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Stearica
Stearica + EFFEMME live @ Init Club - Roma, 27 novembre 2015
Roma
27/11/2015
di
Giuseppe Celano
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Gli Stearica hanno da poco licenziato un disco intitolato 'Fertile', un lavoro cristallino dal sound scintillante frullato insieme a chirurgici pattern math-rock che sprigionano potenza attraverso caustiche svisate hardcore. La band italiana si è creata un’ottima reputazione all’estero mentre qui in Italia, come spesso succede, sembra quasi sconosciuta. Vantano collaborazioni con Acid Mothers Temple e sono stati su importanti palchi europei, Hokaben (Londra) e Primavera Sound (Barcellona). Last but not least Wire li ha presi sotto la sua ala protettrice scegliendo un loro brano da inserire in The Wire Tapper.
Provengono dal Piemonte, da Torino precisamente, e arrivano a Roma in uno dei giorni più freddi di questo novembre. Siamo all’Init ma prima di poterli ascoltare la serata prevede Filippo Marcheggiani con gli EFFEMME. Intorno alle 23.15 eccoli sul palco, sono in quattro e si fanno mezz'ora abbondante e molto intensa con buoni cambi ritmici prodotti da Mauro Manzi (batteria) che gioca d’anticipo infilandosi fra gli accordi di Francesco Conte. Completano la formazione Andrea Samonà al basso e Emiliano Branda. Hanno un sound potente ma egregiamente contenuto che non disdegna buone aperture armoniche. Non sono affatto male e, aggiustando il tiro sul canto a volte troppo tirato, potremmo ritrovarceli presto come una presenza che non si potrà ignorare facilmente. La band alterna sezioni più smaccatamente pop fuse a segmenti hard, forti di stop and go e ripartenze circolari per una ricetta abbastanza equilibrata.
Intanto il locale continua a essere semivuoto, saremo 70 persone. È venerdì e non c’è un granché da vedere in giro ma nonostante questo la triste arte di disertare i concerti, senza nomi altisonanti, è abbastanza tipica nel pubblico romano e dell’Italia. Ma gli Stearica se ne fregano attaccando direttamente con Delta. Mostrano affiatamento e rigorosa scioltezza, sono precisi ma anche cazzoni quanto basta. La sezione ritmica funziona a dovere sfoggiando cambi di tempo rintracciabili in rallentamenti e velocizzazioni post hard core in obbedienza alle regole mat(h)ematiche. Dal vivo, quella potenza compressa per esigenze di studio, i nostri generano cieca violenza, fatta di onde d’urto lambenti lidi metal. Il basso distorto s’infila fra i pattern prima che arrivino le chitarre a sfregiare il brano facendo sanguinare i padiglioni auricolare dei presenti. Interazioni di synth ammantano di sinistro mistero i momenti di calma piegandosi però ai suoni analogici che la fanno da padrone.
L’istinto si fa esplosiva urgenza ritmica stemperata lentamente dal silenzio catartico.
Articolo del
30/11/2015 -
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