Torniamo al Lanificio dopo tanto tempo per assistere ad una serata interamente dedicata alla musica italiana, e allo stesso tempo molto rock. L’occasione è quella di Concerti Nazionali, terza edizione di questa piccola kermesse che in passato ha già donato luce a diversi esponenti della scena cantautorale e a nuovi talenti come Flavio Giurato, I Camillas, Truppi, per dirne solo un paio.
La serata è piena e per questo l’inizio sulla carta è previsto alle 20,30 ma è solo un’ora dopo (probabilmente per motivi tecnici e soundcheck allungati) che finalmente il palco si anima con il primo artista, FRNKBRT ovvero Frank Brait, pseudonimo di un giovane calabrese che nel suo set di circa venti minuti ci offre l’opportunità di condividere i suoi viaggi onirici e le sue allucinazioni uditive tradotte in musica elettronica (grazie a PC e varie altre diavolerie fra cui un microfono che amplifica suoni emessi da oggetti diversi) dove il confine fra suono e rumore è molto labile.
Tutt’altro suono è quello prodotto da Alessandro Fiori, cantautore e artista multiforme toscano, con una lunga storia da musicista (studia pianoforte e violino all’età di 11 anni, inizia a scrivere canzoni a 14 anni per poi proseguire con il liceo musicale), non disdegnando però le altre arti diplomandosi all’accademia di arte drammatica e iscrivendosi al DAMS dove incontrerà i suoi compagni d’avventura dei Mariposa, prima band della sua carriera. La sua esibizione, solo voce e chitarra, è un simpatico mix di canzoni scanzonate (permettetemi il gioco di parole) e momenti di poesia. Testi a volte molto divertenti e spudorati, ma mai privi di senso. Ci tiene assorti e ci delizia per oltre mezzora con diversi brani tratti principalmente dai suoi lavori da solista (dopo aver lasciato i Mariposa) come 'Attento a me stesso' (2010) e 'Questo dolce museo' (2012) e da alcuni altri lavori con altri collettivi che ha formato lungo la strada come gli Stres o Betti Barsantini. Da segnalare fra tutti almeno tre pezzi: Mi hai amato soltanto, Trasloco, e Fuori piove, che fra arrangiamenti e parole, hanno il merito di raccogliere i fondamenti della sua musica e stimolano la curiosità ad approfondire un po’ di più il lavoro di questo artista.
SETLIST: Mi hai amato solo Il vento Trasloco Porco Diaz Coprimi Scusami Senza le dita Puzza di Sangue Fuori piove
Passare da uno a cinque componenti sul palco non è cosa semplice, per cui, sempre allietati dalla selezione musicale in sottofondo (meritevolissima, che rispolvera vecchie glorie della musica italiana anni ’70 e non solo, dandoci la possibilità di riassaporare anche alcuni piccoli capolavori dimenticati di Ivan Graziani) attendiamo che tutto si sistemi e, accolti da una sigla d’eccezione come il tema di '2001 odissea nello spazio', fa il suo ingresso sul palco Filippo Gatti accompagnato da una band d’eccezione composta da Cristiano De Fabritiis alla batteria (e in alcuni casi anche alla voce), Matteo D’Incà alla chitarra elettrica, Andrea Grossi al basso, e Fabio Marchiori alla tastiera. E ci sta tutta, la sigla, perché appena prendono gli strumenti parte subito una scarica elettrica, ed è quella di Disfatta Domenicale, pezzo al fulmicotone tratto dal primo disco degli Elettrojoyce ('Elettrojoyce', 1996), storica band di cui Gatti è stato cofondatore, bassista e cantante. E questo ci dà subito la misura di quello che sarà il suo live set: stiamo per ripercorrere “a palla di cannone” un po’ di repertorio Elettrojoyce, con immenso piacere mio e di tutti i presenti, che non smettono di cantare e incitare Filippo, stasera in formissima e in grande feeling con i musicisti che lo accompagnano (non faranno altro che scherzare, ridere e lanciarsi battute fra di loro e con il pubblico). Pur in un clima del tutto informale, non si perde tempo in chiacchiere e, una canzone via l’altra, assistiamo ad un set davvero molto rock, quel rock che si faceva in Italia negli anni ’90. Prima della fine della sua “frazione di gioco”, per usare un termine calcistico, saluta gli altri artisti presenti alla serata con una dedica particolare a Zanardi e ad una sua canzone che lo aveva folgorato anni addietro. Insomma un bel revival in attesa di sentire i nuovi lavori di Filippo Gatti, a quanto pare molto presto.
SETLIST: Disfatta domenicale Balena Segnali L’evoluzione naturale dei pesci Noguru Atman Non sei nessuno Tutti mi vogliono quando mi va bene
Anche l’ultimo cambio palco richiede qualche istante per far accomodare i cinque musicisti che accompagnano Paolo Zanardi che qui stasera ci presenta il suo nuovo disco 'Viaggio di ritorno' uscito a metà ottobre per l’etichetta Lapidarie Incisioni, e distribuito da Audioglobe. Zanardi, a metà fra Frank Zappa e un personaggio di Andrea Pazienza (dal quale prende il cognome), occupa il palco soprattutto con la sua personalità forte e cinica. Le sue canzoni hanno testi intelligenti se pure apparentemente disimpegnati e sarcastici. Lui stesso dirige tutta la banda in maniera quasi distratta, come se stare li sopra sia un po’ scocciante, ma la verità è che si diverte a prenderci in giro tutti. La formazione base della sua band vede Alessandro Pelle al basso, Ferdinando Montone alla chitarra, Marco Calise alla batteria, ma questa sera sono accompagnati da Sergio Dileo al sax, Antonio Ragosta alla chitarra elettrica e portoghese, e, per un paio di brani, la corista Teresa Matroni. Il suo set è molto vivace e divertente, intrattenimento puro con qualche battuta e un paio di dediche (a Piero Ciampi, e Remo Remotti). Nel finale resta solo per un paio di pezzi acustici, e la scelta cade su una cover dei Diaframma (in effetti lui ha molte cose in comune con Fiumani, come l’atteggiamento sul palco, il modo di cantare-parlare a volte un po’ stonatuccio…) e una di Dalla che prima accenna interrompendo bruscamente perché non se la ricorda ma poi riprende coadiuvato dal pubblico che canta insieme. Tutto sommato un personaggio fuori dalle righe e dagli schemi, l’anti-divo che concede la sua musica e la sua performance come una benedizione.
SETLIST: Ospedale Militare L’arca di Noè C’è splendore in ogni cosa Romeo e Giulietta Ninna Nanna (con Teresa Matroni) Portami a fare un giro -? Gas Postalmarket -? Isola Viaggio di ritorno Roulette russa La tomba dell’amore L’amore segue i passi (cover Fiumani) Bambino (cover Dalla)
(La foto e il video del concerto al Lanificio sono di MG Umbro)
Articolo del
18/11/2015 -
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