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E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta. E anche quest’anno si è conclusa con successo la nostra annuale erculea fatica che consiste in: A) recuperare anche telefonicamente e andando sul posto le TOP 10 individuali di tutti i pigri e/o recalcitranti collaboratori di Extra! Music Magazine; B) “pesare” le suddette liste con criteri non proprio scientifici ma quasi; C) compattare il tutto fino a giungere alla (da 3 anni ormai) tradizionale classifica delle singole 10 TRACKS o CANZONI o MP3 o PEZZI che dir si voglia, che nel 2008 ci sono piaciute di più e/o sono state le più innovative e/o le più emozionalmente coinvolgenti.
Per noi, quindi, niente classifica dei migliori Album altrimenti detti Long Playing, che dalle nostre parti sono ritenuti roba del secolo scorso, buoni solo per le recensioni in quanto consentono di avere una più larga panoramica degli artisti o delle band trattate. Gli Album passano (e spesso ascoltati nella loro interezza annoiano), le Canzoni restano. E’ questa la filosofia (di ritorno) del nuovo Millennio, a cui aderiamo pienamente e convintamente. E andiamo di gran carriera a svelare chi è il successore di “All I Need” dei Radiohead, vincitore della nostra POLL nel 2007, e di “Steady As She Goes” dei Raconteurs, trionfatore nel 2006. Fiato alle trombe e rullo di tamburi, nel 2008 il nostro PEZZO preferito è stato...
n. 1) MGMT – Time To Pretend (da “Oracular Spectacular”)
Non c’è stata praticamente gara: nel 2008 l’electro-psych-pop dell’esordiente duo brooklyniano MGMT ha messo davvero (quasi) tutti d’accordo, grazie - soprattutto ma non solo - a tre brani esplosivi che rispondono ai titoli di “Kids”, “Electric Feel” e “Time To Pretend”. Alla fine ha prevalso quest’ultimo, sia per l’effetto “novità” (è stato il primo singolo a vedere la luce) che per l’intrigante testo, e anche (ci dicono) per via del traino dovuto all’inclusione nella colonna sonora del film “21”, il bel film con Kevin Spacey ambientato a Las Vegas sullo sfondo del gioco d’azzardo. “Time To Pretend” lo si potrebbe definire un brano “alla Flaming Lips”, anche se in realtà è qualcosa di meglio e di più: il singolo-bomba che la band di Wayne Coyne non è – ancora – riuscita a realizzare. Ed è impossibile, parlando della sua riuscita, sottacere il contributo in sala d’incisione del geniale Dave Fridmann, storico produttore dei Mercury Rev e (giustappunto) dei Flaming Lips.
Nella sua recensione dell’album “Oracular Spectacular”, il nostro Fredo Cane evidenziava come: “...i newyorkesi di Brooklyn Vanwyngarden e Goldwasser sono (ben più) giovani (dei Rev e dei Lips), e possiedono una vitalità e un entusiasmo contagiosi. Analizzate, per credere, le liriche di alcuni dei brani, cominciando da “Time To Pretend” con il suo folgorante incipit “I'm feelin’ rough I'm feelin’ raw I'm in the prime of my life /Let's make some music make some money find some models for wives / I'll move to Paris, shoot some heroin and fuck with the stars” […] Quanto mai azzeccato poi, sul finale del brano, quel “We'll choke on our vomit and that will be the end / We were fated to pretend”, l'epica del sogno di diventare una star che si completa con l'evocazione di Keith Moon e Bon Scott (e delle loro tragiche morti).” Quindi, più in generale, rimarcava come: “...aldilà delle tematiche affrontate, è il suono che ti colpisce, il superbo mix tra elettronica e psichedelia con il quale sono capaci di avvolgerti, in una modernissima sintesi che parte da molto lontano (i Tomorrow, gli Zombies di “Odessey And Oracle”, i Nirvana inglesi e in generale tutta la psichedelia progressiva inglese della fine dei Sixties) ed approda ai giorni nostri dalle parti del dance/punk dei Rapture...”
Il 7 luglio gli MGMT calavano in Italia per un unico - e, a questo punto, storico - concerto al Rolling Stone di Milano. Era presente il nostro Andrea Bagnasco che riportava come: “...dal vivo, gli MGMT hanno saputo mantenere quanto di buono si trova nell’album. Sonorità classiche anni ’70 (abbinate ad un look stile Almost Famous, con tanto di bandane e poncho finale), schegge (soprattutto in alcuni ritornelli) di indie rock, qualche momento più elettronico e quasi dance e lunghe code psichedeliche con le due chitarre ad intrecciare soli che, in certi passaggi, portano la mente (ovviamente col massimo rispetto) verso i Pink Floyd.”
