Matteo Polonara è una penna molto giovane, scrive, canta, ascolta e non si limita ad un cantautorato semplice e di plastica creato per le classiche nazionali e commerciali. Il suo ultimo disco è davvero da ascoltare ed attenzionare. Noi lo abbiamo ascoltato ed abbiamo scambiato due chiacchere. Ecco qui il risultato
Piacere di conoscerti! Abbiamo ascoltato il tuo ultimo disco e l’abbiamo apprezzato parecchio! Raccontaci un po’ della tua storia in musica Ciao piacere mio di conoscervi! Sono molto contento che vi sia piaciuto, anche perché non nascondo che è stato un lavoro non poco sofferto. Le canzoni contenute in “Nella Vasca o nel Giardino di Fianco” le ho scritte negli ultimi quattro anni, da quando mi sono trasferito a Bologna e sono in realtà tutte e nove molto molto intime e personali. Racchiudono al loro interno la mia essenza, alcuni fatti e scene che mi hanno colpito particolarmente e sentimenti provati in momenti anche diversi della mia vita. Sicuramente sono tutte intrise di un’ansia esistenziale di fondo che certamente mi contraddistingue. D’altronde la musica e soprattutto la scrittura è da sempre la mia valvola di sfogo e il modo migliore che ho per parlare essendo sempre stato molto timido ed introverso. E’ da quando sono bambino che scrivo poesie alcune delle quali poi con il tempo crescono e diventano canzoni, anche per questo ci ho tenuto particolarmente a far sì che l’ultima traccia del mio primo disco finisse con una poesia
Quali sono state le influenze che sono maggiormente riscontrabili nella tua musica? E’ molto difficile per me riuscire a descrivermi o definirmi. Non ci sono influenze particolarmente riscontrabili o ispirazioni evidenti in questo disco, ma in realtà nel mio stile in generale. Faccio molta fatica a rispondere alla classica domanda “che genere fai?” o ad etichettarmi in qualche modo. Che poi odio abbastanza le etichette. Questo è dovuto probabilmente al fatto che per me sia la musica che la scrittura sono continua sperimentazione. In più ascolto tanta musica e tutta molto differente. Certamente per me la cosa fondamentale chiaramente sono i testi e che la musica sia suonata bene. Non sopporto chi si esprime e/o utilizza soluzioni semplicistiche in entrambi i casi. Sicuramente ci sono alcuni grandi artisti italiani che mi accompagnano da quando sono bambino come De Gregori, Battisti, Battiato, Conte, Capossela ed alcuni della nuova scena italiana indie che stimo e apprezzo moltissimo. In più amo la musica classica ed il jazz di quest’ultimo soprattutto amo esplorare i suoi vari sottogeneri con commistione elettronica come il Neo Soul. Sono molto legato alla psichedelia e all’uso dell’elettronica per arrivare in altri mondi infatti tra le mie band preferite ci sono anche gli Alt-J, Tame Impala, Mgmt e MacDeMarco. Il tutto mescolato con il gotico e il decadante disilluso dei capostipiti New Wave quali i Cure, Joy Division e gli Smiths. L’unico artista che racchiude tutto questo. L’unico davvero completo, quello che da bambino dicevi “da grande voglio essere come lui” per me è sempre stato e sempre sarà David Bowie
Ed invece con chi ti piacerebbe collaborare? Quando frequentavo le scuole superiori ero molto legato al panorama indie italiano. Da quando ha iniziato ad essere musica nazional popolare o per le grandi masse anche esso. E soprattutto da quando si è sviluppato il fenomeno dell’itpop e le varie commistioni con il rap, la trap ed il pop neomelodico mi sono totalmente sconnesso da questo mondo musicale. Fortunatamente come dicevo poco fa ci sono anche artisti molto validi sia dal punto di vista di scrittura dei testi che dal punto di vista vocale strumentale. Primi tra questi Maria Antonietta, Colombre e Iosonouncane che per i miei gusti spiccano assolutamente per bravura e completezza. Ma anche Giorgio Poi, Willie Peyote e Lucio Corsi. Con qualsiasi di questi artisti una collaborazione sarebbe davvero un sogno
