Album fortemente consigliato alle migliaia di fan dei Ramones ancora sparsi in tutto il mondo. Il disco è stato pensato, registrato e missato da Marc Urselli, noto ingegnere del suono italo-svizzero che si muove fra Londra e New York. Ha convocato diversi gruppi, alcuni emergenti altri no, protagonisti a vario titolo della scena rock internazionale e - per la serie Redux della Magnetic Eye Records - ha realizzato questo nuovo album, un disco coraggioso e ricco di interessanti sperimentazioni.
Il progetto si intitola “Marc Urselli's Best of Ramones Redux”, si compone di diciassette brani in tutto ed è un concentrato di approcci diversi alle più note canzoni dei Ramones. Cambiamenti di stile, più o meno azzardati, ma sempre nel segno dell’estetica Punk. Una vera e propria dimostrazione d’affetto, una lettera d’amore nei confronti di questo gruppo che è ormai leggenda.
Ma veniamo ai musicisti partecipanti e ai pezzi che sono stati reinterpretati nell’occasione: ci sono i canadesi Voivod che insieme a JG Thirlwell eseguono “Zero Zero UFO”, i Destructo Disk e Timo Ellis con “I Don't Wanna Be Learned/I Don't Wanna Be Tamed , gli Impostor Cult e Amy Tung Barrysmith con una bellissima “Pet Sematary”, Oscar Dunbar, musicista e attore inglese, nipote di Marianne Faithfull che, insieme ai The Heat Inc. (con il chitarrista romano Marco Simoncelli) presenta una serrata versione di “You're Gonna Kill That Girl”, Daniele Brusaschetto e Chvad SB su ”I Can't Be”, So Hideous e Gary Lucas con una interessante e bluesata versione di “The KKK Took Away My Baby”, i King Potenaz e Nefariant su “ Time Has Come Today”, i Venamoris con Eicca Toppinen su “I Want You Around”, i Kayo Dot e Ihsahn che urlano ”Teenage Lobotomy”, i Duel con “ Chinese Rock”, i Raw Power (noti seguaci degli Stooges) e Sergio Milani con una selvaggia versione di “I Don't Care” , Zeni Geva e Besvärjelsen con “You Should Never Have Opened That Door”, i Restless Spirit e Jeff Matz con una versione robusta di “Poison Heart”, e ancora David J e Paul Wallfisch , alle prese con una inquietante versione, rallentata ad arte e quasi irriconoscibile, di “I Wanna Be Sedated”, Vicki Peterson, John Cowsill e Jonny Polonsky su un classico come “Sheena is a Punk Rocker”, Tammy Faye Starlite e Chris Enriquez su “Danny Says”, Aborym e Kaiten con “Now I Wanna Sniff Some Glue”. Insomma, un album a suo modo, strabiliante e molto particolare, che potrà facilmente dare adito ad opinioni diverse. Proprio per questo ci è piaciuto: per le soluzioni originali, per gli abbinamenti fra artisti in apparenza molto diversi fra loro, e per quel gusto ribelle, quella voglia di sorprendere che deve essere l’anima di qualsiasi operazione che abbia che fare con il Punk.
Da ascoltare, ad alto volume.
Articolo del
22/09/2025 -
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