Torna in concerto a Roma, al Circolo degli Artisti (che finalmente ha riaperto al pubblico, dopo aver completato i necessari lavori di manutenzione) Sharon Van Etten, la polistrumentista e cantante americana di origini olandesi che risiede nel New Jersey. Dopo aver ricevuto l’attenzione della critica specializzata ed un buon riscontro dal pubblico con 'Tramp', il disco del 2012, Sharon presenta dal vivo, accompagnata dalla sua band, 'Are We There', il suo quarto album, un lavoro assolutamente fantastico, scritto e prodotto in completa solitudine, senza l’appoggio di Aaron Dessner dei National che, in un passato recente, era stato il suo mentore. Sharon ha raggiunto a soli 33 anni d’età una incredibile maturità compositiva ed è passata dall’originario indie-folk ad una forma canzone più sofisticata, ma sempre molto diretta, che raggiunge con semplicità la sfera emotiva di chi ascolta. Sì perché - sia quando imbraccia la chitarra acustica che quando impugna la chitarra elettrica - Sharon dà sempre l’impressione di essere una performer drammaticamente sincera, che non si nasconde dietro la sua naturale timidezza (canta a testa bassa, con una frangetta che le copre gli occhi) ma cerca in tutti i modi di superarla.
L’esecuzione live di brani come Afraid Of Nothing, Taking Chances, Tarifa e della bellissima Your Love Is Killing Me denota come la scelta di passare da un folk acustico molto intimista ad una dimensione pop rock sia stata decisamente felice ed è davvero un gran bel sentire! Sharon racconta dei suoi fallimenti in amore, non si vergogna delle sue fragilità, dell’abisso che cala dentro di te quando incontri la persona sbagliata. Mette in musica, trasforma in canzone la sua vulnerabilità, la sua tenerezza che manca il bersaglio e lo fa senza filtri, in una sorta di catarsi che vive interiormente ogni volta che si esibisce in pubblico. Se a tutto questo aggiungete un talento vocale davvero ragguardevole, allora potrete avere perlomeno un’idea di quello che è stato un concerto molto appassionato, che si è svolto in un simpatico e continuo scambio di osservazioni e commenti con il pubblico del Circolo.
Sharon, per esempio, è assolutamente consapevole del carico malinconico di molte sue canzoni e allora - al momento della presentazione di I Don’t Want To Let You Down - candidamente confessa che il brano non è stato inserito nel disco perché “troppo allegro” e via con la chitarra elettrica con degli arrangiamenti molto Rock and Roll, forse l’unico momento del genere dell’intero show. L’umanità semplice e profonda di Sharon - insieme ad una carica ribelle che si intravede in diverse occasioni - permettono un’adesione quasi totale alla sua narrazione estrema, talvolta pacata, confidenziale, in altri momenti più corrosiva e tagliente.
L’unica cover prevista nella scaletta del suo concerto è dedicata a Perfect Day di Lou Reed, un tributo, insieme ad un inequivocabile segno di appartenenza. Non mancano le citazioni tratte dagli album passati come la toccante Save Yourself, da 'Epic', un e.p. registrato nel 2010 e come Serpents, un’altra perla inserita su 'Tramp'. Al termine della sua esibizione Sharon è richiamata sul palco per ben due volte e finisce il suo live act con Everytime The Sun Comes Up (I’m In Trouble), un brano che sintetizza la sua odissea esistenziale, raccontata però anche con una buona dose di autoironia, a riprova del modo di essere assolutamente cool di questa giovane artista.
SETLIST:
Afraid of Nothing Taking Chances Tarifa Save Yourself Break Me I Don't Want To Let You Down Tell Me Life Of His Own Perfect Day (Lou Reed) Don't Do It Your Love Is Killing Me
Encore I Know Serpents Every Time The Sun Comes Up
(La foto di Sharon Van Etten al Circolo degli Artisti è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
09/12/2014 -
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