Mini album di debutto per Leila, una cantautrice romana che ama leggere, scrivere e viaggiare, cha frequentato l’Università della Musica e che si è Laureata al Conservatorio di Frosinone. Il disco è articolato in sette composizioni che definiscono molto bene l’Universo sonoro di Leila, 33 anni, una artista che adora sperimentare e che ci presenta un progetto molto interessante, a metà strada fra la canzone d’autore e l’elettronica. L’album è ricco di atmosfere rarefatte e sospese che mettono in luce la vocalità sottile, solo in apparenza distaccata di Leila, impegnata a leggere il mondo in maniera diversa. Canzoni molto semplici, che traggono spunto da storie ordinarie che vengono però trasformate nelle liriche in poesie surreali di carattere urbano, in metafore cariche di significato. Leila sembra aver imparato molto dalla musica minimale e in particolare dall’avanguardia elettronica tedesca, rivisitata con estremo gusto e attenzione. Brani come Dondolo, il primo singolo, Mondo Mio, Sara e la più romantica Noi denotano una ricerca approfondita per quanto riguarda sia nuove linee melodiche che il silenzio. Composizioni molto affascinanti, quasi eteree, eseguite in italiano, ad eccezione di Let Me Get In, cantata in inglese, che racconta dell’invasione di uno sciame di insetti in una casa; è tempo di estate e gli insetti sembrano inscenare una danza intorno alla lampadina che scende dal soffitto, scambiata evidentemente per la Luna. Brano molto bello e decisamente moderno , sia negli arrangiamenti che nei testi, tanto è vero che nel disco si respira un’aria diversa, vicina a certe espressioni raffinate del nuovo pop internazionale, penso a Julia Holter o a Marissa Nadler, per esempio. L’album è stato registrato insieme ad una band che comprende musicisti di pregio come Federico Leo, alla batteria, Francesco Saguto, alla chitarra, Carmine Iuvone, al basso e Ynaktera (nome d’arte di Dario Colozza), all’elettronica. Album molto intrigante che non mancherà di sorprendervi. Da ascoltare.
Articolo del
05/06/2016 -
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