ad occuparsi del synth. Aprono con The Offering, tratta dal nuovo album, e la musica entra in scena. Si, diverse volte durante il loro concerto ho avuto l'impressione che in ballo ci fosse veramente la musica, al di là di tutto il resto...al di là del fatto che ogni disco del gruppo è nato da un viaggio (Grecia-Turchia-Libano), al di là di una visione politica radicale che emerge dai loro lavori, al di là delle immagini di Beirut proiettate...gli Oiseaux-Tempête suonano per davvero. Ogni pezzo prevede strumenti differenti, dall'organo al sax; una chitarra suonata con un arco per violino l'avete mai ascoltata? E allora è chiaro che possiamo definirli post-rock solo nel senso più alto del termine, ovvero se lo intendiamo come tramonto della forma-canzone e caduta degli steccati tra un genere e l'altro. Lo spirito della ricerca ricorda i Godspeed You! Black Emperor, entrambi i gruppi sono in grado di far raggiungere veri momenti di estasi, ma rispetto ai canadesi mi è sembrato che i francesi si compiacciano un po' meno, quantomeno dal vivo. Sale sul palco G. W. Sok. La collaborazione con il cantante dei The Ex ha luogo da diversi dischi. Con gran contegno, recita una poesia del palestinese Mahmoud Darwish durante Through the Speech of Stars. Ma declama anche altro (forse suoi testi?), parla del tempo, dell'istante (AL-'AN! significa Ora!), della memoria...I forget things I've said, I remember things I've not said yet. Vengono i brividi per l'intensità che c'è nell'aria. La musica va avanti come un treno inarrestabile, c'è il crescendo di Beelshamin, il drone di Carnaval, la bellissima Palindrome Series dove dentro ci possiamo trovare dalla psichedelia al free jazz. C'è tempo per un'ultimo ospite, è Radwan Ghazi Moumneh che suona il suo bouzouki per un paio di canzoni. Il bello di questo gruppo è che non sarà mai uguale a se stesso e l'unica stella polare, una volta tanto, sembra essere l'ispirazione. L'apporto di Mondkopf è un grande valore aggiunto, ma chissà cosa ci aspetta in futuro. Speriamo che alla prossima metamorfosi potremo vederli anche in Italia, dove ancora non sono noti quanto meriterebbero.
Articolo del
31/10/2017 -
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