Gli Electric Souls nascono nell'ottobre del 2015 grazie all'amicizia e alle collaborazioni musicali maturate nel corso degli anni da ciascuno dei componenti. Un power trio classico composto da chitarra/voce (Dario Mangano), basso (Alberto Palloni) e batteria (Alessio Berni), nato dalla voglia di comporre la propria musica e di sviluppare un proprio linguaggio. “Colorfulness Of You” è il loro nuovo singolo che ha già all’attivo due EP: “Electric Souls” e “Electric Souls II: The Earth Rock”.
E proprio “Earth Rock” è il genere che hanno coniato per identificare il loro genere, una libera commistione che fonde pulsazioni funk, passionalità blues, energia rock e sensualità jazz-soul, per distruggere tutti i confini. Li abbiamo intervistati tutti e tre per non farci scappare nulla di questa loro originale sfida musicale
Ciao ragazzi, siamo rimasti davvero colpiti dal vostro nuovo singolo, “Colorfulness of you”, che si rifà ad una musica matura e “vintage”, con richiami anche alla musica di Nusrat Fateh Ali Khan (appassionante artista pakistano che ha collaborato, tra i tanti, con Peter Gabriel per la realizzazione di “Passion”, colonna sonora de “L'ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese), ispirazioni tutt’altro che tipiche per la vostra generazione. Ci incuriosisce quindi sapere prima di tutto come avete cominciato ad appassionarvi alla musica che si potrebbe definire “dei vostri padri” Dario Personalmente mi sono appassionato grazie alla collezione di vinili e di cd di mio padre, che ha tantissimo materiale musicale, anche raro. Avendo a casa un negozio musicale privato è stato anche molto semplice scoprire tutti gli artisti del passato e avere un quadro dell’evoluzione della musica. Questo ha permesso di costruirmi da solo il mio percorso e definire meglio la mia identità musicale. Alberto Devo essere sincero, ho sempre ascoltato musica da che ho ricordo, non c’è mai stato un vero e proprio elemento scatenante. Alessio La mia passione per la musica nasce da piccolo quando mi facevo prendere in collo da mia nonna per arrivare all’impianto stereo di mio zio. È proprio grazie a lui e alla sua collezione di grandi album del passato (sia italiani che stranieri) che mi sono appassionato a quel tipo di musica
Una domanda per tutti e tre: quando e come è avvenuto il vostro primo approccio con i vostri rispettivi strumenti? Dario Dopo aver suonato da autodidatta la batteria dall’età di 9, ho deciso alla fine dei miei 11 anni di iniziare a suonare la chitarra. L’album live Made in Japan dei Deep Purple mi ha convinto che quella era la mia strada, in particolare l’assolo di Highway Star! È stato grazie alla scoperta del classic rock inglese che ho capito quale strumento più mi rispecchiava Alberto John Entwistle (bassista degli Who), mi piacque il suono e decisi di getto di iniziare a suonare il basso. Paradossalmente da quel momento smisi di ascoltare il rock in generale e diventai un grande appassionato di funk e black music, anche perché è inutile suonare il basso senza groove Alessio Ho iniziato a suonare la chitarra a 14 anni ma la batteria era sempre nella mia testa. Dopo alcuni anni da chitarrista (anche agli albori degli Electric Souls come chitarra ritmica) sono passato alla batteria da totale autodidatta. La cosa ha funzionato fin da subito!