Quali sono le cinque canzoni che più ti hanno formato come cantautore? Difficile scegliere cinque canzoni che hanno contribuito a formarmi come cantautore è davvero una scelta difficilissima. Suonando e scrivendo da tantissimi anni, ho passato tante fasi e stili musicali diversi. Se devo pensare alla “Canzone” che mi stravolge ogni volta che l’ascolto come se fosse la prima volta. Con cui ho un legame così strano e particolare da non riuscire nemmeno a suonarla e ad interpretarla perché in ogni caso credo che chiunque a parte lo stesso autore la rovinerebbe è senza dubbio Life on Mars di David Bowie. Un brano semplice trainato magistralmente da quella che secondo me è una delle parti di pianoforte più belle della storia del rock. Dolce, alienante ma contemporaneamente carico ed imponente su cui si appoggia cautamente l’espressività e l’unicità di David Bowie capace di trascinarmi in altri universi dove forse mi sento più a casa che sulla terra. Un’ altra canzone con cui ho sempre avuto un legame molto particolare, così tanto da chiamarci la mia fedele chitarra acustica che mi accompagna dal momento in cui ho deciso di rompere il mio guscio da cantautore è Penny Lane dei Beatles. Poi Naive dei The Kooks, Buonanotte Fiorellino di Francesco De Gregori e Charlie Fa Surf dei Baustelle a pari merito con Love Will Tear Us Apart dei Joy Division
Ed i cinque album? Per quanto riguarda i dischi è ancora più ardua la scelta anche perché ce ne sono davvero troppi che ho ascoltato e riascoltato fino alla morte fino a non poterne più. Quelli che però elenco qui trovo che siano delle opere d’arte compiute che chiunque dovrebbe ascoltare: 1. Black Star 2. DIE 3. Oracular Spectacular 4. The Velvet Underground & Nico 5. Good – Morphine // Ladies e Gentleman we are flot in space 6. Whatever People Say I’M Not
Ci sarà possibilità di vederti dal vivo? Fortunatamente, per il momento la possibilità di vedermi dal vivo c’è sempre. Anche perché per me è la cosa fondamentale. Faccio musica per suonare dal vivo, per urlare alle persone faccia a faccia, per comunicare qualcosa se no non né trovo il senso. Non faccio musica per vincere dischi d’oro o chissà dove arrivare ma per suonare dal vivo e arrivare con la mia chitarra il più lontano possibile e a più persona possibile. Questo 2019 al momento mi sta portando molta fortuna sotto questo punto di vista, nel giro di pochi mesi sono riuscito ad arrivare dove non ero mai arrivato, sono riuscito a suonare davvero molto molto lontano da casa, ho preso treni, fatto tantissimi chilometri, ho conosciuto tantissime persone. Nei prossimi mesi sarò diverse volte nella ormai mia Bologna, nel Mantovano, in Piemonte nuovamente dopo esserci stato a metà aprile, nell’entroterra marchigiano fino ad arrivare in Liguria a La Spezia, questa estate inoltre per la prima volta arriverò anche al sud Italia. Purtroppo la maggior parte dei concerti per motivi economici, di spostamento e di spazi sono acustici e senza il Mataara Trio ma cercheremo di rimediare a questa cosa al più presto.
Progetti futuri? Un sacco di nuovi brani stanno circolando intorno e dentro di me, alcuni di essi già sono ascoltabili ai miei concerti. Prima dell’estate uscirà il videoclip di un altro brano estratto dal disco che ancora non vi svelo qual è a cui sto lavorando da un pò di tempo. Ed anche con il Mataara Trio abbiamo arrangiato una delle mie ultime canzoni, probabilmente la mia preferita, che aspetta solo di essere incisa in studio
Articolo del
10/07/2019 -
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