Siamo al CrossRoads per un concerto che si può definire “concerto nel concerto” dato che il programma prevede una prima parte affidata alle RanestRane, che è ben più di un semplice opening act, ma la presentazione ufficiale di un disco; e una seconda parte interamente dedicata ai Marillion con la star ospite Steve Rothery, già chitarrista del gruppo, accompagnato da Martin Jakubski che presterà la sua voce.
La sala si è riempita velocemente in ogni ordine di posto, nonostante a pochi metri, nella sala denominata Cross Village, andasse in scena un altro sold out per il noto chitarrista Stef Burns. Ed è intorno alle 22,05 che il palco si anima con l’ingresso delle RanestRane, ovvero Daniele Pomo (batteria,voce), Riccardo Romano (tastiere, synth, cori), Massimo Pomo (chitarra elettrica), Maurizio Meo (basso, Double Bass). Quello che ci propongono questa sera è la performance del loro ultimo disco in uscita il 4 dicembre p.v., dal titolo 'H.A.L.', concept album appartenente ad una trilogia ispirata al capolavoro di Kubrick '2001 Odissea nello Spazio' che segue il precedente 'A Space Odissey Part One – Monolith'. Ad accompagnare la musica sullo schermo girano le immagini dal film e sovente, sul sottofondo musicale, si può scorgere la voce (nel doppiaggio italiano) di HAL9001, pacata e inquietante al tempo tesso (chi conosce il film sa di cosa sto parlando). Non è la prima esperienza di questa progressive band romana, in attività dal 1998, che ha già sperimentato la riscrittura di musiche per film (come ad esempio 'Nosferatu', o 'Shining') secondo la loro visione e, appunto, concezione, tessendo trame sonore che più si adattano alle scene dei film che completano le loro esibizioni live, rendendole un vero spettacolo sensoriale a 360°. Nella loro esibizione interviene discretamente Steve Rothery in un paio di brani, data la consolidata collaborazione instaurata con lui e con un altro Marillion, Steve Hogarth, già special guests di 'Monolith'. La loro esibizione, a tratti ipnotica e trascinante, è un susseguirsi di suoni (di influenza floydiana e non solo) con brevi tratti cantati (dal batterista, che non perde mai ritmo e verve). Il risultato è un’esplosione di sensazioni e, per chi come me non ha avuto fortuna nel trovare una seduta con una buona visuale, è facile chiudere gli occhi e perdersi in un vero e proprio trip. Ottima musica, ottimi musicisti, capacità altissima di tenere il palco. Tracklist H.A.L.: Jupiter Mission Discovery One Broadcast News Freddo al Cuore AE-35 Spacewalk La Perfezione che si Cerca Sonno Come Morte Buio Intorno Computer Malfunction
Sono circa le 23 quando, dopo una breve pausa, il palco si rianima nuovamente con i membri delle RanestRane questa volta però seguiti da Steve Rothery e Martin Jakubski, pronti per la seconda parte dello show tutta in chiave Marillion. Rothery appare sorridente e saluta subito il pubblico annunciando che è molto felice di poter suonare questa sera un album che proprio quest’anno ha compiuto trent’anni, il disco che ha raccolto il più grande consenso di pubblico e critica nell’intera discografia dei Marillion: 'Misplaced Childhood'. Quello che colpisce subito è la voce di Jakubski, cantante scozzese che non fa rimpiangere Fish (naturalmente il Fish di trent’anni fa). Infatti è lui il vocalist che milita negli StillMarillion, band che a partire dal 2008 ripercorre i grandi successi dei Marillion dell’era Fish, e che spesso accompagnano Rothery nei suoi live. Seguendo la tracklist originale, si corre quindi sul filo del revival attraverso questo disco affascinante e dai suoni articolati. L’accompagnamento delle RanestRane è assolutamente all’altezza delle aspettative, anzi dona all’esibizione un’atmosfera più vivace e più prog di quanto Rothery da solo possa offrire (in effetti lui è concentrato sul suo strumento e abbastanza statico sul palco), mentre Jakubski compensa con una presenza scenica accattivante e fortemente orientata al pubblico. Pubblico che non ha bisogno di essere incitato a cantare anche quando è lo stesso Jakubski chiede di accompagnare con il battimani a tempo il brano Heart Of Lothian, facendolo suonare quasi come un coro da stadio. E’ proprio a questo punto che fra il pubblico (quello in piedi assiepato davanti al bancone del bar) spuntano due sciarpe, una dei Marillion e una della Scozia, probabili cimeli storici dei fan della prima ora. Conoscendo già tutto il disco e il suo incedere quasi senza soluzione di continuità (il disco era stato inizialmente concepito da Fish come un’unica suite divisa in due parti, lato “A” e lato “B” ma fu poi editato in più tracce su indicazione dell’etichetta discografica che non riteneva l’idea adatta a quel periodo), non c’è sorpresa ma solo la rievocazione di un successo via l’altro (iKayleigh, in esso contenuto, è il singolo di maggior successo assoluto della band), un’emozione rivissuta come se trent’anni non fossero passati, grazie anche alla spettacolare somiglianza della voce del vocalist di oggi con “quella” voce… Finito il disco, Rothery sceglie tre brani per chiudere lo spettacolo pescando fra quelli ai quali, dice, è più legato, contenuti in tre diversi dischi pubblicati fra il 1984 e il 1987.
In conclusione, la serata ha davvero racchiuso un “concerto nel concerto”. Si potrebbe quasi definire un doppio showcase, con doppio esito: Rothery conferma che l’esperienza e la classe non sono acqua. Le RanestRane dimostrano che c’è ancora qualcosa da scoprire qui da noi ed è bello che accada nella scena prog che tanto ha dato (e sta ancora dando) al panorama musicale del Belpaese.
Tracklist 'Misplaced Childhood': Pseudo Silk Kimono Kayleigh Lavender Bitter Suite Heart of Lothian Waterhole (Expresso Bongo) Lords of the Backstage Blind Curve Childhoods End? White Feather Encore: Cinderella Search (1984, 'Real To Reel') Sugar Mice (1987, 'Clutching At Straws') Incubus (1984, 'Fugazi')
(La foto di Rothery e Jakubski al CrossRoads è di Maria Grazia Umbro)
Articolo del
01/12/2015 -
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