Parliamo però più approfonditamente di questo nuovo singolo, “Colorfulness of you”. Qual è il messaggio che volete trasmettere attraverso questo pezzo? Dal punto di vista del testo, il brano vuole celebrare l’amore descrivendo tutti i colori e le sfumature della persona amata. Un modo per descrivere l’altra persona da un punto di vista diverso attraverso queste metafore “colorate”, evidenziando tutte le emozioni e tutti i sentimenti in gioco. Dal punto di vista musicale è stato concepito per essere da subito spontaneo e pieno di vita, mantenendo un groove funky costante affinché possa trasmettere energia positiva dall’inizio alla fine. Vuole essere in qualche modo anche una riaffermazione del termine Earth Rock che abbiamo scelto per definire la nostra musica dove il jazz, il rock, il funk e il soul si uniscono per sviluppare le nostre idee musicali su un terreno comune
Com’è nato questo pezzo? Colorfulness of you nasce dall’ascolto del musicista pakistano Nusrat Fateh Ali Khan. Nonostante la sua musica sia distante in un certo senso da quello che siamo abituati ad ascoltare in Occidente, abbiamo intravisto molto similarità nei ritmi, nei suoni e nelle intenzioni. Dunque abbiamo preso questi suoni e li abbiamo elaborati in maniera personale e adattati al nostro modo di suonare attraverso i generi del nostro Earth Rock. Dario ha buttato giù gli accordi e il testo, e tutti insieme in sala abbiamo dato forma al pezzo, apportando le modifiche necessarie ed arrivare così alla versione finale che abbiamo registrato. Quando abbiamo suonato per la prima volta questo pezzo, abbiamo avuto la conferma che non esistono barriere nella musica, qualunque tipologia di musica essa sia, ma che la musica è fatta di possibilità e di condivisione tra i popoli. Unione di ritmi, di suoni e di linguaggio musicale
Il brano è accompagnato da un videoclip che vi vede alle prese con la registrazione del brano stesso, dato che il tutto è avvenuto in presa diretta. Cosa ritenete che il video riesca ad aggiungere a quanto trasmesso dall’audio e come mai la scelta di una registrazione naturale, appunto in presa diretta, senza sovraincisioni, ripuliture ed effetti tipici della musica che oggi viene registrata in studio? Innanzitutto abbiamo deciso di incidere secondo questa modalità per mantenere il calore, il groove e la spontaneità dei pezzi. Il fatto di non dover essere prigionieri del metronomo ci permette di fare qualche oscillazione nella velocità dei pezzi per creare movimento e dinamicità. Da quando abbiamo registrato il nostro 2° EP in questa maniera, ci siamo resi conto che questa modalità di registrazione è quella che più ci appartiene e rispecchia al meglio l’idea di suonare in maniera spontanea, diretta e libera. Il fatto di non usare sovra incisioni e ripuliture per noi è importante perché la cosa che ci piace di più è suonare live e non vogliamo che ci sia troppa differenza tra la registrazione in studio e la versione live, anzi ci piace nel live aggiungere qualcosa di nuovo ai pezzi anche in termini improvvisativi. L’idea di base è quella che nel live siamo in grado al 100% di rifare quello che abbiamo registrato, cercando anche di migliorarlo. La registrazione è semplicemente una fotografia scattata in un determinato periodo alla band che entra in studio. Il fatto di non aggiungere troppi elementi dà la possibilità di evolverci e trovare nuove possibilità. Il video in qualche modo vuole rinforzare questa idea di spontaneità e la semplicità alla base vuole proprio andare in questa direzione. Il pezzo è molto funky, molto diretto per cui il video è stato concepito per dare forza al pezzo. Dunque il contributo che riesce a dare è quello di aiutare il pubblico ad entrare nella concezione che abbiamo noi di fare musica
Se poteste fare un patto con il diavolo, che artista del passato chiedereste di far resuscitare e cosa gli offrireste in cambio? Alberto Non ho molto da offrire in cambio, mi sa che mi devo accontentare di Jimmy Fontana. Alessio Ci sarebbero molti personaggi che farei resuscitare ma se proprio ne dovessi sceglierne uno direi Demetrio Stratos. La sua voce mi appassiona per quanto è unica e potente, mi fa venire i brividi ascoltandola in Arbeit Macht Frei, non oso immaginare cosa sarebbe dal vivo. Il vero problema, come dice Alberto, è che non avrei niente da offrire in cambio purtroppo... Dario farei resuscitare Jimi Hendrix per ringraziarlo, ma a quel punto non saprei cosa offrire se non la gratitudine verso un artista a tutto tondo, unico e vero Nella vostra scaletta dei concerti suonate esclusivamente pezzi vostri o fate anche abitualmente cover di altri artisti? Se suonate cover, quali sono quelle che vi piace di più proporre dal vivo e che vengono maggiormente apprezzate dal pubblico? Ci sono pezzi vostri che suonate dal vivo e che non avete registrato Suoniamo principalmente i nostri pezzi, ma aggiungiamo anche qualche cover per spezzare e dare respiro al pubblico, soprattutto quella parte di pubblico che viene al concerto e non conosce le nostre canzoni. Le cover più apprezzate e che proponiamo più spesso sono pezzi come Chariots di John Scofield, Little Wing e Voodoo Child di Jimi Hendrix, Sunny di Bobby Hebb. Abbiamo molti pezzi non registrati che suoniamo dal vivo! Non avendo registrato ancora un album abbiamo molto materiale, più della metà dei pezzi non sono registrati al dire il vero! Da una parte però siamo contenti di non averli registrati tutti così perché abbiamo tempo per assorbirli e migliorarli, accentuando nuovi colori e nuove sfumature
