BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
Villagers Of Ioannina City
Villagers Of Ioannina City+Mutonia+Edward Johnson And The Great Escape live @ Init – Roma, 4 dicembre 2015.
Roma
04/12/2015
di
Giuseppe Celano
|
Roma è piena di concerti questo venerdì, da Richard Benson al Traffic agli Os Mutantes al Monk, passando per gli Aucan e i Jarman a Le Mura. Ma quelli dell’Init la sanno lunga e piazzano sul palco tre band fra cui questi visionari greci il cui moniker è Villagers Of Ioannina City. Arriviamo in ritardo riuscendo a beccare solo i Mutonia da dieci minuti sul palco. Sono la seconda band in apertura, sound pieno e potente, chitarre elettriche tese e basso roboante addizionato alle mazzate sonore delle pelli, come aghi elettrici infilati su nervi scoperti. Fanno quarantacinque minuti secchi in cui danno il benservito ai pochi presenti. Si sente bene anche stasera, si teniamo il conto dei live intellegibili e della serate acusticamente vergognose, i suoni sono separati e il volume buono. Il dialogo fra basso e batteria lascia libero sfogo alle sei corde elettrica di vagare per interessanti avvitamenti hard.
Alle 0.10 i cinque cavalieri psichedelici sono sul palco. Chitarra centrale che nasconde il povero batterista, clarinetto e zampogna elettrica a sinistra, basso mammut sulla destra del palco. Una lunga introduzione fatta di poche note di chitarre e qualche sinistro lamento di clarinetto ci portano all’apertura vera e propria affidata a Kalesma. Una botta incredibile, sono una piacevole rivelazione e la conferma di ciò che avevamo sentito sul loro ultimo disco. Ottima la capacità di tessere e gestire i fraseggi fra la chitarra di Alex Karametis e il clarinetto, mentre l’uomo alla zampogna elettrica, Achilleas Radis, gioca su lunghe note e vibrato che fa impazzire i presenti. Siamo davvero pochi ma la band suona moltissimo, come fosse di fronte alla sala piena. Non si risparmiano di certo i ragazzi infarcendo i brani di ottime evoluzioni armoniche. È un crogiolo da cui spunta un miscuglio fatto di rock, psichedelia e musica ellenica. Sfruttano controtempi fra chitarra e pelli in cui s’infilano i fraseggi del clarinetto ricordando, nell’approccio, Jethro Tull e High Tide. Echoes e Ti Kako creano un vortice emozionale attraverso saliscendi armonici e chitarre circolari. La distorsione è presente quanto basta per garantire la giusta dose di potenza, stemperata dal suono misterioso dei due fiati. Sul finale, e dopo un’ora e mezza di fuoco incrociato, la band viene richiamata sul palco. Si fanno pregare giusto un minuto, come da manuale, e rieccoli sul palco con St. Triad e Zvara ma senza il clarinettista Konstantis Pistiolis che si starà già godendo il meritato riposo. Ma non loro, hanno ancora abbastanza energia da scuotere le mura del locale con le due take, psichedelica la prima e tribale la seconda. Con scioltezza ammirabile si prendono anche il lusso di chiudere omaggiando i Rage Against The Machine con il basso predominante di Akis Zois, salda certezza a quattro corde. Uno dei concerti da annotare fra i migliori dell’anno.
Articolo del
08/12/2015 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
//www.youtube.com/embed/Ht_rzLTmHOY
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|