A volte è davvero difficile raccontare qualcosa. Contrariamente a quello che si può pensare, è nelle cose che conosci e che apprezzi che ti devi misurare con la difficoltà di raccontarle, e non solo per il rischio palese di essere di parte. Succede con Filippo Gatti, cantautore romano della vecchia scuola, che oltre al fortunato periodo con gli Elettrojoyce, ci ha allietato con le sue produzioni da solista, e le collaborazioni, una miriade, con altrettanti talenti del nostro panorama musicale.
Stasera torna a Roma, finalmente in un contesto appropriato come il teatro Brancaccino luogo intimo con un’acustica perfetta, diventa il salotto ideale dove farsi abbracciare dal caldo suono della chitarra e della voce di Filippo. E finalmente lui protagonista sul palco, accompagnato dall’egregio Matteo D’Incà alla chitarra elettrica e da Arianna Gaudio, attrice, che insieme a lui ha cantato e recitato.
Ascoltarlo è puro piacere, voce un po’ graffiata e chitarra acustica, perennemente da accordare (su questo lui scherza sempre dicendo che l’accordatura delle chitarre è la parte più bella di un concerto, quella che gli alieni terrebbero cancellando tutto il resto...). Il suo modo gentile di fare musica ci culla in un breve excursus della sua carriera, tentando anche brani non proprio ideali da fare in solo, come Girasole e Balena, del vecchio repertorio Elettrojoyce, passando per i molti pezzi scritti nella sua seconda vita, inserendo anche cover a cui è affezionato e pezzi di repertorio folk.
Uno showcase impreziosito dall’accompagnamento di Arianna Gaudio che nella parte centrale della scaletta legge i testi tradotti delle due cover May You Never e Moonshine, e canta con lui i due brani folk Maremma amara (tributo alla terra dove ormai da anni si è trasferito a vivere) e La notte è bella (un canto pugliese rivisitato in romano).
Un’altra occasione per apprezzare le qualità tecniche e artistiche di Filippo Gatti, da troppo tempo lontano dalle scene e dal panorama musicale italiano dal quale si tiene ai margini per lavorare su più fronti: il recente debutto in teatro di “Vota Kurt Cobain” spettacolo di e con Arianna Gaudio, i cui testi sono scritti a quattro mani, oppure la direzione della Maremma Orchestra, o la produzione di altri piccoli artisti come la band toscana Il Ballo dell’Orso. Insomma, un vero e proprio artista completo e poliedrico, la cui mancanza si sente soprattutto a Roma dove ogni volta è una riunione di amici che accoratamente lo abbracciano e cantano emozionati le sue canzoni. Chissà quanto ci vorrà per sentirlo di nuovo live, e soprattutto quando ci allieterà con un nuovo disco, ma noi avremo pazienza e saremo li ad attenderlo perché, a dispetto di Balena, sappiamo bene che non è per niente stupido il suo tempo.
SETLIST:
Non sei nessuno Girasole No guru Tutti mi vogliono quando mi va bene Balena Country Song May You Never (cover John Martyn) Moon Shine (cover Bert Jansch) Maremma amara (con Arianna Gaudio) La notte è bella (conn Arianna Gaudio) 1968 Solo gli stupidi viaggiano veloci La memoria libera Higher Ground (cover Stevie Wonder)
Il tempo necessario Il pilota e la cameriera
(La foto di Filippo Gatti al Brancaccino è di Vitaliano Limoncello)
Articolo del
13/12/2016 -
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