Key-lyrics (per gli inguaribili ottimisti a dispetto delle disastrose circostanze):
This is our decision, to live fast and die young. We've got the vision, now let's have some fun. Yeah, it's overwhelming, but what else can we do. Get jobs in offices, and wake up for the morning commute…
n. 2) Hercules And Love Affair – Blind (da “Hercules And Love Affair”)
Anche nel 2008 non potevamo farci mancare tra le top tracks dell’anno una produzione della DFA dell’impareggiabile Tim Goldsworthy (anch’egli newyorkese come gli MGMT: sarà un caso?) Nel 2007 si era distinta “North American Scum” degli LCD Soundsystem con una egregia 8a posizione, stavolta invece arriva a un passo dalla vittoria il maestoso singolo “Blind” di Hercules And Love Affair, nomignolo dietro il quale si celano il dj di NYC Andrew Butler e le sue amiche/artiste Nomi e Kim Ann Foxmann. “Blind” era già di per sè una delle migliori dance-track dell’anno, ma la vocalità unica di Antony Hegarty (quello dei Johnsons) è riuscita a farla schizzare a livelli stratosferici. Ora è uno di quei pezzi che, riascoltato quando saremo vecchi e cadenti, con l’apparecchio acustico e la bavetta alla bocca, ci farà ritornare con la mente ai gloriosi tempi andati del 2008 e magari azzardare un passo di danza col rischio di andare in crisi respiratoria.
““Blind” è il primo grande singolo estratto, un ottimo tripudio disco funk e cuore pulsante dell’intero lavoro”, commentava Maria Francesca Palermo nella sua recensione dell’eponimo album “Hercules And Love Affair” in data 2 aprile 2008, per poi concludere: “Rendiamo merito agli Hercules And Love Affair per le ampie divagazioni strumentali e l’ottima fattura dell’album che riesce ad essere, insieme, divertente e complesso. Godetene bene, insomma, perché ha tutta l’aria di essere la prima e unica “fatica” di Hercules...”
Key-lyrics (per i possessori di bianche voci alla Antony):
As a child, I knew That the stars could only get brighter That we would get closer Get closer Leaving this darkness Behind Now that I'm older The stars should lie upon my face And when I find myself alone I feel like I I am blind...
n. 3) Sigur Ros - Inní mér syngur vitleysingur (da “Með suð í eyrum við spilum endalaust”)
Sono arrivati ad un passo dal fare il colpaccio, questi talentuosissimi impalpabili islandesi. E sì, perché “Með suð í eyrum við spilum endalaust”, uscito all’inizio dell’estate, è stato uno di quei (rari) album che in redazione hanno convinto tutti, replicando in parte quanto accaduto un anno fa con l’universalmente apprezzato “In Rainbows” dei Radiohead. Con questa 5a quinta prova dal titolo come al solito impronunciabile (ma pare che la traduzione sia “con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito”) i Sigur Ros hanno realizzato il disco più gioioso della loro inimitabile carriera, anche sulla base di almeno tre brani in grado di contrassegnare l’annata come “Gobbledigook”, “Við spilum endalaust” e, soprattutto, “Inní mér syngur vitleysingur” (probabile traduzione: “dentro di me c’è un folle che canta”), che si è imposto di una spanna nel gradimento dei nostri redattori ottenendo una meritatissima medaglia di bronzo. Un’impresa impensabile per i Sigur Ros, almeno in partenza.
Tra i massimi estimatori del combo islandese si annovera il nostro Marco Jeannin, che ad agosto, nel recensire l’album, spiegava che: “...Il lato A è un vero concentrato di energia, luce e primavera. È quello che non ti aspetti e che suona talmente strano che sai subito che ci vorranno dei giorni per capirlo, ma una volta capito non lo lasci più. […] Inní mér syngur vitleysingur (Within me a lunatic sings) sembra il terzo atto di un pezzo più lungo, una continua conclusione con quei crescendo che solo questa band sa regalare. Già. C’è qualcosa di infinito in questa musica, qualcosa che sembra non concludersi mai, che cambia, cresce e muta...” Ormai totalmente conquistato, Marco chiosava: “...Capita a volte di mettere un disco nel lettore e sentire che la traccia numero uno ci piace. Ci piace talmente tanto che siamo già abbastanza soddisfatti e surfiamo le altre tracce con superficialità perché tanto quello che volevamo sentire lo abbiamo sentito. Non questa volta. Questo suona all’infinito...”
