Là dove l’hip hop si incontra con la canzone d’autore, dove il rap si mescola al rock, al funk, al reggae e arriva a fondersi con la canzone popolare. Questo è stato Afa Capitale, un evento a dir poco straordinario che ha visto radunarsi insieme le realtà più vere delle scena “indie” della capitale, i pionieri dell’hip hop, del rap e del folk da battaglia.
Una serata molto lunga e particolarmente calda, e non soltanto perché si era appena concluso il giorno più caldo dell’intera estate romana. Tanto, ritmo, birre che scorrono a fiumi, gente che balla sudata fino all’inverosimile, ma non si è trattato di un intrattenimento vuoto, fine a se stesso. No, il filo conduttore che unisce tutti i gruppi che hanno dato vita a questo happening consiste nella capacità di raccontare storie, di mettere in musica la rabbia, la disperazione e l’amore insieme a tante altre diverse emozioni collegate al vivere qui a Roma. Lo sguardo è quello di chi osserva dal basso, di chi si danna l’anima per trovare un lavoro, per non cedere alla disillusione, di quanti non conoscono privilegi e non cedono ai compromessi per poter stare al mondo.
Aprono la serata le BestieRare, nel trio originario costituito da Er Para, da Elio (Germano, l’attore) e Er Plag. Le loro basi autoprodotte - di chiara matrice hip hop ma condite con urla in perfetto stile punk - si innestano su strutture armoniche prese in prestito dagli stornelli romaneschi e conquistano subito il numeroso pubblico dell’Ex Mattatoio, grazie anche alla riproposta di brani “storici” come Precario e Come un animale. Le lotte dei senza casa e dei disoccupati trovano ampio spazio nei testi delle Bestie Rare (quelli che fanno sempre come gli pare) e il rimare serrato di Elio Germano ci dà l’idea che lui stesso sia quanto mai coinvolto e felice di questo suo ritorno alle origini.
Poco dopo sale sul palco Piotta, nella vita Tommaso Zanello, di Monte Sacro, Roma, che indossa una T-shirt nera con una scritta bianca quanto mai esplicativa su cui campeggia la scritta “Kittesencula” (dal noto sito web a tinte forti visitato da molti). Accompagnato da una band che mescola rap, metal, funky music e reggae senza soluzione di continuità, Piotta presenta dal vivo brani tratti da 'Nemici', il suo ottavo album in studio, più alcuni singoli importanti del suo recente passato. Ecco che in rapida successione arrivano le note di Wot! (Capitano mio Capitano!) scritta con Captain Sensible dei Damned, di Anvedi, composta con Brusco, e la travolgente Troppo avanti scritta con Michele Salvemini in arte Caparezza. Piotta invita sul palco anche il vocalist de il Colle der Fomento e via con altro pesantissimo rap and roll, che viene pompato dagli amplificatori al massimo del volume. Riconosciamo le note di A testa alta, di Piotta è morto e della spassosa Il Mambo del Giubileo che viene accompagnata in coro da tutto il pubblico. Piotta poi saluta e ci dà appuntamento per dopo, annunciando un finale che sarà poi pirotecnico.
E’ il momento de Il Muro del Canto, gruppo molto importante della scena del nuovo folk romano: Alessandro Pieravanti, voce narrante e percussioni, Daniele Coccia, ex Surgery, voce solista, Giancarlo Barbati, chitarra elettrica, Alessandro Marinelli, fisarmonica, Ludovico Lamarra, al basso e Eric Caldironi, chitarra acustica, costituiscono un ensemble di tutto rispetto e ci offrono uno show drammaticamente epico, dalle tonalità forti, in cui il connubio fra musica e testi viene esaltato con grande espressività. Canzoni come i>Er Funerale, Il canto degli affamati, Maleficio e Intanto er sole se nasconde sono tratte da 'Ancora ridi', il secondo album del gruppo, ma non mancano citazioni dai loro esordi come la bellissima Luce mia, una struggente ballata d’amore inserita su 'L’Ammazzasette'. Un potente afflato rock si mescola al folk di base e riesce a donare nuova freschezza a melodie lontane, senza tempo, che trovano le loro radici nella vecchia canzone popolare. La gente danza, ride, talvolta si commuove e comunque canta (spesso a memoria) i testi delle loro canzoni, a testimonianza del fatto che dal vivo il gruppo ha ormai un seguito invidiabile.
Per il gran finale tornano sul palco Elio Germano e le BestieRare, il Colle der Fomento e Piotta che si uniscono al Muro del Canto per una sorta di Sabba infernale, condito di suoni e colori, di musica e invocazioni. Davvero splendida l’esecuzione di 7 Vizi Capitale, il brano guida del nuovo album di Piotta, scritta in collaborazione proprio con il Muro del Canto. Altrettanto valida e trascinante la performance di Arrivederci Roma, la canzone scritta da Daniele Coccia che chiude l’ultimo album del Muro del Canto.
E’ notte fonda quando lasciamo lo spazio riservato a Eutropia, ma siamo pienamente soddisfatti per aver assistito a uno show di ottima levatura, consapevoli che finalmente non dobbiamo ascoltare soltanto i dischi dei Mumford & Sons per avere un Folk Rock d’autore degno di questo nome.
(Foto e video sono di Viviana Di Leo)
Articolo del
07/08/2015 -
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