Data la vostra forte impronta live, è ipotizzabile l’incisione di un prossimo disco interamente registrato durante una delle vostre serate? Se sì, pensate che possa aiutare a trasmettere meglio il vostro groove oppure per adesso volete concentrare le forze nell’incisione di un vero e proprio album in studio? Qualche concerto è stato registrato integralmente e non è escluso che un giorno potrebbe essere inciso ufficialmente. Per ora le registrazioni ci sono state utili per vedere dove migliorare e come. L’incisione dell’album in studio invece è un pensiero che svolazza dentro la nostra testa! Aspettiamo solo il momento opportuno sia per quanto riguarda la scelta dei pezzi, sia perché ci siano le condizioni favorevoli perché siamo alla ricerca di un’etichetta con la quale farlo uscire
Voi provenite dalla verde Toscana. Com’è dalle vostre parti la situazione per quanto riguarda la musica dal vivo? Ci sono molti locali? C’è un pubblico attento? Raccontateci la vostra esperienza La difficoltà maggiore è quella di trovare i contatti che possano aprirti la strada per suonare in certi locali. Molto spesso non basta dare il cd di persona o mandare una e-mail per suonare, perché se non hai le conoscenze giuste non suoni (almeno a Firenze abbiamo visto funziona così, non vogliamo generalizzare ovviamente). Ovviamente non sempre accade così. Alcuni locali sono attenti alle band e ai musicisti, dunque sono curiosi e ti chiamano a suonare per darti la possibilità di esibirti indipendentemente da chi sei, perché hanno ascoltato i pezzi davvero. Poi ovviamente dipende dalla tipologia del locale, più locali ci sono e più possibilità hanno le band, in base ai diversi generi, di esibirsi. Abbiamo avuto varie esperienze. Ad alcuni locali è bastato un semplice ascolto e ci hanno chiamato subito a suonare. Altri locali inizialmente non ci hanno richiamato dopo la nostra proposta, ma poi facendo vari concerti si sono convinti o nel frattempo abbiamo sbloccato quei contatti utili che ci hanno permesso così di suonare anche in questi locali. Ci sono molti locali e molto vari, per cui ovviamente è impensabile suonare in tutti perché la musica in qualche modo deve adattarsi al luogo e al pubblico. Pensiamo che sia giusto esibirsi nei locali nel quale la nostra musica possa essere apprezzata, senza cercare per forza di entrare in tutti. Il pubblico non è molto attento perché non è abituato a lasciarsi andare a ciò che non conosce, appunto quando sul palco c’è una band che non ha mai sentito. Manca forse quella curiosità del nuovo e del non conosciuto, senza preconcetti musicali e senza pregiudizi. Questo è dato anche forse dalla programmazione musicale dei locali, da come sono strutturati gli spazi di fruizione della musica, dalle dinamiche e dalle scelte operate dai gestori dei locali e dalle abitudini delle persone. Qui in Italia non è proprio il massimo, ma speriamo si riesca nel tempo ad affermarsi questa curiosità ed entusiasmo che siamo abituati a vedere nei locali esteri, dove il pubblico ascolta e vive la musica per quella che è, ovvero libertà e condivisione. C’è sempre quella sensazione che poche persone vivono il mondo della musica per quello che è veramente, mentre la maggior parte sembra sempre un po’ assente e disinteressata, indipendentemente dalla band che suona. Il discorso può farsi molto complicato, ma noi cerchiamo comunque di risalire tra le onde generate da questa turbolenza che caratterizza la situazione musicale in Italia e cerchiamo di arrivare a più persone possibili, condividendo con loro quello che siamo e quello che suoniamo
Con questa intervista speriamo di aver fatto incuriosire i nostri lettori alla vostra musica, per cui volete darci qui i link da cui potervi seguire e approfondire la vostra conoscenza? Certamente! Ecco qui Facebookhttps://www.facebook.com/ElectricSoulsMusic/?ref=aymt_homepage_panel&eid=ARBDffxT-iRj_S6gp8_cM6gvv8bWgqT21Imsw0Nbqdf_yZujgbqAbGmR1o_Rjs176poFNv6iPu6p0qL2 Instagram: https://www.instagram.com/electricsouls_music/ Spotify https://open.spotify.com/artist/7z0FnbpzdIwwPi7hRWBlzt YouTube channel https://www.youtube.com/channel/UCLGzsBamEVHfXTs0uPUXD_Q
Articolo del
03/08/2019 -
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