Secondo capitolo per Deproducers e il loro progetto Musica per Conferenze Scientifiche dal titolo “Botanica”. Questa volta, dall’infinito mondo di astri, stelle e pianeti, che fu il tema di Planetario (2015), veniamo catapultati nel grande universo vegetale. Il progetto è nato in collaborazione con Aboca, azienda leader in prodotti fitoterapici e piante medicinali, il cui direttore Massimo Mercati è salito sul palco della Sala Sinopoli per una breve presentazione.
“Siamo ospiti di un giardino nel quale il 97,3% della biomassa è vegetale. Il restante 2,7% è costituito per due terzi da insetti, e solo un terzo comprende pesci uccelli e mammiferi. La specie umana con i suoi 7 miliardi di esemplari rappresenta soltanto lo 0,01% dell’intera biomassa. Per un alieno che osservasse il pianeta saremmo apparentemente irrilevanti.”
Con queste parole, poco dopo le 21 del 21 marzo - primo giorno di primavera, il prof. Stefano Mancuso (fondatore della neurobiologia vegetale, professore presso l’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale) accompagna l’apertura dello spettacolo.
Sul palco è montata una struttura di sei torrette davanti alla quale è appeso un telo a rete sul quale vengono proiettate delle immagini, ma è quasi totalmente trasparente per cui si vede una scenografia simbolica rappresentata da finti tronchi posizionati in orizzontale, come fossero accatastati, che in realtà celano le postazioni dei cinque musicisti: davanti, da sinistra Max Casacci – chitarre elettriche, programmazioni elettroniche, percussioni , Riccardo Sinigallia – chitarra acustica, voce, elettronica, Vittorio Cosma – pianoforte, sintetizzatore, chitarra acustica, percussioni, HuLuSi; alle loro spalle Simone Filippi – batteria e percussioni, e Gianni Maroccolo – basso, elettronica.
La formula è quella già collaudata con Planetario: il prof. Mancuso interviene con le sue spiegazioni passeggiando su un corridoio antistante i musicisti, sempre per metà nascosto dai tronchi accatastati, alternandosi con le parti musicali, il tutto accompagnato da proiezioni di grande effetto. Una novità è la voce narrante di Riccardo Sinigallia su alcuni brani.
“Questi grandi congegni così sofisticati esistono. Si chiamano alberi” Il percorso sul pianeta verde si snoda fra nozioni specifiche ma essenziali, rese interessanti e comprensibili grazie ad un racconto vivace. Si parla di alberi, della durata di vita degli esseri viventi paragonata a quella delle specie vegetali - “tra i vegetali ci sono specie di alberi come i Pinus Longaeva che possono vivere oltre 4.700 anni” – e anche di fotosintesi.
Come dicevamo, di grande effetto le proiezioni, inizialmente sul telo antistante la scenografia: le immagini si trasformano in ologrammi animati e si ha l’impressione che delle forme tridimensionali prendano vita nel buio. In seguito il telo verrà fatto scivolare a terra e le proiezioni si spostano sullo sfondo e su occasionali teli bianchi posizionati a metà scena, che vengono alzati ed abbassati all’occasione. Nei visual si vedono radici, foglie, rami che crescono, simulando il loro ciclo vitale o parte di esso. “Per una pianta avere un cervello non sarebbe un vantaggio”
Scopriamo poi l’esistenza del Global Seed Vault, un luogo in cui si conservano i semi di gran parte delle piante esistenti, una specie di archivio sicuro situato alle Isole Svalbard per garantire la sopravvivenza dei semi. Da qui qualche cenno ad alcune specie vegetali dalle quali l’uomo ha tratto vantaggio in medicina, o per sfamarsi, o più semplicemente per respirare ossigeno. Il racconto si fa poi divertente quando, per spiegare che le piante sono consapevoli dell’ambiente che le circonda e che si muovono molto senza spostarsi mai, il professore ci mostra il suo esperimento con il fagiolo: nel video (a velocità rapida) si vede una pianta di fagiolo che dal suo vaso si allunga sforzandosi di raggiungere un paletto per arrampicarvisi, dimostrando di sapere esattamente in che direzione andare – “questo fagiolo sa dove sta il palo, non gliel’ho detto io! Se gliel’avessi detto sarebbe una scoperta ancora più grossa.”
La chicca, a mio avviso, è nel finale dove Riccardo Sinigallia, voce e chitarra, esegue “Ci vuole un fiore” (filastrocca di Gianni Rodari musicata da Sergio Endrigo), e nel finale nell’arrangiamento si inserisce Max Casacci con l’arpeggio di Norwegian Wood (The Beatles, 1965).
Insomma, come già sperimentato, il connubio musica-scienza ha funzionato un’altra volta grazie all’alchimia di questo ensemble di professionisti della musica che rendono piacevole una lezione di scienze, fanno si che lo spettatore si senta parte integrante del documentario, trasformando le nozioni in emozioni attraverso le note musicali. Una menzione va fatta per il packaging del CD: un box in cartone verde formato 17x17, con apertura doppio lato e interno in cartoncino a soffietto con grafiche esplicative degli argomenti trattati nello spettacolo relativamente ad ogni traccia (quindi con i testi narrati da Sinigallia) e alcune delle immagini riprodotte nelle proiezioni (fra l’altro il disco è disponibile anche su doppio vinile). Il tour di Botanica prosegue in Italia (22/4 Genova, 26/5 Rovereto TN, 3/06 Sansepolcro PG, 22/07 Firenze, 6/08 Locorotondo BA, 15/09 Pordenone) e in seguito all’estero, sia in Europa che in USA. Soundtrack: 1. Pianeta Verde 2. Dendrocronologia 3. Fotosintesi 4. Radici 5. Natura psicoattiva 6. Società vegetale 7. Global Seed Vault 8. Sviluppo di un fiore 9. Vegetazione modulare 10. Disboscamento 11. Botanica
Articolo del
23/03/2017 -
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