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Adriano Tarullo
Anche Io Voglio La Mia Auto Blues
2014
CD autoprodotto
di
Valerio Di Marco
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Immaginate la musica popolare abruzzese, quella d’autore italiana e il blues americano tutti insieme nello stesso disco: il rischio di un polpettone scassamarroni sarebbe più che concreto. E invece Adriano Tarullo, giovane cantautore della provincia de L’Aquila, riesce a farsi apprezzare con un lavoro che mescola strumenti tipici, canti originali e poesia dialettale in un volume che è il risultato di una lunga opera di ricerca delle radici culturali abruzzesi. Perché è dalla terra che bisogna partire per parlare di un album così impastato di folk da profumare di storia e di un artista così quotato da essere stato chiamato a rappresentare la sua regione al festival del cantautorato dialettale Voxteris, in Belgio, nel 2012. Non solo. Con quest’album, Tarullo si è guadagnato anche la candidatura alle fasi preliminari del premio Tenco 2014 nella sezione “Miglior album in dialetto”. In ”Voglio Anche Io La Mia Auto Blues” non mancano rappresentazioni in chiave moderna di brani appartenenti alla tradizione popolare compresi tre canti originali riproposti nella loro melodia ma arricchiti con arrangiamenti e contributi inediti. E’ il caso di Lamenti, scritto da Ettore De Carolis e Donatina Furlone, e ripreso successivamente da Michele Avolio dei Discanto. E proprio da quest’ultimo arriva lo spunto per farne una personale rielaborazione chiamando in causa lo stesso Avolio alla voce e al mandoloncello. Oppure Cimirose e Canto Di Mietitura, canti storici tramandati negli anni a voce dai contadini e suggeriti dall’etnomusicologo Domenico Di Virgilio - che li aveva documentati nel suo libro “Musiche tradizionali in Abruzzo”. Qui sono riportate le registrazioni originali fatte da Diego Carpitella negli anni ’70 nella provincia di Chieti. Insomma, Abruzzo amata terra mia. O se volete, l’Abruzzo dietro le quinte. Più che un disco, un lavoro di cesello.
Articolo del
17/12/2014 -
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