Nel corso dell’estate i Sigur Ros sono tornati in Europa continentale (e anche in Italia) confermando la medesima magia dell’album. Il nostro collaboratore Nicola Accardo li ha visti il 15 agosto a Saint Malo in Francia e non è rimasto deluso: “...Il cielo è di nuovo carico di neve, ed esplode con Inni Mer Syngur, la hit pop del momento: stavolta sono gli omini eleganti che sparano i coriandoli dal palco, uno di loro sventola una bandiera della Bretagna, è il momento in cui si è felici di essere al posto giusto al momento giusto...”
Key-lyrics (per la folta pattuglia di islandesi tra i lettori):
Minn besti vinur hverju sem dynur Illum látum, í faðmi grátum Ég kyngi tári og anda hári Þegar að við hittumst Þegar að við kyssumst Varirnar brenndu, höldumst í hendur Ég sé þig vakinn Ég sé þig nakinn Inní mér syngur vitleysingur
n. 4) Coldplay – Viva La Vida (da “Viva La Vida Or Death And All His Friends”)
Ma sì: parliamone male, dei Coldplay. Diciamo pure che sono una versione “light” degli U2, che in fatto di rock epico/romantico il meno pubblicizzato “The Seldom Seen Kid” dei mancuniani Elbow è cento volte meglio di “Viva La Vida Or Death And All His Friends”, che è dai tempi di “A Rush Of Blood” che l’evoluzione sonora della band pare essersi arenata, che Chris Martin è noioso e anche pedante, e pare l’antitesi della rockstar... Tanto poi alla fine hanno avuto ragione loro (e Brian Eno che li ha prodotti), perché ogni volta che quest’anno una qualsiasi radio ci ha proposto “Viva La Vida”, ne siamo rimasti catturati, come e quanto ci era accaduto due anni prima con “Speed Of Sound” e “Talk”. Perché i Coldplay, alla fine della fiera, possiedono una capacità quasi soprannaturale di creare delle splendide - benché apparentemente semplici - pop songs. Di quelle che non-sai-bene-perché ma ti piacciono assai e vorresti subito riascoltarle da capo dopo che sono finite. E’ per questo che “Viva La Vida” in redazione l’abbiamo votata quasi tutti (rockettari e poppettari, snob con la puzza sotto al naso e nazionalpopolari di bocca buona), senza distinzioni di sesso o età.
Rientra sicuramente tra gli scettici il nostro Andrea Belcastro che a giugno, recensendo in anteprima l’album “Viva La Vida Or Death And All His Friends”, rimarcava come: “...tra brani irritanti (ma comunque orecchiabili) e altri piatti, neanche i due singoli sin’ora estratti, la title track e “Violet Hill”, riescono a spiccare dal mucchio. Con il secondo decisamente più interessante del primo, nonostante la sensazione di già sentito sia comunque piuttosto invadente...” Non è quindi un caso che Belcastro sia stato uno di quelli che NON hanno indicato un brano dei Coldplay nella propria Top 10 di fine anno. Uno dei pochi, però...
Key-lyrics (per i possessori di un ego smisurato):
I hear Jerusalem bells a ringing Roman Cavalry choirs are singing Be my mirror, my sword, and shield My missionaries in a foreign field For some reason I can't explain I know Saint Peter will call my name Never an honest word But that was when I ruled the world…
n. 5) Kings Of Leon – Sex On Fire (da “Only By The Night”)
Una (graditissima) conferma. Non tanto per via del quarto album uscito quest’anno “Only By The Night”, che ha lasciato perplessi molti dei supporters storici dei Kings Of Leon - scrivente compreso - quanto per questo efficacissimo singolo che viene spontaneo definire LA rock’n’roll song del 2008. Con “Sex On Fire” i Kings Of Leon hanno trovato un sound moderno e radiofonico che gli ha consentito di infiltrarsi nel mainstream (grazie anche ad un video iper-tecnologico e ammiccante con cui Caleb Followill e soci hanno conquistato i cuori e le menti del pubblico femminile) senza però abbandonare i tratti – il genio unito alla sregolatezza - che li avevano resi una delle più elettrizzanti band del decennio in corso. Dopo il n.9 di “On Call” nella nostra Top 10 del 2007 non era facile riproporsi ai massimi livelli, ma i Kings Of Leon hanno superato la prova a pieni voti ed è adesso che – probabilmente - verrà il bello...
La nostra Benedetta Palombi nella sua recensione di “Only By The Night” lo scorso 16 ottobre, riteneva che: “...i Kings Of Leon dimostrano che non sono solo un gruppo di sbarbatelli, ma hanno talento e mai come adesso definiscono la loro ambizione...” evidenziando poi che: “...l’influenza degli U2 (che hanno supportato nel tour dello scorso anno) si sente in gran parte dell’album, soprattutto nell’energia di “Sex On Fire”, “Use Somebody” e “Manhattan...””
