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Herbie Hancock & Wayne Shorter
Herbie Hancock & Wayne Shorter live @ ”Luglio suona Bene”, Auditorium Parco della Musica, Cavea - Roma, 26 luglio 2014
Roma
26/07/2014
di
Giancarlo De Chirico
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Non è certo la prima volta che le strade di due maestri del jazz come il pianista Herbie Hancock e il sassofonista Wayne Shorter si incontrano e i due musicisti si esibiscono insieme, ma un loro concerto resta comunque un occasione imperdibile che fa accorrere alla Cavea dell’Auditorium il pubblico delle grandi occasioni. Sia Hancock che Shorter hanno fatto parte nei primi anni Sessanta dello storico quintetto di Miles Davis e sono proprio loro che hanno raccolto l’eredità di un free jazz libero da qualsiasi etichetta e aperto verso forme di sperimentazione. Con il passare del tempo, a dire il vero, Herbie Hancock si è confrontato anche con il funky, la disco music e - più recentemente - con l’elettronica, ma il concerto di questa sera lo vede tornare a sedersi con semplicità davanti al suo pianoforte ed è serenamente a suo agio nei suoi duetti stratosferici con il sax soprano di Wayne Shorter, uno dei più grandi improvvisatori al mondo.
Quando John Coltrane lasciò il gruppo di Miles Davis per proseguire come solista consigliò all’amico di continuare proprio con Shorter, una sorta di investimento quindi, che si è dimostrato quanto mai opportuno. Più tardi Wayne Shorter - insieme a Joe Zawinul - formerà i Weather Report per dare inizio ad una nuova fortunata stagione, coronata da un grande successo. Hancock & Shorter hanno anche pubblicato un album insieme nel 1997: il disco si intitolava semplicemente 1+1 e conteneva una composizione scritta in omaggio a San Suu Kyi, l’attivista birmana diventata poi Nobel per la Pace che lottava per la libertà del suo popolo.
Le linee compositive del concerto di questa sera sono dettate principalmente dal sax di Shorter che seguono un percorso armonico che viene puntualmente stravolto in corso d’opera, senza che il brano ne risenta affatto. In questo risiede la magia di Wayne Shorter, un musicista che conosce e rispetta gli standard del jazz ma che è in grado di modificarli continuamente, dando vita ad un universo musicale totalmente libero, che fa viaggiare in alto la mente, grazie a codifiche musicali uniche, che non possono essere riprodotte.
C’è qualcosa di mistico nelle composizioni di Shorter e di Hancock, entrambi di religione buddista. La loro musica infatti avvolge totalmente quanti si pongono all’ascolto e non ti senti solo quando il suono del sax di Shorter raggiunge il suo climax ed arriva il momento di spiccare il volo. Le varie fasi del concerto vengono accolte da un silenzio fatto di devozione da un pubblico di intenditori che rimane estasiato dalla performance di due mostri sacri del jazz, che anche questa sera sono andati oltre il semplice intrattenimento portandoci ad assaporare le vere radici della musica afro-americana.
(La foto di Hancock & Shorter a Roma è di Viviana Di Leo)
Articolo del
31/07/2014 -
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