Prima assoluta in Italia, all’interno della rassegna Roma Europa Festival, di Monumental una performance totale che vede per la prima volta insieme i nove danzatori di The Holy Body Tattoo, una compagnia di danza contemporanea originaria di Vancouver, Canada, con i Godspeed You! Black Emperor, straordinario collettivo musicale post rock, originario di Montreal. In attesa di portare in tour “Luciferian Towers”, il loro nuovo album, i GY!BE tornano ad eseguire dal vivo i brani di F#A#?, il loro primo disco, uscito nel lontano 1988, ma lasciano spazio e modo ai conterranei Holy Body Tattoo di Dana Gingras e Noam Gagnon di interpretare a loro piacimento - attraverso coreografie coraggiose, frenetiche e di forte impatto - quei suoni, così apocalittici e cupi, che sono da sempre la caratteristica della band di Efrim Menuck.
Sullo sfondo scorrono citazioni tratte da “Living”, un testo scritto nel 1981 dall’artista statunitense Jenny Holzer, che aveva indagato i fenomeni di alienazione e di follia sempre più presenti nella quotidianità del vivere. A tutto questo si aggiungono le proiezioni di William Morrison su un paesaggio urbano scolpito dalla luce, ideato da Marc Parent. Insomma uno spettacolo totale di 76 minuti, senza interruzioni, che per la prima volta in assoluto fonde musica suonata dal vivo e danza, che ci parla di noi, di questa società così frenetica e ansimante, sempre pronta ad irritarsi, a cercare nemici.
Impossibile non lasciarsi guidare dagli arpeggi ipnotici dei Godspeed You! Black Emperor, capaci di passare da ambientazioni tipicamente orchestrali ad un incedere epico, impetuoso e struggente. Due “drum kit” sul palco, chitarre elettriche e violini che si alternano nel dettare le linee guida dei movimenti dei nove danzatori, vestiti da impiegati, che risultano assolutamente unici nel comunicare attraverso il loro corpo la schizofrenia che li pervade. Mosse improvvise, a scatto, cadute fragorose, urla che fanno ghiacciare il sangue, risate isteriche, fughe in avanti : i loro corpi si cercano, lottano fra loro, si avvinghiano, quasi per cercare un contatto, quasi per trovare calore.
Relazioni personali che si infrangono sotto i colpi dell’avidità e della ricerca del proprio tornaconto. Nessuna illusione, solo la percezione di una umanità fredda e distante senza futuro. L’incedere “metal” di certe progressioni dei GY!BE è devastante: tambureggiamenti impietosi e chitarre lancinanti danno voce a chi non sa badare a se stesso, e non riesce neanche più ad esprimersi. Chiudiamo con una citazione della Holzer che si leggeva chiara nel finale dello show: “Come ci si rassegna ad una cosa che non accadrà mai? Si smette di volerla, si diventa insensibili e si uccide la fonte del desiderio”. Usciamo sepolti da una cappa di sonorità ancestrali e incredibilmente pesanti, ma pregne di significato. Nei nostri occhi i corpi dilaniati dal vivere degli Holy Body Tatto, che in questo spettacolo hanno raggiunto di certo il punto più alto della loro dimensione artistica
Articolo del
14/10/2017 -
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