Key-lyrics (per i lascivi, i dissoluti, gli immorali e i sessodipendenti):
Your soft lips are open Them knuckles are pale Feels like you're dying Your dying And You Your sex is on fire Consumed With what's to transpire…
n. 6) Fleet Foxes - White Winter Hymnal (da “Fleet Foxes”)
Provengono dalla grigia Seattle ma a sentirli, i Fleet Foxes, te li visualizzi piuttosto in vetta a qualche collina dell’assolata California ad armonizzare con Crosby Stills & Nash sotto la supervisione di Brian Wilson dei Beach Boys. Il loro eponimo album d’esordio uscito per Sub Pop è un esercizio un po’ di retroguardia (e forse proprio per questo non ha convinto tutti) ma svolto in maniera eccellente, grazie al non comune talento compositivo del leader Robin Pecknold. Due in particolare i pezzi che se la sono battuta fino alla fine per un posto in Top 10: la inizialmente elegiaca e poi travolgente “Your Protector” e il folk-pop corale d’antan “White Winter Hymnal”. Alla fine ha prevalso quest’ultima, per motivi ben spiegati dal nostro Marco Jeannin nella sua recensione dell’album in data 7 ottobre: “"White Winter Hymnal" è il cavallo su cui puntare. Deliziosa e incalzante si piazza nella testa e sfido chiunque a non ritrovarsi a canticchiarla con la testa chissà dove...”
Key-lyrics (per gli appassionati di alpinismo):
I was following the pack all swallowed in their coats with scarves of red tied ’round their throats to keep their little heads from fallin’ in the snow And I turned ’round and there you go And, Michael, you would fall and turn the white snow red as strawberries in the summertime…
n. 7) Okkervil River - Lost Coastlines (da “The Stand Ins”)
Dalle nostre parti, fin dai tempi dell’album “Black Sheep Boy” (2006) regna una vera e propria devozione per la band di Will Sheff, che in quanto a musica Americana in questi anni ha avuto pochi antagonisti. Agli Okkervil River però era sempre mancata la zampata vincente, la “killer song” capace di piacere anche a metallari assetati di sangue e amanti dell’electro che un mandolino lo vedono bene solo nei musei. Ebbene, nel 2008 è finalmente arrivata una siffatta canzone, pur inserita nel contesto di un album – “The Stand Ins” – palesemente inferiore al “gemello” dell’anno precedente “The Stage Names”.
Come testimoniato dal nostro Antonello Cacciotto, che lo scorso 20 novembre ha avuto la fortuna di (ri)vedere gli Okkervil River dal vivo al Circolo degli Artisti di Roma: “...è con Lost Coastlines, che la band e il suo leader si lanciano definitivamente nella parte più eccitante e trascinante del concerto. Una sequenza quasi senza interruzione di brani davvero notevoli, per dinamica, scrittura pop, intelligenza nell’arrangiamento, ed eseguiti con un carattere ed una forza davvero da grande band. Lost Coastlines è il pezzo folk/pop quasi perfetto, con un coro finale intonato da tutto il pubblico in sala e con una linea ritmico/melodica di efficacia pop magistrale...”
Key-lyrics (per quelli che reputano “Moby Dick” la perfezione fatta libro):
And we sail out on orders from him but we find that the maps he sent to us don't mention lost coastlines. Where nothing we've actually seen has been mapped or outlined and we don't recognize the names upon these signs. And every night finds us rocking and rolling on waves wild and wide, well we have lost our way, nobody's gonna say it outright. Just go la la la la la la la la la.....
n. 8) Vampire Weekend – Oxford Comma (da “Vampire Weekend”)
Dopo MGMT, Hercules e Fleet Foxes, ancora dei neofiti, i newyorkesi Vampire Weekend, con una ricetta tanto semplice quanto – in definitiva - originale: suonare un afro-pop alla Paul Simon epoca “Graceland” con una tipica sensibilità da indie-band; anzi, da college-band, a giudicare dal look da bravi ragazzi universitari sfoggiato senza remore dalla band fronteggiata da Ezra Koenig. Diversi i pezzi che hanno reso “Vampire Weekend” un debutto superiore alla media: “Cape Cod Kwassa Kwassa”, “Mansard Roof”, “A-Punk” e, soprattutto, l’esilarante “Oxford Comma”, che ha riscosso i maggiori consensi in redazione. Che poi, per chi non lo sapesse, l’”Oxford Comma” altresì nota come “serial comma”, è quella virgola che secondo le migliori regole grammaticali britanniche andrebbe messa prima della congiunzione “e” in una lista di tre o più elementi (ad esempio: "Portugal, Spain, and France"). E chiaramente non è farina del mio sacco, ma di Wikipedia...
