In un mondo ideale, i Bluvertigo oggi sarebbero una band con vent'anni di carriera alle spalle, sette o otto album pubblicati, e soldi in banca a palate. E invece la carriera si è interrotta molto prima, gli album sono solo tre, e i soldi è riuscito a farli solo Morgan.
Come mai ? Perché un bel giorno decisero di mettere fine ad una delle band cardine del rock italiano degli anni novanta, “congelandola” in attesa di tempi migliori. Perché - dicevano - quello che si congela non si scioglie. Ma dal freezer non sono più usciti se non per un paio di brevi apparizioni live, la prima nel 2008 con il Re-tour e un CD registrato dal vivo, che avevano riacceso le speranze di migliaia di fan, e la seconda adesso con questo Fastour che di date ne prevede la miseria di quattro. Sempre toccate e fuga, apparizioni fugaci, per poi tornare sottozero, hai visto mai che stando fuori troppo a lungo si finisca per andare a male.
E quindi eccoli di nuovo calcare le scene col solito repertorio dei primi tre-dischi-tre, la cosiddetta Trilogia Chimica, quella che chissà quali altri scenari lasciava presagire alla fine del secolo scorso. Ma per una sera il rimpianto lascia spazio al divertimento, del pubblico nel parterre - numerosissimo - e di loro sul palco. Che sono bravi e lo sanno, e quindi si concedono divagazioni a iosa tra citazioni teatrali-letterarie, jam-session che allungano la durata dei pezzi, e siparietti tra i quattro che sono affiatati come ai bei tempi. E ieri, in via eccezionale, era presente sul palco anche il chitarrista della prima ora, Marco Pancaldi, che con loro fece "Acidi e Basi" e poi se ne andò.
E Morgan? Beh, lui merita un capitolo a parte. Fenomenale. Favoloso. Straordinario. Una vera rockstar, oltre che un grande perfomer che non ha smarrito l'empatia col pubblico. Le sue movenze, la sua presenza scenica, le sue doti di intrattenitore ipnotizzano gli occhi e la mente come al cospetto di un guru. Peccato che al rock abbia preferito la TV, anche se forse - come ha detto in una recente intervista il suo sodale Andy - a rovinarlo non è stato solo quello. Comunque oggi, a quarantadue anni suonati, riesce ancora a tenere il palco come pochi ed è stato, assieme allo stesso Andy, il vero mattatore di una serata che non avuto altri significati se non quello di rituffarci tutti insieme, per un paio d'ore, in un passato recente che ci appartiene. Non ce l'hanno menata con un nuovo disco in uscita a breve o con la promessa di rivederci presto: hanno suonato e basta, ed è bene così.
Perché la questione è l'interesse nelle cose, e il messaggio è conservare bottiglie vuote.
SETLIST:
Il Nucleo Sono=sono Il mio mal di testa L.S.D. (la sua dimensione) Vertigo Blu So-low (l'eremita) Complicità Decadenza Cieli neri Sovrappensiero L'assenzio La crisi Troppe emozioni Altre F.D.V. Zero
(La foto di Morgan al concerto di Roma è di Valerio Di Marco)
Articolo del
10/09/2014 -
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