Ecco un progetto davvero fuori dagli schemi, impossibile da inquadrare, problematico da recensire, a tratti difficile da ascoltare: i Mano-Vega hanno il pregio di rappresentare qualcosa di assolutamente inedito e refrattario alle gabbie rappresentate dalle definizioni di genere. Se la musica ha da tempo imboccato la strada della contaminazione e della sperimentazione, i Mano-Vega – i validi Valerio D’Anna, Giovanni Macioce e Lorenzo Mantova – rappresentano l’estremizzazione di questa tendenza. Analizzare traccia per traccia, in questi casi, non avrebbe senso: ”Nel Mezzo”, - prodotto dagli stessi Mano Vega tramite l’etichetta indie da loro fondata – è una spirale di energia, vibrazioni, emozioni. Vietati gli ascolti superficiali o disattenti: se non siete adeguatamente preparati alla tempesta sonora della opener ”Ondanomala”, difficilmente riuscirete a cogliervi qualcosa di più di un terribile effetto macedonia, e la lentezza e la durata dei brani non aiutano. Tuttavia, proseguendo nel viaggio mentale di “Nel Mezzo”, si incomincia ad intravedere un barlume di logica. Partendo da destabilizzanti linee melodiche prog-rock, passando per i testi ermetici, veri e propri rompicapi semantici, recitati più che intonati da Valerio D’Anna, e culminando in improvvisi salti nel vuoto, deliqui elettronici, disarmonie sonore che sembrano riprodurre i baratri dell’esistenza umana, i Mano-Vega rendono viva una creatura non solo musicale, ma che si presta bene a qualunque tipo di percezione: visiva, teatrale, spirituale, per ceri versi extrasensoriale. Album indipendente, coraggioso e fuori di testa.
Articolo del
16/08/2010 -
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