Come evidenziato da Marco Jeannin nella sua recensione dell’album in data 21 luglio: “...se questi quattro americani capitanati dal chitarrista e vocalist Ezra Koenig, siano stati benedetti da qualche divinità particolare io non lo so. Quel che è certo è che per scrivere pezzi come Oxford Comma, ironicamente intellettualoide, o Mansard Roof (track d’apertura), bisogna essere veramente in stato di grazia...” Per poi concludere: “...Le 11 tracce sono da bere tutte d’un fiato, mischiano bonghi e flauti ad arrangiamenti con archi e percussioni, rivisitando il concetto di indie-pop spruzzandolo di world-beat. Evidentemente New York concede ai suoi abitanti la possibilità di un’influenza globale sotto ogni punto di vista, cosa che qui da noi non è pensabile...”
Key-lyrics (per chi preferisce l’American English all’inglese della Regina):
Who gives a fuck about an Oxford comma? I've seen those English dramas too They're cruel So if there's any other way To spell the word It's fine with me, with me…
n. 9) Tv On The Radio – Halfway Home (da “Dear Science,”)
Le aspettative erano elevatissime per il terzo album dei brooklyniani Tv On The Radio, ed è forse per questo che, quando è arrivato, “Dear Science,” ha parzialmente deluso. Nulla da eccepire sul sound, dato che Dave Sitek, nel doppio ruolo di membro della band e produttore, continua ad essere uno dei più creativi manipolatori di suoni in circolazione; “Dear Science,”, però, mostra gli stessi limiti di “Only By The Night” dei Kings Of Leon dando l’impressione di voler forzare troppo la mano nel confezionare canzoni fatte apposta per aprire un varco nel mainstream. E comunque, come inevitabile quando si tratta di fuoriclasse di rango come i Tv In The Radio, non sono mancati momenti di rara brillantezza: le funkeggianti “Dancing Choose” e “Golden Age” – sicuro - ma principalmente l’incipit del disco “Halfway Home”, un pezzo-bomba capace di rievocare i fasti del capolavoro “Wolf Like Me” che nella nostra POLL del 2006 era arrivato al n.2, a un mero passo dalla vetta.
Nel recensire “Dear Science,” lo scorso 16 dicembre, il nostro Antonio Benforte rilevava che: “...il disco si apre subito con la possente Halfway Home, che subito ci catapulta nei vari livelli musicali che si stratificano nel sound. Una traccia che ricorda gli Interpol, ma con toni più scanzonati e leggeri, con battiti di mani e batteria potente in evidenza...”
E lo scorso 28 novembre i Tv On The Radio sono tornati in Italia per un’unica data ai Magazzini Generali di Milano a cui era presente il nostro Marco Jeannin che apprezzava alquanto scrivendo: “...spazio all’improvvisazione, gente sul palco, abbracci collettivi. Una vera bellezza e un sacco di punti guadagnati per una band che ha già un sacco di credito (almeno da parte mia). E poi con Staring At The Sun trattata da vero classico, a fare la parte del gran finale, c’è di che inchinarsi, applaudire al massimo e lustrarsi le orecchie...”
Key-lyrics (per gli amanti dei rompicapo alla Bartezzaghi):
Is it not me? Am I not rolled into your crush? The road you choose Unloads control See it take me so Go on throw this stone Into this halfway home…
n. 10) Oasis – I’m Outta Time (da “Dig Out Your Soul”)
Forse è nostalgia per i bei tempi andati del BritPop; magari è perché in qualche modo rievoca “Look Back In Anger”, ovvero la più bella ballata che gli Oasis abbiano mai composto; o forse ancora, è perché i Beatles – importanti come sono stati per la Storia della Musica - non ce li scrolleremo davvero mai di dosso, e ogni volta che ascoltiamo una bella melodia dal sapore manifestamente beatlesiano, ci cadiamo ogni volta come pere come per un riflesso condizionato. Fatto sta che quest’anno, all’interno del “solito” inutile nuovo album dei mancuniani Oasis (“Dig Out Your Soul”, ennesima prova in cui i fratelli Gallagher hanno dimostrato di avere ormai assai poco da dire) c’era comunque un brano che ha colpito un po’ tutti, quella “I’m Outta Here”, per una volta scritta da Liam ed esplicitamente ispirata dalla figura di John Lennon. Nulla di nuovo, insomma, ma provate a togliervela dalla mente...!
Lo scorso 29 settembre, recensendo in anteprima “Dig Out Your Soul”, Giovanni Ansaldo scriveva: “...improvvisamente l’album rallenta con la ballatona firmata Liam Gallagher, “I’m Outta Time”, impreziosita da un sample tratto dall’ultima intervista rilasciata da John Lennon, esattamente il giorno prima della sua morte nel dicembre 1980. Il verso “If I’m to fall would you be there to applaud” sembra confermare l’ipotesi di un vero e proprio omaggio al genio di Lennon. Non che il pezzo sia un capolavoro, ma è perfetto per frenare l’impeto iniziale e aprire la parte più onirica di “Dig Out Your Soul”...”
