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Everlasting Fall
Songs of the Bedroom
2016
Autoprodotto
di
Roberto Censi
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Rock, adrenalina, energia. È questo quello di cui ha bisogno la musica italiana, sia per scrollarsi di dosso molti degli stereotipi che ormai la caratterizzano e sia perché c’è bisogno di novità e di sonorità partorite da menti fresche e giovani. La scena musicale italiana da un certo punto vista ha bisogno di (anzi, deve) svecchiarsi e sganciarsi, con un coraggio prepotente, dalle classiche etichette che di solito le radio ci propinano.
Ecco allora che dalla provincia romana quattro giovani musicisti, si mettono in gioco e si ritrovano per dar vita ad un progetto chiamato Everlasting Fall.
La band, dalle risonanze Alternative Rock, nasce nel 2014 e dopo alcuni avvicendamenti e cambi di line-up trova stabilità nel 2016 nella attuale line up: Tommaso Eusepi (chitarra solista e seconda voce), Federico Massimi (chitarra ritmica e prima voce), Simone Tilia (basso) e Giovanni Serpietri (batteria). Fare della musica il proprio mestiere è assai difficile in questi tempi, come è assai difficile ritagliarsi un piccolo spazio in questa vera e propria giungla musicale. Gli Everlasting Fall però non vogliono sentire ragioni e cercano di rincorrere i propri sogni, quelli che avevano sin da bambini, quelli nati dal primo disco rock ascoltato, quelli che ti assalgono la prima volta che imbracci uno strumento e cominci a capire che la tua strada e quella, contro tutto e tutti, contro ogni previsione, contro ogni “non ce la farai”!
Ecco che da questa determinazione e voglia di affermarsi nasce il loro primo EP, completamente autoprodotto, dal titolo “Songs of the Bedroom”. Già solo dal primo ascolto delle sette canzoni in esso contenute si percepisce che questa non è la classica “band da garage” nata solo per hobby e per passare in qualche modo i pomeriggi scarni e noiosi della provincia.
I giovani (ma solo anagraficamente parlando) Everlasting Fall si dimostrano musicisti già maturi e pronti per il grande salto. Arrangiamenti puliti e perfetti, senza sbavature; riffing energici e orecchiabili che rimangono impressi dal primo ascolto; testi che si alternano dall’inglese all’italiano, mai scontati e mai ordinari, che da subito inquadrano il loro pensiero diretto e schietto.
Non chiamatela band adolescenziale, non chiamateli novellini perché questi ragazzi hanno già la stoffa e le spalle grandi e solide per affrontare a testa alta il sempre più spietato e “cieco” mondo della musica.
Articolo del
07/02/2017 -
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