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I-Days 2017
I-DAYS Day 1 - Green Day + Rancid @ Autodromo di Monza, 15 giugno 2017
di
Lucrezia Ercolani
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Green Day e Rancid suonano alla prima giornata degli I-DAYS 2017, festival estivo all’autodromo di Monza. Si potrebbe pensare: un’operazione nostalgica per i residuali amanti del punk revival anni ’90 che, possiamo dirlo ufficialmente, è passato di moda. Il discorso può valere per altri gruppi, ma non per questi qui. Infatti le due band nate tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90 nella scena punk underground dell’East Bay californiana ci offrono due concerti memorabili e dimostrano di essere più vive che mai.
I Rancid propongono un concerto tiratissimo, in cui ripescano brani da tutta la loro carriera. Sarebbe tempo di promozione del nuovo disco “Trouble Maker”, ma Tim Armstrong e compagni preferiscono far divertire scegliendo tra i pezzi più noti (Ruby Soho, Time Bomb, Radio…) e quelli più taglienti e veloci (Dead Bodies, Nihilism, Salvation…) senza per questo rinunciare a qualche chicca (I Wanna Riot). Il risultato è un’ora e un quarto di pogo instancabile; anche il gruppo si fomenta tanto che Lars, il chitarrista, esclama “Like the old days!” e il cantante-chitarrista Tim finisce il concerto buttandosi in mezzo al pubblico. Un pubblico che li aspettava in Italia da 13 anni: anche per questo il coinvolgimento è stato altissimo. Ma forse lo è stato soprattutto perché i Rancid sono un gruppo sincero, non sono mai cambiati nel loro voler vivere in una punk rock way e nel voler suonare innanzitutto per i kids.
Dimensione che senz’altro cambia con i Green Day: la band di Berkeley punta ormai ad essere un nome di riferimento nel panorama rock mondiale. E a nostro parere, giustamente. Infatti al di là se si provi simpatia per il loro percorso, un concerto dei Green Day è sicuramente uno dei migliori concerti rock che possiate vedere e il carisma di Billie Joe Armstrong non ha nulla da invidiare a quello di altri “mostri sacri”. Il nostro infatti è in grado di gestire alla perfezione uno show di due ore e un quarto coinvolgendo continuamente il pubblico ma prendendosene anche gioco, se non criticandolo in alcune occasioni. Se possiamo aspettarci gli attacchi a Trump e alle politiche razziste-sessiste-omofobe, è una piacevole sorpresa sentire Billie Joe chiedere di non fare foto e video ma di “vivere il concerto ora”, perché i social media sono la nuova droga con cui controllano il nostro cervello e se è “depressing” passare la vita sui siti di news noi abbiamo bisogno di unirci, perché vogliamo ancora credere che il rock n roll possa salvare il mondo, al contrario dei politici.
Nella scelta della scaletta i Green Day dimostrano di voler tenere insieme i fan vecchi e nuovi (tra cui sussistono non poche differenze): se l’apertura e in parte la chiusura sono dedicate ai pezzi più recenti (nei quali un calo d’ispirazione e le esigenze radiofoniche sono evidenti) tutto il resto del concerto è più o meno lo stesso del tour di American Idiot, come l’abbiamo visto ad esempio a Imola 12 anni fa. Un pieno di energia, una festa, un atto di amore nei confronti di ciò che la musica può creare
Articolo del
16/06/2017 -
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