Un giorno di questi mi sono svegliata in cerca di un sound nuovo, diverso, accattivante, con una voce femminile che fosse veramente snella e pura e delle ritmiche sincere e penetranti. Dalla redazione di Extra mi hanno proposto un’intervista ai Mardi Gras. Niente di meglio. Sono corsa subito ad ascoltarli e ho trovato quello che cercavo. Nelle mie ricerche ho scoperto che i Mardi Gras sono cinque omaccioni e una ragazza, che sono una band romana di ispirazione rock inglese, irlandese e americano. Ascoltandoli mi sono ritrovata a pensare al mondo di oggi, a quanto sia imperscrutabile e affannoso, a quanto le cose sembrino in un modo e poi si rivelino tutt’altro.
La musica dei Mardi Gras è un inno sincero e spontaneo al grande casino che abbiamo intorno, alle piccolezze che contraddistinguono le giornate e la vita, un inno all’amore vero e puro, un inno alla gioia, all’energia, all’immortalità. Mi sono ritrovata a pensare, ascoltando i testi e lasciandomi rapire dalle ballate post rock e soft rock, a quanto sia difficile trovare qualcosa di simile nel panorama musicale odierno, soprattutto romano. I Mardi Gras sono una band matura e completa, ricca di spirito creativo e colma di un dialogo più che efficace tra testi e musica. Sono uno spirito che vibra nell’aria e nella pelle di chi li ascolta, sono una scarica di energia pura, sono una scossa sana e violenta al cuore e alla testa. Sono una vera e bellissima sorpresa per chi li scopre, come è successo a me.
I Mardi Gras, dopo tre album dal respiro internazionale, tornano con due nuovi singoli, dove il loro mondo incontra di nuovo quello della musica irlandese. I prossimi due singoli che anticipano l’album di prossima uscita sono stati realizzati con la collaborazione di Mark Geary. Mentre restiamo qui, in attesa del loro ultimo lavoro, scambiamo quattro chiacchiere con la band:
Come vi siete conosciuti?
Liina Rätsep: mi ha chiamato Alessandro Matilli (piano e tastiere del gruppo) dopo aver visto qualche mio video. Stavano cercando la nuova cantante e mi ha invitato a fare un'audizione (che poi è andata bene) e così sono entrata nel gruppo.
Fabrizio Fontanelli: tramite passaparola, o annunci. Valerio Giovanardi (batteria) e Fabrizio Del Marchesato (chitarra elettrica) sono gli ultimi arrivati. Carlo di Tore Tosti (basso) è gia al nostro fianco da molto, come Alessandro Matilli, lui quasi all'inizio del nostro viaggio.
Da chi vi lasciate ispirare per il sound?
Liina Rätsep: abbiamo tutti le nostre preferenze nel mondo musicale quindi nella musica di Mardi Gras si incontrano vari colori diversi.
Fabrizio Fontanelli: Sicuro la storia che raccontiamo nella canzone, o a volte è il mood sonoro che ci spinge verso un colore, un emozione.
In che direzione si sta evolvendo il vostro percorso artistico?
Liina Rätsep: speriamo nella direzione giusta. Ci saranno tante novità e sorprese.
Fabrizio Fontanelli: Sicuro come band ci siamo sempre messi in gioco e continueremo a giocare con suoni e situazioni come dice il titolo del nostro terzo album "Playground"
La cosa che vi fa incazzare di più?
Liina Rätsep: poca professionalità / mancanza di professionalità
Fabrizio Fontanelli: La non attenzione all'ascolto, il vedere come la musica viene costantemente svilita. La musica è un bene prezioso da preservare e custodire con cura.
La cosa di cui non potreste fare a meno?
Fabrizio Del Marchesato: Salire sui palchi a raccontarci attraverso parole e musica lasciandoci interpretare da chi ci sta di fronte in un contatto/scambio continuo, in un flusso di emozioni che non ha mai un copione predefinito..
Tre parole per descrivere la musica italiana dei giorni nostri?
Liina Rätsep: non siamo noi
Fabrizio Del Marchesato: Se cerchi, trovi...anche cose nuove e interessanti.
Fabrizio Fontanelli: E' la testimonianza dei tempi che stiamo vivendo. Nel bene e nel male.
Articolo del
14/04/2019 -
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