Sono tornati, mi guardo intorno, ci sono i volti giusti, avverto una atmosfera particolare, un’aria di appartenenza, proprio come si conviene quando vengono in visita persone speciali, musicisti unici come i Tuxedomoon, una band che ha segnato nuovi orizzonti all’interno di quello che prima era soltanto musica rock.
Non potevamo fare a meno di esserci e la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma è gremita come nelle grandi occasioni. Loro, i Tuxedomoon, sono praticamente nella formazione originale, quella con Steven Brown, voce, clarinetto, sax, pianoforte e tastiere, Blaine L. Reininger, voce, chitarra elettrica e violino e Peter Principle, basso elettrico a cui si sono aggiunti in tempi più recenti Luc Van Lieshout, alla tromba e Bruce Geduldig, in qualità di live video performer.
Tema centrale di questa sera è l’Uomo ridotto ad individuo alieno, cavia da laboratorio, prima sedotto e poi contaminato dai mass media. Un essere disgustoso ridotto in cattività ai margini della città che viene ben rappresentato da una figura inquietante, animalesca, completamente avvolta da nastri di registrazione, su cui sono accentrati i video proiettati sulla scena. Questo lo sfondo del nuovo live act dei Tuxedomoon, un concerto come al solito straripante, che mescola generi musicali, che provoca il pubblico, tanto nelle immagini quanto nei suoni, e lo costringe finalmente a pensare. Musica d’avanguardia che vuole metterti in subbuglio, che tende a disorientare i malati di etichette, i tanti seguaci delle definizioni corrette, quelle a tutto tondo.
E’ cominciato tutto nel 1977 a San Francisco in California, con l’iniziale post punk sperimentale di una band che si muoveva sulla scia dei Residents e dei Devo e che era composta da eccellenti polistrumentisti che avevano scelto di chiamarsi Tuxedomoon. Nel 1981 il viaggio in Europa, destinazione Bruxelles, la registrazione di 'Divine', colonna sonora del balletto omonimo di Maurice Bejart. Da qui in poi sono successe un mucchio di altre cose, su tutte l’abbraccio all’elettronica e la decisione di trasferire definitivamente la loro residenza in Europa, lontani da una nazione governata da Ronald Reagan. Tanto tempo è passato da allora: affrancati da qualsiasi obbligo di uscite discografiche a getto continuo, i Tuxedomoon hanno registrato 'Pink Narcissus' nei primi mesi del 2014 dopo un lungo silenzio e a tre anni di distanza dall’esecuzione live (a Parigi in Francia) di quella stessa opera, colonna sonora del “gay movie” di James Bidgood del 1971. Ma solo composizioni come Dorian, una malinconica piano ballad che ospita una intensa sezione fiati e un violino struggente, Willie, brano dall’atmosfera oscura con una chitarra lancinante e i fiati sullo sfondo, e l’esotica, palpitante Toreador del Amor, piacevolmente jazzata, ci riportano a quel loro ultimo album. Il resto è articolato in una gustosa serie di citazioni tratte da un passato quanto mai fertile ed importante: Time To Lose e The Cage, per esempio, sono due singoli molto rari, datati 1986, composizioni che riflettono in maniera molto evocativa il ritmo ed il fragore della modernità. Molto indovinata la riproposta di Cagli 5.0, una composizione scritta nelle Marche, dove si erano ritirati per scrivere brani finiti poi su 'Cabin In The Sky', il disco del 2004.
Adesso i Tuxedomoon si ritrovano insieme solo per andare in tour o per registrare qualcosa, anche perché il loro status di “musicisti erranti” (chi in Grecia, chi in Belgio o in Messico) li ha portati a vivere in luoghi molto lontani fra loro. Ma questo continuo vagabondare, consegnato in mano a musicisti esperti e di talento come loro, non ha fato altro che arricchire ulteriormente il loro modo di fare musica. Conoscevamo le qualità cinematiche delle loro composizioni, utilizzate a supporto di documentari, film e coreografie di danza moderna, e adesso ci rendiamo conto di quanto e come blues urbano, elettronica, ritmi Klezmer, free-jazz e influenze latine riescano a convivere in una sorta di “unicum” targato Tuxedomoon, all’interno di una sperimentazione folle, drammatica e questa sera molto avvincente ed altisonante.
SETLIST:
Dorian Nervous Guy Time To Lose Home Away Marcos Mucho Colores Toreador del Amor Willy Cagli 5.0 Italian Western Still Small Voice Everything You want Seeding The clouds The Waltz Litebulb Overkill
Articolo del
16/12/2014 -
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