Tagliamo corto: Robert Fripp non è mai stato pazzo ma un diverso a suo modo. Al netto di qualche atteggiamento borderline (despota wannabe) rimane musicalmente il genio di sempre. Dopo il ritiro dalle scene nel 2012, che sembrava necessario e definitivo per gestire il suo piccolo impero cremisi, il nostro decide di ritornare sui propri passi in pompa magna con ben sette elementi. Capitano indiscusso di almeno 8 fenici rinate tutte trionfalmente dalle proprie ceneri, stavolta si presenta con la Mk. VIII, ben tre batterie che formano una trincea ritmica, due asce a sinistra mentre dal lato opposto si piazza Mel Collins. Al centro svetta l’instancabile propulsore Tony Levin a fare da spartiacque con il suo set di suoni profondi e il suo chapman stick di forma fallica.
La leg italiana prevede 8 date (sei sold out con l’eccezione di Torino), per la serata toscana è il Teatro Verdi a ospitare i sette cavalieri dell’apocalisse math-rock. La setlist, neanche a dirlo, è letale. Per l’occasione la band ha richiamato il sassofonista Mel Collins, già a lavoro con sua maestà Fripp in 4 album dei King Crimson, aggiungendo Gavin Harrison alle pelli. Alla seconda (si fa per dire) chitarra troviamo Michael "Jakko" Jakszyk che ricopre il ruolo che per 32 anni è stato di Adrian Belew, cantando e suonando egregiamente anche le parti più complesse. Sono tre ore in tutto ma sembrano mezza, nessun intoppo, neanche l’ombra di un’indecisione. I brani vengono giù come una casca lavica appena eruttata dalla feritoia di un vulcano in super attività. Si parte in modo secco e deciso con l’evolvente Larks' Tongues In Aspic Pt. 1 per scivolare in Cirkus che infligge la prima vera fitta di gioioso dolore al pubblico che si ritrova in Fracture già sudato e in affanno. The Court Of The Crimson King cristallizza il tempo azzerandolo, come se questi 46 anni fossero stati riavvolti da queste malinconiche evoluzioni armoniche. Prima di chiudere, Vroom esalta le doti tecniche dei tre drummer impegnati in una battaglia amichevole, ma non per questo finta, fra sincopati, cambi di (e contro)tempi che anticipano il trittico con licenza di uccidere formato da 'Lizard' ('TheBattle of Glass Tears - Part I: Dawn Song), Radical Action II e Level Five.
I venti minuti di pausa concessi da Fripp non servono a riprendere fiato ma a cercare sguardi trovando espressioni incredule e occhi sgranati, sorrisi, volti compiaciuti. Si, finora è parso tutto perfetto, ma Bob non si accontenterà di sembrarlo, pretenderà d’esserlo. L’apertura del secondo set è affidata alla ri-arrangiata Indiscipline, tappeto per le scaramucce ritmiche fra le tre mitragliatrici orchestrate dall’imponente Pat Mastellotto, seguita dall’infernale The ConstruKction Of Light mentre Epitaph risveglia i sensi tutti un secondo prima di ucciderci. Una stratosferica Easy Money fa tandem con The Letters, altro colpo basso ma dal cuore altissimo. Immancabile la nevrotica The Talking Drum seguita dalla vellutata Larks' Tongues In Aspic, Pt. 2. A questo punto la sala avrebbe bisogno di un respiratore artificiale per garantire una % suppletiva d’ossigeno vitale per reggere alla botta di Starless.
Con la band offstage i giochi sembrano chiusi, ma i fuoriclasse sono di fine grana e hanno ancora qualcosa in serbo per noi. L’attacco/omaggio a David Bowie con 'Heroes' fa saltare in piedi l’intera sala, la 4° volta in queste tre ore fungendo da ansiolitico necessario per smaltire tutta questa tensione.
Chiude, non poteva essere altrimenti in questo secolo di psicosi, 21st Century Schizoid Man cantata a pieni polmoni, nel ritornello killer, da tutta la platea.
SETLIST:
Larks' Tongues in Aspic, Part One Pictures of a City Peace: An End Suitable Grounds for the Blues Cirkus The Court of the Crimson King Fracture Hell Hounds of Krim Meltdown VROOOM Lizard (The Battle of Glass Tears - Part 1: Dawn Song) Radical Action II Level Five
Set 2: Fairy Dust Indiscipline The ConstruKction of Light Epitaph Easy Money The Letters The Talking Drum Larks' Tongues in Aspic, Part Two Starless
Encore: Banshee Legs Bell Hassle 'Heroes' (David Bowie) 21st Century Schizoid Man
Articolo del
12/11/2016 -
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