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William Basinski
William Basinski live @ Spazio Codalunga, ex Aula Bunker Foro Italico - Roma, 17 novembre 2014
Roma
17/11/2014
di
Giancarlo De Chirico
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Sonorità liquide e una musicalità dalla valenza ipnotica hanno caratterizzato la performance di William Basinski nello spazio allestito all’interno dell’ex Aula Bunker del Foro Italico in Roma. L’artista texano, nato a Houston nel 1958, ma da anni residente a New York, dove collabora con prestigiosi artisti e registi, ha presentato 'Cascade' il suo nuovo lavoro, accompagnato dal supporto visivo delle immagini in movimento di James Elaine, suo prezioso collaboratore, che vengono proiettate su una parete bianca.
Il diluvio che si abbatte sulla città rende ancora più suggestivo l’impatto con le nuove composizioni di Basinski, tanto malinconiche quanto intense, che catturano immediatamente l’ascolto degli invitati. Musica elettronica, evidenti influenze ambient ed una marcata influenza derivata dalla musica classica convivono con grande naturalezza nel fluire delle trame armoniose di 'Cascade'. Sonorità dilatate nel tempo, strutturate attraverso un frequente ricorso a feedback e che prevedono l’utilizzo di loop che si ripetono in continuazione fino a determinare una dimensione volutamente ossessiva, che però non suscita inquietudine, al contrario si rivela eterea ed evoca il ricordo di cose perdute. Elementi della musica minimale di Steve Reich sono in qualche modo riconoscibili nell’approccio stilistico di questo artista americano diventato famoso dieci anni fa grazie ai suoi Disintegration Loops, già collaboratore di Diamanda Galas, di Antony Hegarty e più recentemente di Marina Abramovich.
Non si può non restare ammaliati da una musicalità così delicata e al tempo stesso autorevole, che ti attanaglia con la sua tristezza di fondo, che non ti lascia più andar via. Musica riflessiva ed intimista che nasce dal desiderio di Basinski di azzerare il superfluo, quello che è in eccesso, tutto ciò che è ridondante. E’ un tracciato sperimentale che si avvicina molto però a tematiche proprie di Debussy e di tanta musica contemporanea. E’ una musica che accompagna l’abbandono delle certezze e che cerca all’interno di una sfera più intima, troppo spesso trascurata, una dimensione nuova, più semplice, più essenziale, nella sua nudità.
Articolo del
18/11/2014 -
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