Key-lyrics (per chi ha avuto un moto d’indignazione quando Paul ha dichiarato di essere “lui” l’ideologo dei Beatles):
If I'm to fall Would you be there to applaud? Or would you hide behind them all? 'Cause if I have to go In my heart you'll grow And that's where you belong... Guess I'm outta time... I'm outta time...
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Ed ecco di seguito le Top 10 personali dei collaboratori (interni ed esterni) di Extra! Music Magazine, in rigoroso ordine alfabetico. Mi raccomando: dopo averle lette andate subito su i-tunes o su qualsiasi altro sito dove si possa scaricare la musica legalmente, acquistate i 10 brani della Top 10 e inseriteli sul vostro i-pod in rotazione continua e pressante, almeno fino al 31 dicembre. Che poi arriva un nuovo anno e sarà tutta un’altra musica...
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Arianna Acciarino
1) The Verve - Love Is Noise 2) dEUS - The Architect 3) Bugo - C'è crisi 4) MGMT - Electric Feel 5) Goldfrapp - A&E 6) Afterhours - Riprendere Berlino 7) Nick Cave & The Bad Seeds - Dig Lazarus Dig 8) The Last Shadow Puppets - The Age Of The Understatement 9) Ladytron - Ghosts 10) Katy Perry - I Kissed A Girl
Andrea Bagnasco
1) The Kooks - Sway 2) Guns 'n Roses – Chinese Democracy 3) The Kills - Last Day Of Magic 4) Oasis - I'm Outta Time 5) The Cure - The Only One 6) The Verve - Rather Be 7) Coldplay - Viva La Vida 8) Jason Mraz - I'm Yours 9) The Last Shadow Puppets - Standing Next To Me 10) 3 Doors Down - Let Me Be Myself
Andrea Belcastro
1) No Age - Teen Creeps 2) Portishead - The Rip 3) Beck - Volcano 4) Mogwai- The Sun Smells Too Loud 5) Sigur Ros - Gobbledigook 6) Dead Meadow - I'm Gone 7) MGMT - Time To Pretend 8) Jont - Supernatural 9) Deus - Eternal Woman 10) Fleet Foxes - Red Squirrel / Sun Rises
Antonio Benforte
1) Afterhours – Musa di nessuno 2) Cold War Kids - Something Is Not Right With Me 3) Hot Chip - Ready For The Floor 4) Coldplay – Violet Hill 5) TV On The Radio - Golden Age 6) Le Luci della Centrale Elettrica - Per combattere l'acne 7) Colore Perfetto feat. Moltheni – Un giorno qualunque 8) Portishead - Machine Gun 9) Lorenzo Jovanotti – Fango 10) Baustelle - Baudelaire
Claudio Biffi
1) Tom Jones - I'm Alive 2) Hercules And Love Affair - Blind 3) Jennifer Hudson - Spotlight 4) Keane - Lovers Are Losing 5) MGMT - Kids 6) The Verve - Noise Epic 7) Bandabardò - Bambino 8) Late Of The Pier - Heartbeat 9) Oasis - I'm Outta Time 10) Coldplay - Viva la Vida
Fabrizio Biffi
1) MGMT – Time To Pretend 2) Deus – I Am The Architect 3) Ministri – Diritto al tetto 4) Interpol - Rest My Chemistry 5) Coldplay - Viva La Vida 6) John Legend (feat. André 3000) - Green Light 7) Foals – Balloons 8) Ac/Dc - Rock' N' Roll Train 9) Hercules And Love Affair - You Belong 10) Al Green - Standing In The Rain
Sara Bracco
1) Fennesz - Glass Ceiling 2) Micah P. Hinson - When We Embraced 3) Franco Battiato - Tutto l'universo obbedisce all'amore 4) Fabio Orsi e Gianluca Becuzzi - Snow Palace Hotel 5) Haruka Nakamura - Arne 6) Sigur Ros - Inní Mér Syngur Vitleysingur 7) Le Luci della Centrale Elettrica - Piromani 8) Calexico - Two Silver Trees 9) Eugene McGuinness - Moscow State Circus 10) Vinicio Capossela - Il paradiso dei calzini
Antonello Cacciotto
1) Glasvegas – Flowers And Football Tops 2) The Gaslight Anthem – The 59 Sound 3) The Hold Steady – Stay Positive 4) Okkervil River – Lost Coastlines 5) TV On The Radio – Dancing Choose 6) Santogold – L.E.S. Artistes 7) Fleet Foxes – White Winter Hymnal 8) Kings Of Leon - Sex On Fire 9) The Courteeners - No You Didn’t, No You Don’t 10) Coldplay – Viva La Vida
