Ce lo aveva preannunciato cinque anni fa, dopo l’uscita dell’ultimo lavoro in studio “Le vie del rock sono infinite” che il suo prossimo album si sarebbe chiamato “Pronti a salpare”, ed eccolo qui. Anticipato dal singolo Io vorrei che per te on air già dal 25 settembre, un mese dopo esce il diciannovesimo disco di inediti. Abbiamo ascoltato il disco e soprattutto siamo andati a sentire la presentazione a Roma alla Libreria Feltrinelli.
Lo showcase parte un po’ come un diesel, Edoardo sembra molto serio e fatica un po’ a sciogliersi ed esprimere alcuni concetti in risposta alla prima domanda che riguarda quanto di autobiografico c’è in questo disco e in alcuni brani in particolare. Se si conosce Edoardo si sa che ogni suo disco, soprattutto quelli dell’era moderna, è molto autobiografico, autoreferenziale, a tratti iconografico del personaggio che lui è effettivamente e indubbiamente stato negli anni ’70. E le citazioni nel disco, e nella presentazione stessa, non mancano di certo. La title track è sicuramente il brano di punta del disco, e per l’armonia delle chitarre, e per l’interpretazione del nostro che con le parole e l’armonica ricostruisce le atmosfere dei suoi pezzi forti del passato. Una ballata dedicata a Fabrizio de André nella quale riappare il già noto Raffaele che predicava in tempi non sospetti che il rock è un sentimento che appartiene a tutti. Partendo da questa canzone, Edoardo parla di cambiamenti, di migrazioni ma anche di passaggio ad un altro ordine di idee, e definisce tutti noi emigranti. A questo punto però è facile portare come esempio la sua storia di cantautore che si sposta a nord per fare carriera, e nonostante la gavetta e la pubblicazione del primo disco viene poi licenziato dalla Ricordi e intraprende quello che sarà il suo percorso di “antagonista” dello show biz, quello che gira in furgone con gli amici del cortile di Bagnoli, senza un impresario, sempre in lotta contro il Gatto e la Volpe, e contro quella “intellighenzia” che ha il potere di decretare il successo…
Segue il filo logico dei ricordi A Napoli 55 è a’musica, altro brano confezionato diversi anni fa ma che non aveva mai trovato una collocazione e un contesto giusto. In questo disco prende la forma di blues e, sinceramente, è una vera e propria chicca che sarà sicuramente apprezzata da tutti i fan di lunga data. Una citazione d’eccellenza è nella seconda traccia del disco Io vorrei che per te dedicata alla figlia Gaia, dove Edoardo immagina un’isola che non c’è che non sia appannaggio esclusivo di Peter Pan ma che sia raggiungibile da tutti. Insomma, il sogno che diventi realtà. Ma c’è spazio anche per l’antagonista Lucignolo, che in questo caso prende le sembianze di un “PR” che organizza rave party, e porta tutti allo sbando e allo sballo totale (Il mio nome è Lucignolo). C’è poi l’immancabile capitolo provocatorio che prende spunto dall’attualità, dalla realtà (come dice Edoardo in un’intervista recente “è la realtà che mi viene incontro” quando scrive le canzoni). Si tratta di un trittico di brani: Niente da spartire, che è chiaramente ispirata ad un personaggio pubblico famoso (reale o di fantasia? Chissà, lui non lo svela, anzi propone un concorso a premi per indovinare…) che ha mille doti ma nessuna da spartire; Al gran ballo della Leopolda, chiaramente ispirato dal quartier generale di Renzi e che cita chiaramente Pippo (Civati); per finire con La calunnia è un venticello, moralmente dedicata alle tragiche storie di Mia Martini ed Enzo Tortora. Il disco si chiude con un remake di La mia città (2011), la riproposizione di Zero in condotta (1985, da 'Kaiwanna') e un omaggio all’operetta, una delle passioni di Edoardo, con Non è bello ciò che bello (che ricorda molto In fila per tre o Dotti medici e sapienti).
Nell’ambito della presentazione Bennato, accompagnato da Giuseppe Scarpato, ha eseguito Pronti a salpare, A Napoli 55 è a’musica, Io vorrei che per te, Niente da spartire, Il mio nome è Lucignolo, e si è lanciato in alcuni racconti dei lontani anni ’70, aneddoti della sua storia stimolati da alcune domande del pubblico; i soliti aneddoti dei concerti nel periodo delle contestazioni, che in un paio di occasioni sfociarono in enormi risse. Tutte storie che chi lo conosce e lo segue da sempre sa a memoria, ma lui si diverte a raccontarle, nella stessa sequenza ed usando sempre le stesse parole.
Il rocker è tornato, tra l’altro annunciando che questo disco “è solo una parte” perché ha già una bella quantità di altre canzoni pronte per un altro album “appena c’ o’ fann’ fa, o’ facimm…”. Quindi, grande ispirazione, tanti contenuti, e soprattutto conferma di ottimi arrangiamenti insieme ai suoi ormai fedelissimi musicisti fra cui è d’obbligo citare i suoi chitarristi Giuseppe Scarpato e Gennaro Porcelli.
Aspettiamo di vederlo in tour, a quanto pare prima in Europa e poi in Italia a primavera del prossimo anno, per saggiare di nuovo le sue canzonette che sempre hanno raccontato l’attualità e il quotidiano, e la sua voce, forse meno graffiante ma un po’ graffiata, che sempre risveglia i nostri sentimenti nonostante il tempo che passa.
Tracklist: 1.Pronti A Salpare 2.Io Vorrei Che Per Te 3.Povero Amore 4.La Calunnia E' Un Venticello 5.Il Mio Nome è Lucignolo 6.A Napoli 55 E' 'a Musica 7.Al Gran Ballo Della Leopolda 8.E' Una Macchina 9.Giro Girotondo 10.Il Mio Sogno Ricorrente 11.Niente Da Spartire 12.La Mia Città 13.Zero In Condotta 14.Non è Bello Ciò Che è Bello
(Foto e video dello showcase di Bennato alla Feltrinelli di Roma sono di MG Umbro
Articolo del
02/11/2015 -
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