'Cause si fa apprezzare innanzitutto per essere un disco veramente eclettico. Nasce da un'improvvisazione, e si sente: quando pensi di averli inquadrati, ecco che lì i Push Button Gently ti stupiscono con una virata improvvisa.
Hurkah è un inizio in stile indie-pop, subito viene in primo piano il lavoro delle chitarre, incessante per tutto il disco. Mexican Standoff mette in risalto altri due punti di forza: il basso distorto e i finali vorticosi in crescendo, in questo caso dal sapore grunge.
Intrigante l'idea di associare ad ogni canzone un tono di colore e un tono di umore. Ad esempio Morning Sailor è un trip di allegria, viene associata all'arancione e al mood “feeling invincible”. In Mysteriously Pop, brano più delicato e intimo, vengono prepotentemente in evidenza le influenze post-rock. Lo notiamo soprattutto nei fraseggi delle chitarre, che nel finale sanno finemente amalgamarsi con sonorità più distorte.
In I Thought I Saw A Pussycat (But It Was A Lion, So I Ate It), primo singolo del disco, il synth la fa da padrone e da vita ad un pezzo molto originale, peccato che non venga valorizzato anche altrove.
I pezzi che seguono sono più omogenei e misurati. Hide ricorda Jeff Buckley, a cui spesso e volentieri si ispira anche la voce. Voce ambiziosa, che guarda molto anche al brit-pop e che riesce in buona parte a soddisfare, ma a volte risulta un po' invadente. In Holy, ultimo pezzo, troviamo ancora una volta trame di chitarra che si rincorrono e un finale lirico ed emozionante alla Explosions In The Sky.
L'abilità più grande del gruppo di Como, attivo da dieci anni e arrivato al terzo album, sta nel miscelare tanti elementi diversi, mantenendo un precario equilibrio ovattato fatto di toni leggeri e lirici, ma anche sporchi e decisi qui e là. Non devono aver paura di sperimentare: quando osano, ad esempio con l'incursione rap in Wolves o con il synth in I Thought..., il risultato è sempre positivo. Comunque, questo 'Cause è già un viaggio che vale la pena di fare.
Articolo del
14/02/2017 -
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