Fredo Cane
1) MGMT – Time To Pretend 2) Sigur Ros - Inní mér syngur vitleysingur 3) Hot Chip – Ready For The Floor 4) Fleet Foxes – White Winter Hymnal 5) Vampire Weekend – Oxford Comma 6) Okkervil River – Lost Coastlines 7) TV On The Radio - Halfway Home 8) Coldplay – Viva La Vida 9) Kings Of Leon - Sex On Fire 10) Oasis – I’m Outta Time
Michele Cavagna
1) Bon Iver - The Wolves (Act I and II) 2) Sigur Ros - Við Spilum Endalaust 3) Bon Iver - Skinny Love 4) Bon Iver - Flume 5) Bon Iver - Re:Stacks 6) Sigur Ros - Ára bátur 7) Silver Jews - Aloyisius, Bluegrass Drummer 8) Silver Jews - Suffering Jukebox 9) The Dodos - Winter 10) The Notwist - Boneless
Giuseppe Celano
1) Black Mountain - Stormy High 2) The Black Angels – You On The Run 3) Kings Of Leon - Closer 4) Diamanda Galas - Interlude (Time) 5) Jex Thoth - Separated At Birth 6) Blood Ceremony - Master Of Confusion 7) Fleet Foxes – Your Protector 8) Le Luci Della Centrale Elettrica - Lacrimogeni 9) Intronaut - Prehistoricism 10) MGMT - Pieces Of What
Simone Cosimi
1) Ratatat - Mirando 2) Ministri - I soldi sono finiti 3) Beck - Gamma Ray 4) Analog People In A Digital World - A Japanese Whale 5) Afterhours - E' solo febbre 6) Vampire Weekend - A-punk 7) Kaki King - Pull Me Out 8) Emiliana Torrini – Me And Armini 9) Cesare Cremonini - Dicono di me 10) Kraak And Smaak - Plastic People
Mauro D’Alonzo
1) MGMT - Time To Pretend 2) Of Montreal - An Eluardian Instance 3) Tricky - Puppy Toy 4) $olal - Always Alone 5) Adele - Chasing Pavements 6) Neil Diamond - Another Day (That Time Forgot) 7) Coldplay - Viva La Vida 8) Goldfrapp - Clowns 9) Paul Weller - Invisible 10) Ben Folds - You Don't Know Me
Luca D’Ambrosio (per gentile concessione di www.musicletter.it)
1) Bon Iver - Re Stacks 2) A Weather - Spiders Snake 3) Atombook - I Have No Fun 4) Eli “Paperboy” Reed - Am I Wasting My Time 5) Low Motion Disco - Low Italian Dessert (Try It Out) 6) Okkervil River - Calling And Not Calling My Ex 7) Samamidon - Saro 8) Silver Jews . Suffering Jukebox 9) The Felice Brothers – Frankie’s Gun 10) Why? - Good Friday
Giancarlo De Chirico
1) Thalia Zedek Band - Do You Remember 2) The Charlatans - A Day For Letting Go 3) Kings Of Leon - Sex On Fire 4) Calexico - Bend To The Road 5) The Gutter Twins - Front Street 6) Guns N’ Roses - Chinese Democracy 7) Ac/Dc - Rock And Roll Train 8) Metallica - The Day That Never Comes 9) Coldplay - Violet Hill 10) Hercules And Love Affair - Blind
Degio De Giorgis
1) Jack White & Alicia Keys - Another Way To Die 2) Fujiya & Miyagi - Knickerbocker 3) Subsonica - L'ultima risposta 4) Nick Cave & The Bad Seeds - Dig Lazarus Dig 5) Portishead - We Carry On 6) Motorpsycho - Little Lucid Moments 7) dEUS - The Architect 8) Kaki King - Bone Chaos In The Castle 9) Motorhead - Rock Out 10) The (International) Noise Conspiracy - Hiroshima Mon Amour
Enrico De Turris
1) Kate Perry - I Kissed A Girl 2) Bandabardò - Bambino 3) The Ting Tings - Great Dj 4) Roy Paci - Santa Teresa De Zion 5) Negrita - Radio Conga 6) Shaggy - Bonafide Girl 7) AC/DC – Rock’n'Roll Train 8) Metallica - Cyanide 9) Sud Sound System - Chiedersi come mai 10) Afterhours - Riprendere berlino
Francesco Donadio
