BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
A Place To Bury Strangers
A Place To Bury Strangers live @ Traffic – Roma, 25 marzo 2016
Roma
25/03/2016
di
Valerio Di Marco
|
Allora, intanto diciamo che se è possibile comporre musica da sordi, è anche possibile scrivere una recensione con ancora il fischio nelle orecchie provocato la sera prima da una band come gli A Place To Bury Strangers. Nel 1993 un tizio marsigliese fece causa agli U2 per i danni all’udito causatigli dal volume troppo alto di un loro concerto. Non si sa come andò a finire, ma se oggi stesso io facessi scrivere a Oliver Ackermann dal mio avvocato forse avrei buone possibilità di vincere. Però io sono buono e non mi va di rovinarlo. Anche perché se in dieci anni di attività live della band di Brooklyn lo avessero fatto anche solo l’1% di tutti quelli andati a vederli, oggi i tre newyorchesi non avrebbero neanche più le mutande.
Divagazione comico/legale a parte, si sa, gli APTBS non hanno mai lesinato in amperaggio sonoro. Ed è normale per chi è tra i più degni eredi della tradizione noise/shoegaze promanante da Jesus And Mary Chains e My Bloody Valentine, e poi ripresa a cascata da miriadi di gruppi negli anni successivi. Solo che loro, rispetto al resto della compagnia, sono molto più sporchi e incazzati.
L’anno scorso dovettero saltare l’appuntamento con Roma a causa di un guasto al furgone, e lo show di ieri è stato il recupero di quella data, preceduto da Carpi (MO) la sera prima. Un’ora e dieci di spettacolo, undici pezzi eseguiti, con tanto di set elettronico (e giochi di luce annessi) suonato in mezzo al pubblico a metà concerto.
Che il loro ultimo album ”Transfixiation” non sia stato un fulmine di guerra siamo tutti d’accordo. Ma di cose buone ce n’erano. E ieri l’esecuzione di Deeper l’ha confermato. Se solo fosse stata rispettata la sequenza con Lower Zone, come su disco, sarebbe stato perfetto. Ma va bene così. Il resto sono stati quasi tutti brani dei precedenti lavori, con i loro classici Missing You, Ocean, I Lived My Life To Stand In The Shadow Of Your Heart e I Lost You, in bell’evidenza.
Del resto la loro discografia fino a “Worship” (e includiamoci pure l’EP “Onwards To The Wall” ad anticiparlo di qualche mese) ha pochi eguali nel panorama odierno. Loro però sono già storia, anche se suonano freschi come una band di sbarbatelli. Che poi l’età che avanza (ma la formazione ha subito più di un rimpasto nel corso degli anni, con il solo Ackermann sempre presente) era ben mascherata, visto che per tutto il concerto hanno suonato dietro una coltre di fumo di scena che a malapena ne rivelava le silhouette.
Unico neo di ieri sera, l’orario d’inizio (23:30). E’ vero che prima di loro erano in programma gli Pseudo Surfers, ma iniziare i concerti in Italia ad un ora decente è davvero così poco “rock” ?
Articolo del
26/03/2016 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
//www.youtube.com/embed/rU9d471UXWE
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|