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Paolo Benvegnù
Concerto d'autore per l'ex leader degli Scisma
Babilonya di Biella
09/04/2004
di
Riccardo Cantone
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Locale deserto, o quasi. Del resto suonava Paolo Benvegnù, misconosciuto artista uscito da poco con un progetto solista davvero interessante (“Piccoli fragilissimi film”). Già leader degli Scisma, si è ripresentato a un pubblico purtroppo non troppo nutrito con un pop d’autore impreziosito da arrangiamenti raffinati e da testi che descrivono con tesa lucidità le esperienze quotidiane. Ascoltarlo nel conforto di un silenzio è una tranquillità che raramente fanno la loro comparsa in un concerto, è stato un valore aggiunto non indifferente, fermo restando l’assoluto valore della proposta musicale. Benvegnù, elegante ma allo stesso tempo dominato da un’imperturbabile aria da poeta maledetto, ha ascoltato con viva partecipazione la performance del gruppo di spalla (i gene.razionale), per poi presentarsi sul palco con Massimo Fantoni alla chitarra, Fabrizio Orrigo al piano, Gianni dall’Orto al basso e Andrea Franchi alla batteria. Perfetta la resa acustica del Babilonya che ha esaltato le prestazioni impeccabili della formazione. “Il mare verticale” ha inondato la sala, creando subito un’atmosfera surreale e profondamente intima: assolutamente impossibile non farsi coinvolgere e cullare da una musica ricca di sfumature e contornata da una vena malinconica sempre presente nei pezzi di Benvegnù. Gli echi chitarristici rimarcatamene “gilmouriani” di Fantoni hanno aggiunto un tocco onirico al suono “pulito” e diretto di tastiere e basso. Pezzi come “Cerchi nell’acqua” e “Io e Te” hanno amplificato ancora maggiormente queste inclinazioni rendendo da tiepido a caloroso l’apporto del pubblico. Benvegnù dal canto suo ha incantato la platea con una superba versione di “Rosemary Plexiglas” (canzone degli Scisma) per poi lasciarsi andare al groove più accelerato del singolo “Suggestionabili”. Trascurabili, invece, alcuni siparietti tra una canzone a l’altra che hanno sortito l’effetto inverso a quello desiderato affievolendo un pochino l’attenzione del pubblico, anche a causa dell’esecuzione di alcuni pezzi non presenti nell’album nella seconda parte del concerto. L’atmosfera generale, comunque, non ne ha risentito e ha toccato una delle sue punte massime con il pop caramelloso di “E’ solo un sogno”, virando poi nel lento procedere di “Catherine”. Ottimo anche il pezzo cantato dal batterista, una delle battute conclusive del concerto. Chi c’era si è goduto la performance di uno degli artisti italiani più in forma del momento e con notevoli prospettive all’orizzonte, chi non c’era si spera che possa venire alla conoscenza di questo chansonnier made in Italy, il panorama musicale nostrano ne ha davvero bisogno.
Articolo del
19/04/2004 -
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