1) The Hold Steady – Stay Positive 2) MGMT – Time To Pretend 3) Hercules And Love Affair - Blind 4) Kings Of Leon – Sex On Fire 5) Nick Cave & The Bad Seeds – Dig Lazarus Dig 6) MGMT – Kids 7) TV On The Radio - Halfway Home 8) Drive-By Truckers – The Opening Act 9) Coldplay – Viva La Vida 10) Crystal Castles – Courtship Dating
Geordie Echo
1) Beatrice Antolini - Funky Show 2) Beatrice Antolini - Double J 3) Beatrice Antolini - Taiga 4) MGMT - Kids 5) Cat Claws - Bob 6) Gretel & Hansel - Follow The Porcupine 7) Oginoknaus - City Waves 8) Cat Claws - Magic Powers 9) Tempesta - Specially Mild 10) Betty Ford Center - Indie Eye
Marco Jeannin
1) Mogwai - The Precipice + I Love You, I'm Going To Blow Up Your School 2) TV On The Radio - Lover's Day 3) Portishead - Magic Doors 4) The Verve - Noise Epic 5) Mogwai - I'm Jim Morrison, I'm Dead 6) Sigur Ros - Við Spilum Endalaust 7) Okkervil River - Lost Coastlines 8) Vampire Weekend - Oxford Comma 9) Elbow - Friend Of Ours 10) Fleet Foxes - Your Protector
Benedetta Magnaghi
1) Hercules And Love Affair - Blind 2) Guns n' Roses - Chinese Democracy 3) Franz Ferdinand - Ulysses 4) Kings Of Leon - Sex On Fire 5) The Hives - Tick Tick Boom 6) Babyshambles - Delivery 7) Vampire Weekend - A-punk 8) Oasis - I'm Outta Time 9) Ladyhawke - Paris Is Burning 10) Does It Offend You, Yeah? - We Are Rockstars
Maria Cristina Montagnaro
1) MGMT - Kids 2) The Kills – Loyalty Song 3) Glasvegas - Geraldine 4) Kings Of Leon - Sex On Fire 5) Oasis - The Shock Of The Lightning 6) Radiohead - Nude 7) Foals - Cassius 8) Selfish Cunt - England Made Me II 9) The Courteeners - Not Nineteen Forever 10) Bloc Party - Talons 11) The Ting Tings - Great Dj
Benedetta Palombi
1) Kings Of Leon - Sex On Fire 2) MGMT - Kids 3) Nick Cave & The Bad Seeds - Dig Lazarus Dig 4) MGMT - Time To Pretend 5) Hercules And Love Affair - Blind 6) Franz Ferdinand - Ulysses 7) Fleet Foxes - White Winter Hymnal 8) Gutter Twins - Seven Stories Underground 9) The Kooks - Sway 10) Glasvegas - Geraldine
Gabriella Stufano
1) Il Genio - Pop Porno 2) Beatrice Antolini - Sugarise 3) Giusy Ferreri - Non ti scordar mai di me 4) Petra Magoni & Ferruccio Spinetti - Pazzo il mondo 5) The Ting Tings - Shut Up And Let Me Go 6) Duffy - Mercy 7) Katy Perry - I Kissed A Girl 8) Meg - Distante 9) Bandabardò - Bambino 10) Yael Naim - New Soul
Emanuele Tamagnini (per gentile concessione di Nerds Attack!)
1) Chris Walla - It's Unsustainable 2) Sigur Ros - Inní mér syngur vitleysingur 3) The Notwist - Gloomy Planet 4) Pivot - Sweet Memory 5) Styrofoam - Thousand Words 6) TV On The Radio - Halfway Home 7) Fleet Foxes - White Winter Hymnal 8) The Dears - Money Baby 9) Longwave - Sirens in the Deep Sea 10) Dragons Of Zynth - Anna Mae
Alex Tessarolo
1) Hercules And Love Affair – Blind (F.Knuckles Remix) 2) Cajun Dance Party - Colourful Life 3) Robert Owens - Merging 4) Thom Yorke - Atoms For Peace (Four Tet Remix) 5) Vampire Weekend - Oxford Comma 6) Pinch - Get Up 7) Okkervil River - Lost Coastlines 8) Anja Schneider - Mole 9) Adam Green - Drowning Head First 10) Al Green - Standing In The Rain
Valentina Tonini Del Furia
1) Le Luci della Centrale Elettrica – Per combattere l’acne 2) Xiu Xiu - FTW 3) The Niro – Liars 4) Coldplay - Viva La Vida 5) Beatrice Antolini – Funky Show 6) Sigur Rós - Við spilum endalaust 7) Baustelle – Il liberalismo ha i giorni contati 8) Late of The Pier - Space And The Woods 9) The Verve – Love Is Noise 10) Afterhours – Orchi e streghe sono soli
Articolo del
20/12/2008 -
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