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Mclusky
The World Is Still Here And So Are We
2025
Ipecac
di
Ida Stamile
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Ritornano dopo 20 anni i taglienti e corrosivi deliri sonori dei Mclusky, con “The World Is Still Here And So Are We”, ed è un po' come tornare a casa, in quell'appartamento sonico edificato su una feroce mansarda noise rock e un polveroso seminterrato post - hardcore.
Salaci e caustici, folli come sempre fino all'inverosimile, tornano con dei brani dai titoli sopra le righe, come “Kafka-esque Novelist Franz Kafka”, dei videoclip schizofrenici come quelli di "Way of the exploding dickhead", “People Person” e “chekhov's guns” e dei testi perennemente a metà strada tra il nonsense, l'humor più nero e il valore semantico aperto, spesso usato come forte strumento di critica sociale.
Tutto esplode su chitarre sempre in primo piano, abrasive e dirompenti, mentre la la voce sgangherata, sguaiata e spesso urlata di Andrew Falkous, crea un universo di sfoghi rabbiosi e sardonici, accompagnato dal basso sporco e minaccioso di Jonathan Chapple e dal fragore pungente della batteria Jack Egglestone.
Il terremoto di suoni trema già a partire dall'opener “Unpopular Parts Of A Pig” e prosegue con l'insania punk di “cops and coppers” e i frammenti sghembi di "Way of the exploding dickhead". E ancora la marcia obliqua di “the battle of los angelsea”, l'ebrezza furiosa di “Kafka-esque Novelist Franz Kafka”, senza fiato fino alla melodia altra di “Hate The Polis”.
Genio, furia e follia, ironia e disagio, “The World Is Still Here And So Are We” è tutto questo: una bomba sonora che detona nel dissacrante surrealismo sonoro contemporaneo.
Articolo del
14/05/2025 -
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