Dopo il concerto del 30 gennaio scorso al Fabrique di Milano, tornano ad esibirsi in Italia, per un breve tour che questa sera si ferma a Roma, gli Interpol di Paul Banks, alla chitarra e alla voce, Daniel Kessler, alla chitarra elettrica e Sam Fogarino, batteria. La band americana si è formata a New York nel 1998 e ha sfornato album capolavoro come 'Turn On The Bright Lights' nel 2002 e 'Antics' nel 2004. Da allora in poi ha vissuto momenti contraddittori e una carriera artistica un po’ altalenante: da una parte quel voler rimanere fedele a se stessa, a quelle radici dark che provenivano dalla New Wave inglese, piuttosto che dalla scena Post Wave americana; dall’altra l’adesione a pulsioni nuove, più vicine a certo mainstream rock, più leggero e accattivante, che oggi li avvicina molto ai Placebo.
Gli Interpol hanno presentato questa sera dal vivo brani tratti da 'El Pintor' il disco pubblicato l’anno scorso, insieme a una serie di composizioni di un repertorio più datato, ma comunque ancora vincente. Vecchi classici come Say Hello To The Angels, Evil o la fantastica Slow Hands hanno fatto centro nei cuori dei fans più accaniti, che hanno accompagnato cantando a memoria tali esecuzioni. Lo show si rivela molto godibile, il ritmo è quanto mai serrato e le armonie risultano piacevolmente elettriche. Tutto bene per oltre un’ora - durante la quale ascoltiamo brani come Rest My Chemistry, Everything Is Wrong e My Desire - poi però Sam Fogarino, il batterista della band, comincia ad avvertire un fastidioso malessere al polso, che si trasforma ben presto in un dolore insopportabile. Il braccio di Sam si gonfia in maniera abnorme e - al termine di Leif Erikson - Paul Banks annuncia al microfono che il gruppo è costretto ad interrompere il concerto in anticipo. Quindi restano fuori dalla setlist brani come All The Rage Back Home, Stella Was A Diver And She Was Always Down e Untitled che erano inizialmente previsti in scaletta. Il pubblico resta parzialmente deluso, ma si ritira in buon ordine, comunque soddisfatto della serata. Certo, i brani nuovi, mi riferisco a My Blue Supreme e Anywhere, non sono affatto male, però non reggono il confronto con il glorioso passato della stessa band ai suoi esordi, quando ci faceva vivere intense emozioni grazie ad una musicalità cupa e profonda che prendeva le mosse dall’eredità lasciata dai Joy Division di Ian Curtis. Anche Paul Banks conosce indubbiamente l’arte di scrivere belle canzoni, non c’è dubbio, ma forse la struttura armonica delle nuove composizioni è in qualche modo più ripetitiva e prevedibile e non lascia su quanti hanno amato gli Interpol nel 2002 quelle tracce indelebili che eravamo soliti riconoscere.
SET LIST;
Say Hello to the Angels Anywhere Narc My Blue Supreme Evil Leif Erikson Rest My Chemistry Everything Is Wrong The New Take You on a Cruise My Desire Pioneer to the Falls Slow Hands PDA Encore: Leif Erikson
Articolo del
04/09/2015 -
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