Terzo ed ultimo giorno di Spring Attitude 2017, il festival di musica elettronica più affermato a Roma. La location questa volta è il grande Guido Reni District, un’ex caserma composta da diversi edifici recuperata per ospitare eventi, mostre e quant’altro. Dopo la giornata di venerdì 26 maggio, sicuramente la più “succosa” del festival, il programma del sabato prevede tanti artisti italiani e soprattutto un po’ meno elettronica rispetto a quanto siamo abituati (infatti, sono diversi i gruppi ad usare strumenti “tradizionali”).
Il primo ad esibirsi è Chassol. Compositore nato in Francia, le sue radici sono però tutte in Martinica, colonia francese nelle Antille. Potremmo dire che il suo concerto è un viaggio nella terra d’origine: dietro di lui e del batterista scorrono fantastiche immagini di vita nell’isola, con i suoi abitanti che prendono la parola, cantando rappando ballando o parlando. Tra momenti emozionanti e intimi, come quando canta un’anziana signora abbracciata a sua nipote, ed altri pieni di vitalità, come quando sfila una parata di danze e colori. L’autenticità e la presenza di queste persone dialoga con la musica di Chassol. La pianola e il synth suonati contemporaneamente, insieme alla batteria che lo accompagna, danno vita a qualcosa di difficilmente incasellabile: funk? World music? Classiche sonate? C’è tutto questo, ma non è abbastanza. Ciò che emerge è un mix tra musica e vita, dal tocco delicato e con attitudine positiva. Un unicum.
Subito dopo WrongOnYou, che ci convince molto meno: il loro è un indie un po’ piacione, spesso coadiuvato dall’autotune.
A questo punto si sarebbe dovuto esibire il progetto inglese Yussef Kamaal, ma per motivi personali ha suonato Yussef (batterista) ma non Kamaal (polistrumentista). Con una line-up diversa dal previsto dunque, il gruppo ci fa comunque ballare con un jazz sognante e accelerato. La loro grande maestria viene apprezzata.
Arrivano poi i Drink To Me, un gruppo italiano a metà tra i New Order e i Placebo. Le basi dal sapore new wave ci stanno, la voce un po’ sopra le righe.
E’ il momento dei Romare, i più attesi della serata. Il gruppo inglese è una strana creatura: l’anima è senz’altro clubbing, ma nella loro elettronica d’atmosfera ci sono anche venature prog e sperimentali. Tanti gli strumenti che fanno capolino: dal flauto traverso al sax…tutto il capannone balla soddisfatto. Segue Sailor & I, artista svedese propone un’elettronica emozionale accompagnata dalla sua voce un po’ retrò, stile disco dei vecchi tempi.
Spazio poi al lungo dj set GQOM OH feat. Nan Kolè & Mafia Boyz. Gqom Oh! è una label di Durban, Sud Africa, che da qualche tempo si è presa il compito di divulgare la scena electro-dance del luogo. Nan Kolè e i Mafia Boyz sono travolgenti: ballano e si muovono tutto il tempo, sono loro i primi a divertirsi come pazzi. Il loro set clubbing con tante incursioni, dai ritmi tribali all’hip hop, risulta molto coinvolgente.
Si esibiscono poi gli Elephantides, una piacevole sorpresa. Il duo italiano dà vita ad un’elettronica giocosa e sincera, con abilità ma senza fronzoli. Inoltre la batteria acustica suonata dal vivo aumenta di molto l’intensità e la bellezza del suono.
Nel complesso, rispetto alle due serate precedenti del festival la terza è risultata un po’ sottotono per quanto riguarda la qualità della proposta (con alcune eccezioni, naturalmente). La scommessa a livello di pubblico e di coinvolgimento è comunque vinta. Arrivederci all’anno prossimo!
Articolo del
31/05/2017 -
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