Torna sulla scena - a oltre quaranta anni di distanza dalla performance originale - il 'Rocky Horror Show' di Richard O’Brien, un’opera che nel 1973 fece scandalo e che adesso invece è diventato un classico che sicuramente ha perso un po’ dell’intento provocatorio originale ma che ha lasciato intatte le sue grandi potenzialità come occasione di divertimento, folgorante, garantito!
L’antipasto dello show ce lo offrono gli spettatori che si sono presentati in gran numero alla prima di questa nuova edizione con la regia di Cristopher Luscombe: parrucche sgargianti, copricapi fantasiosi, abbinamenti azzardati, ragazze in abito corto, rigorosamente nero e con scollature luccicanti, uomini in calze a rete e pantaloncini corti. L’elogio di un essere diversi che è una sorta di omaggio, di sentito riconoscimento, al prototipo di tutto questo, il 'Rocky Horror Show', festoso e incalzante, recitato in lingua originale con Liam Tamne nelle parti di Frank-N-Furter, un giovane scienziato folle, travestito e bisessuale, alle prese con la creazione del suo Rocky, con Richard Meek e Haley Flaherty che interpretano rispettivamente Brad and Janet, due promessi sposi, innamorati, candidi e puri (ma solo in apparenza), con Kristian Lavercombe, che è Riff Raff, il mefistofelico maggiordomo del Rock and Roll che apre le danze, e Kay Murphy nel ruolo di Magenta, l’assistente di “Sweet Transvestite”.
Il dialogo con il pubblico è fitto: le battute, i gridolini e i commenti extra testo fra gli attori e gli spettatori delle prime file sono un ulteriore momento di divertimento dello show, manca però la musica eseguita dal vivo e dobbiamo accontentarci di basi registrate. Poco male, è un attimo: una ruota bucata, un temporale in corso, una scampanellata in cerca di aiuto al castello dove risiede Frank –N- Furter e il gioco è fatto. Scatta la trappola e sulle note di Time Warp comincia un fantastico scambio di ruoli che vede lo scienziato - alla ricerca del piacere dei sensi - amoreggiare prima con Janet e poi con Brad, senza sensi di colpa, per la felicità di entrambi, che scoprono orizzonti diversi. Un forte colpo alla morale bigotta dell’epoca, un importante richiamo alla libertà di espressione anche adesso, che viviamo tempi bui. Molti i riferimenti letterari, su tutto il romanzo gotico, in particolare il Frankenstein di Mary Shelley. Oltre a Sweet Transvestite e a Time Warp sono tante altre le canzoni da ricordare: Dammit Janet, Hot Patootie Bless My Soul, Over At The Frankestein’s Place e I Can Make You A Man in un diluvio di rock and roll che non trascura momenti più melodici, sì perché anche i bisessuali più trasgressivi sanno dare (e ricevere) vero amore.
Musicalmente parlando per chi scrive è stato un ritorno al Glam Rock dei primi anni Settanta, quando sulla scena si affacciavano gli Spiders from Mars di David Bowie e c’era tanta musica buona in giro. Adesso il Teatro Sistina ospita per una settimana il 'Rocky Horror Show', dopo il successo dell’anno scorso con il revival di 'Jesus Christ Superstar' (che tornerà anche nel 2017). Sorge spontaneo un dubbio: visto quello che si vede e si ascolta ai nostri giorni, non è che forse guardare indietro è l’unico futuro per la scena attuale?
(La foto del cast del Rocky Horror Show al Sistina è di Viviana Di Leo)
Articolo del
01/12/2016 -
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