“You can’t say MUSIC without saying MUSE.” Io non so se qualcuno abbia già detto questa frase, fatto sta che, oltre ad essere un dato di fatto, questa è stata la sensazione preponderante che ho provato assistendo alla performance dello Gnu Quartet, nell’ambito del progetto Electronic Muse_ic, che prevede per l’appunto l’esecuzione in chiave riarrangiata dei una selezione di brani dei Muse.
Per chi non lo sapesse, lo Gnu Quartet è un progetto musicale impostato sulla fusione non solo dei generi, ma delle filosofie stesse che sono alla base degli stessi, un po’come lo gnu che è il risultato di un incrocio tra diverse specie, così questa compagine, che ama definirsi un animale da palco con il corpo da musicista classico, il cervello da jazzista e le zampe da rockettaro. Non a caso infatti il quartetto vanta svariate collaborazioni con artisti anche molto distanti tra loro quali Gino Paoli, Niccolò Fabi, Afterhours, Motel Connection, Simone Cristicchi, Afterhours, Baustelle e molti altri. In questo caso però ecco che la dimensione artistica “Muse”, intesa in senso lato, torna a quanto di più primitivo possa significare, la musa, ovvero la madre dell’ispirazione artistica. E’ curioso che di tante band e di tante realtà esistenti nel panorama musicale, lo Gnu Quartet abbiano scelto i Muse per filtrare, incanalare ed esaltare il proprio talento, costruendo uno spettacolo basato sull’idea di un tributo colto, che fondesse elementi classici (come gli archi ed il flauto) con innesti elettronici; la versione completa dello show comprende anche uno spettacolo di visual arts proiettate durante l’esibizione, che purtroppo non è stato possibile ammirare nella data di Roma.
E’ vero che nella maggior parte dei casi le radici classiche dei Muse si prestano molto al contesto, ma in realtà alcuni dei brani più interessanti sono stati proprio quelli nella fattispecie più distanti dal lignaggio classico, come nel caso dei cosiddetti “singoloni radiofonici” (Time Is Running Out, Starlight e Uprising) su cui il quartetto ha impresso quindi maggiormente la sua impronta, esaltandone una grandezza ed uno spessore che altresì non emergerebbe nelle versioni originali. Il concerto si apre con Mk Ultra (saranno molti i brani tratti proprio dal penultimo lavoro del trio inglese The Resistance) e la “ricetta” del riarrangiamento è presto svelata, fondamentalmente Stefano Cabrera al violoncello esegue nella maggior parte dei pezzi i giri di basso, mentre gli altri componenti del quartetto si “palleggiano” in alternanza chi le parti di chitarra, chi quelle di pianoforte o synth e chi la linea melodica vocale, dando quindi dinamismo ed imprevedibilità alle esecuzioni. Si mette particolarmente in evidenza la flautista Francesca Rapetti che, oltre a trasmettere una grande carica saltellando come un fauno quando suona il suo strumento, aggiunge anche degli spunti vocali di beatboxing, come nel caso di Muscle Museum.
La coesione ed il talento cristallino dei componenti del quartetto fa sì che la resa sia magnetica ed inebriante, grazie anche alla fedeltà pressoché totale alle melodie originali, salvo nel caso di Unnatural Selection, che viene avviata dalla parte centrale del brano, lasciando spazio poi ad un assolo di Roberto Izzo al violino, a cui poi si aggiunge Raffaele Rebaudengo alla viola. Un componente aggiunto è senza dubbio pure il fonico Lorenzo Patellani, compositore delle parti elettroniche e delle percussioni che vengono mandate in sequenza e subentrano solo in determinati momenti chiave di alcuni brani, come su Resistance ad esempio, contribuendo ad accrescere ulteriormente la verve sonora del brano, o su Ruled By Secrecy, con il suono del piano che scandisce gli accenti principali dell’assolo di chiusura.
Un lavoro che renderebbe senza dubbio molto orgoglioso il Signor Matthew Bellamy, che ha avuto modo di assistere ad una fugace performance quasi improvvisata dello Gnu Quartet, nei corridoi degli studi di Rai3 in occasione dell’ospitata dei Muse al programma di Fabio Fazio Che tempo che fa lo scorso inverno. In quella circostanza lo Gnu Quartet suonò, di fronte ai Muse in persona, soltanto New Born, registrando però un video che, con l’aiuto di YouTube e Facebook, è presto passato per le bacheche e le home di moltissimi fan dei Muse sparsi per l’Italia, che si sono segnati questo nome e che in parte hanno risposto all’appello nella serata del Cinema Palazzo nel quartiere di San Lorenzo a Roma, uscendo entusiasti.
SETLIST:
Mk Ultra Sunburn Hysteria Unintended New Born Muscle Museum Unnatural Selection (solo) Time Is Running Out Starlight Undisclosed Desires Ruled By Secrecy Assassin Map Of The Problematique
Encore Uprising
Articolo del
16/04/2013 -
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