Serata di primizie quella dello scorso venerdì all’Atlantico di Roma per Le Luci della Centrale Elettrica, la band fondata dal ferrarese Vasco Brondi che ha presentato al pubblico capitolino Terra, l’ultimo album uscito lo scorso 3 marzo per La Tempesta Dischi.
Ad aprire la scena a Le Luci della Centrale Elettrica ci sono stati Colombre (nome d’arte di Giovanni Imparato) che ha fatto ascoltare al pubblico alcuni brani molto interessanti del suo progetto Pulviscolo, e Flavio Giurato (cantautore romano, fratello del presentatore Luca Giurato) che ha da poco ristampato in vinile il suo disco del 1982 Il Tuffatore.
All’arrivo de Le Luci il pubblico si è trovato di fronte a una band quasi mistica, molto più ritmica e rock che ha avviato sin dal primo pezzo un racconto musicale capace di unire l’Italia con posti lontani, eppure emozionalmente molto vicini, come la Cina o l’Africa. Non sono mancati durante la serata, inoltre, i momenti sentimentali, basti pensare alla bomboniera di Terra dal titolo Chakra, ma anche i ritorni al passato, come Per Combattere l’Acne che ha ricordato quella prima fase quasi cantautoriale, che ha permesso al gruppo di formarsi e raggiungere la maturità odierna. Tra i brani degli album precedenti sono stati eseguiti anche Macbeth nella Nebbia (da Costellazioni) e Quando Tornerai dall’Estero (da Per Ora Noi la Chiameremo Felicità).
A tre anni da Costellazioni, il nuovo disco è sicuramente differente rispetto ai precedenti, soprattutto dal punto di vista musicale. Come lo stesso Brondi ha dichiarato su Facebook: Terra «è un disco etnico ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire "nuova") che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane, le distorsioni e i canti religiosi, storie di fughe e di ritorni».
Questi ritmi balcanici e il racconto dei viaggi hanno scaldato il pubblico romano, un pubblico appassionato che ha cantato a squarciagola tutte le canzoni, anche quelle più fresche.
La linea di continuità con il passato è sicuramente nel lessico dei testi, ricchi di termini che forse un paroliere non sceglierebbe mai, ma che Vasco Brondi usa sapientemente, attingendole dalla vita di tutti i giorni, dalla tecnologia e dalla modernità cibernetica .
Il lancio di Terra è stato accompagnato da un libro omonimo, diario dei viaggi che Vasco Brondi ha affrontato negli scorsi anni (da Cuba alle Azzorre, fino al ritorno nel Profondo Veneto).
Articolo del
10/04/2017 -
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